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Come è noto, due giorni fa, sotto l’egida turca (un paese che dispone di vari requisiti per tentare di condurre sin qui la mediazione) è emersa la tendenziale possibilità di un’intesa per por fine alla guerra tra Russia e Ucraina. A parte la presenza di Abramovich che così offre il credito delle proprie lontane origini ucraine e tutela i propri interessi, sarebbe il momento da parte degli Usa e dell’Europa, non tanto di cogliere con sospetto le aperture emerse nelle trattative, ma di por mano ad una accelerazione grazie a mediatori più autorevoli che faccia propri i punti emersi dalla trattativa di ieri.

A questo punto le possibilità di un’intesa ci sono perché Putin soffre la debolezza per un verso delle sanzioni, per l’altro verso di un esercito di occupazione in ucraina che ha conseguito ben pochi successi e che si sta ritirando nei territori russofoni dell’est. Zelensky per un verso ha la forza della mobilitazione di un paese come l’Ucraina a difesa del proprio territorio, per l’altro verso soffre la debolezza degli attacchi ai civili che continuano con gravi perdite e dei milioni di profughi che sono usciti e stanno uscendo dal suo Paese. È per l’appunto quando emergono le debolezze degli attori in campo che è più facile la mediazione.

Sarà ingenua la mia proposta ma mi sembra giunto a questo punto il momento di mettere accanto i rappresentanti dei paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu con l’aggiunta di quei paesi come Germania e Italia chiamati con la funzione di garanti da Zelensky. Questi non dovrebbero far altro che far propri i punti della possibile intesa emersi in Turchia. Quelli cioè di una Ucraina paese neutrale e denuclearizzato, che potrebbe diventare membro non certo della Nato ma probabilmente della UE e della concessione alla Russia del Donbass e delle aree orientali russofone del Paese.

Se intervenissero come attori della mediazione i paesi indicati l’autorevolezza della mediazione sarebbe ben più forte. A quel punto, Putin potrebbe inviare i suoi rappresentanti al tavolo delle trattative e, vista la linea che ha scelto, incontrare Zelensky solo al momento della firma dell’accordo. Perché questo avvenga occorre meno scetticismo e più apertura e positiveness degli Usa e dei vari paesi Ue e saper cogliere uno spiraglio di trattativa aperto che sembra soddisfare entrambi i soggetti in campo. A volte saper cogliere con velocità, nel caso di gravi crisi internazionali accompagnate da una guerra in corso, i margini di trattativa è ciò che distingue vere leadership da parte dei paesi interessati che rischiano altrimenti di diventare followship e di non saper capire quando sta passando davanti a loro una svolta storica.

Una proposta semplice e ingenua per la pace. Firmata Tivelli

È giunto il momento di mettere al tavolo dei negoziati i rappresentanti dei paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu con l’aggiunta di quei paesi come Germania e Italia chiamati con la funzione di garanti da Zelensky. Cogliere con velocità i margini di una trattativa, durante una crisi internazionale, è ciò che distingue vere leadership da mere followship

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