Skip to main content

Non è soltanto una questione di numeri e proporzioni. Il centrodestra naviga a vista, e le navi che compongono la coalizione non sempre percorrono la medesima rotta. Fuori dalla metafora marittima, il dato di fatto è che in cinque capoluoghi su ventisei in cui si andrà al voto, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno trovato la convergenza per sostenere un candidato unitario. E questo, secondo il saggista ed editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito è un fatto che porta a trarre una sola conclusione: “La coalizione di centrodestra non esiste più”.

Antonio Polito

Polito, la sua appare una conclusione piuttosto drastica. 

L’idea di coalizione di centrodestra che abbiamo conosciuto fino a prima dell’elezione del presidente della Repubblica, non esiste più. Tutt’al più esiste un’alleanza funzionale esclusivamente agli appuntamenti elettorali. La prospettiva del centrodestra classico, ora più che mai è assolutamente residuale. In qualche modo questa condizione si sta determinando anche nel centrosinistra.

L’asse tra Movimento 5 Stelle e Pd scricchiola. Tramonta il campo largo?

Non so se si possa parlare di tramonto. Però è possibile che, alle politiche del 2023, si determinino quattro poli contrapposti. A quel punto l’interesse di Salvini e Meloni rispetto al cambio della legge elettorale sfumerebbe del tutto. Al Pd converrebbe correre in autonomia. I 5 Stelle, senz’altro, sarebbero i più penalizzati.

Restiamo sul centrodestra per un attimo. Affermare che la coalizione non esista più basandosi sulla mancata convergenza per un nome al Colle pare un po’ riduttivo. 

Ma non è solo per questo. I leader non si sentono da quattro mesi. E già questo è sintomatico di un dissidio non indifferente, fermo restando che le scadenze elettorali sono imminenti. Un altro aspetto di grossa divergenza è legato al posizionamento degli schieramenti sulla politica internazionale e segnatamente sul conflitto in Ucraina.

Come valuta la svolta ‘pacifista’ di Salvini?

Il segretario del Carroccio ha vestito i colori del pacifismo per tentare di far dimenticare le sue posizioni filo putiniste. D’altra parte Meloni sembra sposare la linea atlantista tout court.

E Forza Italia?

Forza Italia rappresenta l’anima europeista della coalizione. La propaggine italiana del Partito Popolare. Poi, dal punto di vista squisitamente elettorale, la prospettiva è quella di un asse con la Lega piuttosto che con Fratelli d’Italia. Meloni, con la conferenza di Milano, ha già ‘strappato’.

Dall’altra parte della barricata, anche l’asse tra Letta e Conte non gode di buona salute. 

Ma anche in questo caso l’asse non c’è. Prima di tutto, oltre alle divergenze sul posizionamento in politica internazionale, non esiste una proposta di candidato premier che vada bene a entrambi. I 5 Stelle in questa fase stanno in qualche modo facendo concorrenza al Pd per tentare di essere alternativi e sopravvivere.

I dem, quindi, in vista delle politiche cosa dovrebbero fare?

Al Pd converrebbe, ripeto, presentarsi in maniera autonoma col proporzionale. Elaborando un proprio programma, portando avanti le proprie idee e mettendo sul piatto i voti, il Pd potrebbe diventare un polo determinate del sistema politico. Paradossalmente, viste alcune linee di pensiero comune (penso ad esempio all’Europa), si potrebbe perfino alleare con Forza Italia.

Le coalizioni, in questo momento, non esistono. E alle elezioni... Parla Polito

L’editorialista: “L’idea di centrodestra che abbiamo conosciuto fino a prima dell’elezione del presidente della Repubblica, non esiste più”. E su Pd e 5 Stelle: “I grillini stanno facendo concorrenza al Pd per tentare di essere alternativi e sopravvivere. Ai dem conviene presentarsi alle elezioni da solo e…”

Turismo, intelligence e sicurezza. Una lezione da Barcellona all’Italia

Di Antonino Vaccaro

Flussi sempre crescenti di turisti creano opportunità non solo per gli imprenditori onesti, ma anche per la criminalità più o meno organizzata. L’analisi di Antonino Vaccaro, professore ordinario e direttore del Center for Business in Society presso lo IESE Business School di Barcellona, membro del comitato scientifico e presidente della commissione per l’internazionalizzazione della Società italiana di Intelligence

Niinistö chiama Putin. Finlandia verso la Nato, Mosca minaccia ma...

Il presidente finlandese chiama il leader russo per informarlo della decisione di aderire all’Alleanza atlantica. La Duma tuona: “I nostri missili in 10 secondi possono raggiungere la Finlandia”. Il Cremlino vede scappare il paradigma della finlandizzazione da applicare all’Ucraina

Taiwan all’Oms. Si muovono i parlamentari italiani

Tra una settimana si terrà l’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità. Da cinque anni Taipei viene esclusa per volere di Pechino. Ma la pandemia dimostra l’importanza di coinvolgerla. Le parole di Malan (Fdi), Di Maio (Iv) e Pagano (Lega)

La sicurezza alimentare in tempo di guerra. Scrive Martina (Fao)

L’interruzione nelle filiere di produzione e le restrizioni alle esportazioni metteranno a rischio i Paesi che dipendono dalla Russia e dall’Ucraina per cereali e fertilizzanti. È importante mantenere aperti i mercati e i flussi commerciali. L’intervento sulla rivista Formiche (maggio 2022) di Maurizio Martina, già ministro delle Politiche agricole e forestali e vice direttore generale della Fao

Non è un Paese per internet. La riforma del Codice penale contro la dissidenza cubana

Nuovi reati digitali e criminalizzazione dei finanziamenti esteri. Il nuovo Codice penale cubano rischia di azzerare la poca opposizione che riesce a sopravvivere nell’isola

I fulminanti ritratti quirinalizi di Paolo Armaroli, da Einaudi a Mattarella

A ridosso del viaggio americano di Draghi, il cui mandato nasce da un “motu proprio” di Mattarella, Carlo Fusi legge l’ultimo libro del costituzionalista Paolo Armaroli, che tra i tanti altri ha il merito di raccontare con linguaggio schietto ancorché giuridicamente inappuntabile, vizi e virtù dei settennati passati, avvicinando Paese reale a Paese legale. Da Einaudi a Cossiga, da Leone a Napolitano, pieno di aneddoti illuminanti

Marocco-Algeria. Perché il rischio conflitto interessa l’Ue

Uno scontro armato tra Marocco e Algeria può produrre effetti destabilizzanti in tutto il Nordafrica e ripercussioni dirette su dossier legati alla sicurezza (non solo energetica) dell’Europa

Il Dma è realtà. Cosa cambia (e quando) per utenti, pmi e Big Tech

L’Ue aggiorna la direttiva cyber. Ecco cosa prevede

Intesa raggiunta tra Parlamento europeo e Stati membri sul testo. Il principio di fondo è netto: le società interessate scelgano se investire in sicurezza informatica o pagare una multa pari ai riscatti che pagherebbero agli hacker dopo un attacco ransomware

No, Draghi non è l’americano (per fortuna?). Scrive Castiglioni (Iai)

Di Federico Castiglioni

L’incontro di Washington non deve essere letto come un segno di allontanamento tra Roma e Washington ma piuttosto come una nuova fase di maturità dei rapporti internazionali a cui si spera che l’Italia possa essere sempre più pronta. L’analisi di Federico Castiglioni, ricercatore all’Istituto affari internazionali nel programma “Ue, politica e istituzioni”

×

Iscriviti alla newsletter