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Da modesto operatore economico finanziario, che con dei bravi amici e soci condivide anche la responsabilità di qualche centinaio di “posti di lavoro” (per noi persone, non posti), potrei allinearmi a troppa borghesia del soldo. Le tasse! Le bollette! Il credito! Il costo del lavoro! Oggettivi problemi, assolutamente veri, gravi e non nuovi. Peccato che forse l’emergenza sia tutt’altra. Se Churchill avesse parlato agli inglesi soltanto e prioritariamente dell’emergenza riscaldamento sotto le bombe di Hitler noi tutti staremmo leggermente peggio. Siamo ancora capaci di parlare di valori che non siano il contante, o anche le carte di credito, come recita una vecchia simpatica barzelletta genovese?

Nel dibattito geopolitico va rinforzata la riflessione sui valori, altrimenti ogni finta dialettica tra il lupo e l’agnello porterà alla vittoria del lupo. “Hai parlato male di me” , vero o falso? Ma il vero al lupo non interessa. E cercando di migliorare una pur arguta e diffusa battuta, quando l’uomo con il ragionamento incontra l’uomo con il tweet certamente l’uomo con il ragionamento può essere un uomo morto. Ma non è detto, non arrendiamoci.

Cosa siamo disponibili a negoziare per non offendere o cercare di convincere i lupi? La fermezza sui principi giusti non è necessariamente violenza. Si può essere più tendenza Churchill o più tendenza San Francesco o Gandhi. Ma i principi giusti non si rinnegano.

Per stare più caldi e garantirci qualche profitto in più va bene una finta liberal democrazia a giorni alterni? Il principio di legalità ogni tanto, giornali liberi nei mesi dispari, libertà di culto d’estate e rispetto per minoranze e diversi negli anni bisestili? Alla borghesia italiana e tedesca negli anni Venti andò bene così. E che società vogliamo sviluppare, difendere e passare ai nostri figli? Una dove sono le libere persone e famiglie che legittimano uno Stato serio e liberal-democratico o una dove uno Stato illiberale controlla e legittima persone e famiglie? Dove l’impresa artigiana o grande che sia è libera, paga le tasse e rispetta lavoratori, fornitori e la correttezza del mercato, o una dove gli oligarchi amici dello Stato centrale amministrano i soldi, il benessere e le iniziative economiche? Una società con gli happy few amici del potere, o una coesa e più giusta?

Anche a certo clero stolto, che talora ha preferito e preferisce una guarentigia in più e due “libere” processioni del Patrono a robe strane e pericolose come la libertà e la democrazia (clero che talora diventa imbarazzante instrumentum regni) servirebbe forse riflettere.

Ma per fortuna De Gasperi e gli altri Padri dell’Europa e gli amici americani o canadesi hanno ben riflettuto e non la videro così. Una classe dirigente e una società che parlano solo di soldi durano poco.

Perché in questa crisi parliamo solo di soldi?

Di Paolo Alessandro Bonazzi

Nel dibattito geopolitico va rinforzata la riflessione sui valori, altrimenti ogni finta dialettica tra il lupo e l’agnello porterà alla vittoria del lupo. L’intervento di Paolo Alessandro Bonazzi

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