Secondo la legge di Thomas Gresham, mercante e banchiere inglese del XVI secolo, “la moneta cattiva scaccia quella buona”. Egli aveva osservato e registrato la tendenza di tutti gli operatori economici del tempo a pagare, da una parte, con monete danneggiate e, quindi, con minor valore intrinseco del metallo incorporato, dell’altra, ad accettare solo monete nuove e buone. Quindi le monete buone venivano trattenute e tolte dalla circolazione mentre le monete cattive erano sempre in maggior numero e sempre più in circolazione.
Questo accade anche per altri ambiti e settori ed, in particolare, per quello dei giochi nel quale tutte le analisi, le ricerche, i documenti prodotti vengono occultati e non vengono fatte circolare, mentre vengono diffuse notizie false, tendenziose e manipolate soprattutto sull’entità della presunta spesa degli italiani e sui numeri degli affetti dalle patologie dipendenti dai giochi. Infatti, nonostante si continuino a produrre studi da parte di istituzioni prestigiose (Corte dei Conti), di forze dell’ordine (sopratutto la Guardia di Finanza), di organizzazioni giudiziarie (Procura Antimafia, Dda e Procure della Repubblica), di autorità sanitarie (Servizio Superiore di Sanità) di Istituti di ricerca ed Università (Censis, Luiss, Università di Roma Tre, Eurispes, Cgia di Mestre ecc. ecc.), assistiamo al proliferare di articoli e prese di posizione senza alcun fondamento scientifico, senza alcuno studio sottostante che suffraghino le loro affermazioni.
Basta leggere i titoli sempre a tutta pagina ed a caratteri cubitali di certi giornali rispetto alle poche, striminzite righe riservate alle dichiarazioni di rappresentanti istituzionali e di responsabili dell’ordine pubblico, di fior di ricercatori e di esperti. Ad esempio prendiamo le ultime notizie pubblicate da alcuni organi di informazione proprio in questi giorni. Secondo i dati resi noti dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, in risposta a una interrogazione presentata alla Camera dal deputato del Pd Virginio Merola, la raccolta riferita al periodo 1 gennaio-31 luglio 2024 ammonta a 90 miliardi di euro.
In proiezione, dunque, quest’anno si andrà molto sopra i 148 miliardi di euro dello scorso anno, già record assoluto ma il titolo ad effetto di un noto quotidiano già prevede che saranno 160 miliardi di euro. Dunque i 148 sono diventati 160 e tutta questa massa di giocate è considerata come una spesa dilapidata dagli italiani. Eppure il Sottosegretario ha specificato chiaramente che: “al 31 luglio, la raccolta complessiva è stata di 90 miliardi di euro, dei quali 78 miliardi sono tornati ai giocatori, 7 miliardi sono andati all’Erario, quindi la perdita totale effettiva si attesta a 12 miliardi di euro, dei quali particolarmente rilevanti sono i 7 miliardi che vanno nelle casse dello Stato, “rappresentando una risorsa fondamentale per l’economia”. Ma la Consulta nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II e la campagna Mettiamoci in gioco. “Non condividono affatto il giudizio del sottosegretario sui 7 miliardi di euro che, a oggi, incasserebbe l’erario nel 2024”. Perché? Lascio a voi le deduzioni. Anche nelle foto annesse all’articolo si mistifica e si induce in errori.
Ed è cosi che anche in questo settore si verifica la regola che “la moneta cattiva (le false informazioni) scaccia quella buona” (gli studi, le ricerche ecc. ecc.).
Allora per mettere le cose a posto l’analisi dell’andamento del settore del gioco lecito è fondamentale, cosi come è stato fatto in molti degli ultimi convegni organizzati da università, da associazioni della categoria, come Astro in collaborazione con la nota Cgia di Mestre. Da questo ultimo Studio del settore dei giochi in Italia risulta che nel biennio 2022-2023 la raccolta dell’intero settore del gioco lecito è cresciuta di oltre un terzo rispetto al periodo pre-Covid raggiungendo 147,6 miliardi di euro, le vincite sono aumentate in maniera più che proporzionale (+39,5%). Rilevante il contributo al gettito pari a oltre 11,6 miliardi di euro, il fatturato è salito del 12% (a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo è salita del 16%).
