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Piccoli, ma tecnologicamente alla frontiera dell’innovazione. Sono i micro e nano satelliti, strumenti e sensori orbitali dalle dimensioni contenute ma dall’alto valore tecnologico e commerciale. Il settore spaziale si sta rivolgendo sempre di più a questi piccoli strumenti che stanno fornendo un’importante spinta all’evoluzione tecnica per il settore spaziale e per l’innovazione in generale. Spesso lanciati in mega-costellazioni, o come compagni di viaggio di strumenti più grandi, i nanosatelliti sono impegnati in un numero crescente di attività, dalla ricerca scientifica, all’osservazione della Terra, alle telecomunicazioni, fino all’esplorazione dello spazio profondo e persino la difesa interplanetaria.

Il tema verrà affrontato martedì 5 luglio, alle ore 18, in diretta su Formiche.net e su Facebook nel corso dell’evento organizzato dall’Agenzia spaziale italiana e da Airpress “Piccolo è bello. L’Italia e la partita dei nanosatelliti”, durante il quale verrà anche presentato l’ultimo numero della rivista. Racconteranno la rivoluzione dei nanosatelliti Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Silvia Natalucci, responsabile dell’Unità nanosatelliti dell’Asi e Sabrina Corpino, professoressa di Impianti e sistemi aerospaziali del Politecnico di Torino (PoliTo).

L’Italia sta puntando molto sui nanosatelliti, e per sostenere questa spinta l’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha recentemente avviato diverse iniziative, tra cui Alcor, un programma per il sostegno allo sviluppo delle tecnologie e delle missioni per i satelliti miniaturizzati, che prende il titolo dalla stella omonima, un astro dell’Orsa maggiore, compagna più piccola della “vicina” Mizar, e l’istituzione di una unità organizzativa dedicata. Infine, l’Asi organizza dal 5 al 7 luglio il workshop “L’Impegno italiano nel settore dei cubesat: Tecnologie e missioni future”, dedicato alle comunità scientifica e industriale nazionali impegnate nelle attività di sviluppo tecnologico e nella realizzazione di missioni con questo tipo di piccoli satelliti e a cui sono previste già oltre trecento partecipazioni.

Grazie ai loro costi contenuti e ai tempi di sviluppo rapidi rispetto a quelli dei satelliti tradizionali, i cubesat in particolare stanno cambiando profondamente sia il mercato sia l’industria spaziale. Con l’impiego in costellazioni i CubeSat sono di fronte ad una nuova rivoluzione che li porterà ad essere impiegati con sempre maggior successo in alternativa o in sinergia con i satelliti tradizionali in settori di grande rilevanza scientifico-applicativa come remote sensing, surveillance tracking, astrofisica, space weather, esplorazione robotica del sistema solare, e così via.

In questo contesto, l’Agenzia spaziale italiana, è già da diversi anni attivamente coinvolta in questo settore, e ha avviato un programma dedicato allo sviluppo di tecnologie abilitanti e alla realizzazione di missioni applicative, scientifiche e di dimostrazione tecnologica allo scopo di favorire il coordinamento delle attività e la condivisione delle conoscenze ed esperienze all’interno dell’Agenzia al fine di massimizzare i benefici derivanti dall’impiego dei cubesat.

 

Piccolo è bello. L’Italia e la partita dei nanosatelliti

I nanosatelliti sono sempre di più strumenti all’avanguardia: grazie alle sfide dettate dalle dimensioni ridotte stimolano l’innovazione, permettendo di proiettare verso il futuro il comparto spaziale italiano, e non solo. Ne parleranno insieme Giorgio Saccoccia, Silvia Natalucci e Sabrina Corpino nel corso del live talk organizzato dall’Agenzia spaziale italiana e da Airpress, in diretta su Formiche.net “Piccolo è bello. L’Italia e la partita dei nanosatelliti” martedì 5 luglio alle ore 18:00

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