Skip to main content

Paradossi oggettivi tra il governo di Mario Draghi e il sistema parlamentare sono in azione per fare perdere ogni equilibrio al Paese. La forza che regge il governo è nei fatti il presidente, Sergio Mattarella, rieletto a grandissima maggioranza. Ma anche la sua forza non può escludere la centralità del Parlamento.

Draghi ha il mandato di governare e così vuole fare. Ma i partiti hanno il voto tra un anno al massimo e devono fare campagna elettorale altrimenti perdono a favore dei concorrenti.  Il bisogno di fare propaganda e l’ombra delle elezioni innescano un circolo vizioso.  Più si fa campagna elettorale, più si avvicina la possibilità di una fine anticipata delle legislatura, quindi tanto più la propaganda diventa polemica e tanto più il voto si avvicina.

In mezzo a queste polemiche come può Draghi governare? Né i partiti, legati per la vita o la morte ai risultati delle urne, possono smettere le polemiche per fare governare Draghi. Specie perché questi partiti hanno raccolto e raccolgono voti non su promesse di governo ma su reciproche polemiche, talvolta oziose.

In teoria si possono trovare aggiustamenti ma in pratica ora ci sono 350 nomine da fare in aziende statali e parastatali. Questo è potere vero, che si trasforma in capacità di traino elettorale. Draghi cercherà di nominare lui i 350, ma i partiti non potranno lasciargli spazio, perché ne va della loro “vita”. Quindi cercherà il premier di approntare un manuale Cencelli per la divisione dei pani e dei pesci parastatali? Nel caso, anche Fratelli di Italia sarà coinvolta, oppure sarà esclusa come partito di opposizione? Nell’uno e nell’altro caso ci saranno polemiche, per esempio.

In tale quadro si vedono mille linee di frattura e l’impossibilità pratica, al di là della volontà di ognuno, per Draghi a continuare ad andare avanti normalmente. Col passare dei giorni egli può solo trasformarsi in una specie di comico vigile in mezzo al traffico caotico di un film muto hollywoodiano. Lui viene travolto, e il traffico non guadagna d’ordine.

Intanto nel momento in cui Draghi andasse via, nessuno ha ben chiaro cosa accadrebbe al paese, visto che i partiti pensano giustamente a sé stessi ma sono dimentichi degli interessi nazionali. Senza Draghi e con i partiti che si rimpallano accuse come reagirebbero i famigerati mercati?

La palla torna nei fatti al Quirinale che, unico, ha poteri e capacità di dipanare questo “gliommero”, questa imbrogliata matassa, insomma il pasticciaccio brutto di largo Chigi. E l’abilissimo e saggissimo Mattarella dovrà fare miracoli per tenere tutto sulla retta via. Il rischio è che se poi si faccia ancora troppo ricorso alla sua autorità e autorevolezza alla fine anche la più alta magistratura dello stato potrebbe logorarsi.

Nella finanza, quando si hanno posizioni impossibili, si sceglie di ridurre le perdite uscendo, prima che il crollo dei valori arrivi sotto zero. Oggi questo significherebbe andare il più presto possibile al voto.

Qui c’è l’ultimo pezzo del puzzle paradossale – i parlamentari non vogliono sciogliere le camere per timore di perdere stipendio e pensione. Né Mattarella può dare uno schiaffo a deputati e senatori che lo hanno appena rieletto mandandoli tutti a casa. Quindi… ogni cosa è possibile oggi.

Draghi e i partiti. Il rischio del circolo vizioso

Di Francesco Sisci

Nomine, Csm, crisi internazionale, tensioni nei partiti. Per il premier Mario Draghi governare il grande stallo in cui è piombato il governo non sarà facile. Idee per una via d’uscita. Il commento di Francesco Sisci

Chip auto, la zampata di Nvidia che toglie il sonno alle case tedesche

Non c’è mai stata così tanta potenza di calcolo in un’auto. Se fino a ieri erano le case automobilistiche a determinare in gran parte i prezzi dei fornitori, da domani con il boom di players tecnologici si cambia

Senofonte, il sorteggio e le elezioni del Csm. Scrive Celotto

Da mesi si discute su come riformare le elezioni al Csm. Non si può fare altro che pensare a criteri rigorosi di trasparenza e controllo sulle decisioni, per evitare che gli eletti prendano scelte dettate dalla appartenenza e non dalla oggettività e dal merito

La nascita di una ciber-potenza. Dispacci dal metaverso cinese

Il Celeste Metaverso. Nascita e crescita della nuova Cina

Anche le aziende cinesi si stanno buttando sulla nuova frontiera, mentre le autorità del Partito-Stato la plasmano secondo la dottrina del regime. Ma Xi Jinping mira a trasformare la Cina nella prossima superpotenza del ciberspazio. Ecco perché lo sviluppo del metaverso ha ripercussioni strategiche

La truffatrice di Manhattan. I simboli di un'epoca

Quando si è sopraffatti dalla propria fame di attenzione chi truffa chi? Nella seconda parte dell’analisi di Chiara Buoncristiani uno sguardo sulla serie che narra la storia di Anna Sorokina, una ragazza di 25 anni, immigrata russa, che è riuscita a vivere truffando il jet set di Manhattan

Sulla polveriera ucraina cala la furia Zelensky

Il presidente ucraino Zelensky dalla Conferenza di Monaco lancia un avviso: sanzionare Putin prima che scoppi una guerra. E intanto nel Donbas la tensione sale ai livelli molto alti

Caro bollette, è finita l'età dell'innocenza. Firmato Cazzola

Il governo, nel giro di una stagione, ha già profuso ristori per parecchi miliardi di euro; e dovrà stanziarne ancora. Ma il governo non dovrebbe solo essere “ufficiale pagatore’”. Questo sarebbe il momento per un blitz nei confronti di taluni settori dell’opinione pubblica che hanno fatto del No la loro bandiera L’analisi di Giuliano Cazzola

Draghi a Mosca, cum juicio. I consigli di Aragona

Intervista all’ex ambasciatore italiano in Russia: la visita di Draghi a Mosca un’opportunità ma non priva di rischi, con Putin si tratta sul filo. Mostri compattezza con il fronte Nato-Ue. Crisi del gas? Siamo vulnerabili, il Cremlino lo sa

Truppe Nato per sminare la crisi in Ucraina. La sveglia di Politi

Il direttore del Nato Defense College Foundation: “Un Segretario Generale italiano? Sarebbe il garante di un equilibrio tra un pilastro europeo della Nato, che ha ancora molta strada da fare, e un alleato di riferimento che ha per il momento una serie di problemi prioritari”

Che fine fanno le criptovalute legalizzate dall'Ucraina

Il parlamento di Kiev si e è portato avanti sulle criptovalute, che in Ucraina sono anche un modo per finanziare anonimamente gruppi privati che forniscono aiuti (militari) al governo ucraino

×

Iscriviti alla newsletter