Ed rilevante il ridimensionamento di tutta la rete vendita. Successivamente alla pandemia si è verificata una diminuzione sia degli esercizi che degli apparecchi. Nel 2023, rispetto al 2019 vi sono 7.300 locali in meno che ospitano le AWP che a loro volta sono calate di oltre 13.500 unità. Diminuisce anche la rete delle VLT con oltre 3.400 apparecchi in meno. Le aziende del settore sono soggette ad una lunga lista di imposizioni (IRPEF/IRES, addizionali, Irap, Tari, diritto camerale, contributi previdenziali, ecc. ecc.).
Nel 2023, rispetto al 2019 vi sono stati circa 7.500 occupati in meno; In calo anche le imprese della filiera, se ne contano 8.500 in meno, (meno 14%).
Uno dei comparti del gioco legale che non ha risentito le conseguenze negative del biennio 2020-2021 è quello del gioco online. Dal 2015 i tassi di crescita della spesa sono stati tutti a due cifre. Nel biennio 2020-2021 il gioco online ha avuto un incremento della spesa rispettivamente del 45% e del 39%, correlata all’emergenza sanitaria. Successivamente nel 2023 la spesa è cresciuta del 13% in termini assoluti si tratta di un aumento della spesa di 512 milioni.
Si può stimare che circa 10,6 miliardi di euro possano derivare da uno spostamento dal gioco fisico al gioco online. Nel corso del 2024 è stato emanato il D.Lgs 41/2024 di riordino del settore del gioco a distanza. Nel 2023, rispetto al 2019, vi sono stati 7.578 occupati in meno. In calo anche le imprese della filiera Amp/Vlt, se ne contano 8.851 in meno. L’intero settore, già nel 2021, aveva recuperato il divario pandemico e ha continuato a crescere nel biennio 2022-2023 la raccolta complessiva del gioco lecito è cresciuta di oltre un terzo rispetto al periodo pre-Covid raggiungendo 147,6 miliardi di euro, le vincite sono aumentate in maniera più che proporzionale (+39%). Rilevante è stato il contributo al gettito a oltre 11,6 miliardi di euro, mentre il fatturato è salito del 12% (a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo ha segnato un +16%).
Le novità introdotte con D.Lgs 41/2024 di riforma del Gioco online sono destinate ad impattare sulla struttura della filiera, andando nella direzione di un suo ridimensionamento. La domanda di gioco si sposta verso l’online: Se si confronta la raccolta del gioco online del 2022 rispetto a quella del 2019, si vede che è aumentata di 36,6 miliardi di euro. Si è avuta una crescita con un ritmo maggiore proprio nel biennio 2020-2021 in cui il gioco fisico subiva prolungate chiusure. Tutte le tipologie di gioco online sono cresciute.
Sulla quantificazione di quest’ultimo non vi sono dati puntuali; nel 2024, tuttavia, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha dichiarato che le stime sulla raccolta del gioco illegale più attendibili attestano la cifra “di 20-25 miliardi di euro” con disposizioni come il “distanziometro” e limiti orari. Le diverse norme locali hanno disciplinato la materia con un diverso grado di severità, in alcuni casi con una forte riduzione delle attività sul territorio. Nel corso di questo convegno ci si è resi conto che – come ha sottolineato chi scrive, solamente fornendo e producendo studi e ricerche sarà possibile contrastare ed alleggerire il peso e la cappa che, come una legenda nera, grava su questo settore in termini di reputazione e conoscenza, in base alla quale offrire un quadro serio ed affidabile del comparto ed indicare anche gli scenari futuri.
Quali proposte potremmo azzardare? Innanzitutto una di tipo educativo, predisponendo una rete di iniziative didattiche, formative, pubblicitarie sia nelle scuole che sui posti di lavoro ed uno di tipo conoscitivo con il monitoraggio costante, dotandosi di strumenti per analizzare e quantificare costantemente l’impatto del gioco sulla salute pubblica. Bisogna puntare maggiormente sulla prevenzione e il contrasto alla ludopatia da un punto di vista culturale. Ed è molto importante la compartecipazione regionale al gettito erariale dei proventi derivanti dal gioco e sarebbe utile che queste risorse fossero dedicate proprio alla prevenzione e al contrasto alla ludopatia. Poi ci sarebbe il collegamento e la destinazione a fini sociali e culturali di una parte del gettito.