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Molo17, società nata a Pordenone, è la prima classificata tra le imprese innovative selezionate nella challenge di open innovation lanciata da Lighthouse Plant Opificio Digitale, in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente – CFI. Merito della piattaforma, una soluzione in grado di colmare il divario tra software di processo e sviluppo di applicazioni mobili.

Attraverso il Lighthouse Plant Opificio Digitale, la branch italiana della multinazionale finlandese Wärtsilä ha lanciato una challenge in collaborazione col Cluster Fabbrica intelligente. Vi hanno preso parte dieci tra start-up e scale-up. Per ora sono state selezionate due soluzioni: quella della micro-impresa genovese Swhard (che si occupa sia di hardware sia di software) e quella della Pmi di Pordenone Molo17, il cui obiettivo è quello di mobilitare i dati dai gestionali delle aziende.

L’obiettivo di Opificio Digitale è duplice: dar vita a un ecosistema industriale avanzato, una filiera 4.0 dove un software open source accelera la digitalizzazione di piccole e medie imprese; realizzare uno spazio fisico a Trieste per la condivisione di idee e soluzioni tra imprese e centri di ricerca.

La soluzione di Molo17 si basa su una tecnologia messa a punto da una società americana, Couchbase, di recente quotata al Nasdaq. Si tratta di una architettura non-relazionale che serve per creare, archiviare, recuperare, aggregare, manipolare e presentare dati. “Basandoci su Couchbase abbiamo realizzato una piattaforma che associa componenti open-source, e quindi disponibili sul mercato, e che fa da ponte tra l’Erp (un software gestionale per pianificare le risorse di impresa: vendite, acquisti, gestione magazzini, contabilità e altro) di una azienda e i dispositivi mobili. L’Erp è centrale quando si parla di dati, perché è il vero cuore pulsante dell’impresa”, afferma l’amministratore delegato di Molo17, Daniele Angeli.

Ma come si fa a superare la questione dell’off-line? “Un database in Cloud viene scaricato sui device mobile; le informazioni sono profilate in base al ruolo di chi le deve utilizzare, e criptate per questioni di sicurezza. Quando l’operatore ha terminato le sue attività sulla scorta di questi dati, e il mobile si sincronizza nuovamente con il Cloud, il primo trasmette al secondo solo informazioni diverse rispetto a quelle già presenti sul database, con una bassa spesa energetica”, spiega Angeli.

Molo17 è una piccola impresa innovativa di Pordenone, che occupa 30 persone e che è stata fondata da Angeli. “Si occupa di mobilitazione dei dati: dentro i gestionali delle aziende ce n’è una quantità impressionante, e sono quasi sempre inutilizzati. Il nostro lavoro è liberarne il potenziale: attraverso l’uso di open standards e prodotti proprietari siamo in grado di mettere in comunicazione sistemi legacy o chiusi con il mondo web e mobile”. Tra le realizzazioni di Molo17 c’è anche Zulu, un’applicazione mobile e insieme una piattaforma web progettata per ottimizzare la comunicazione dei servizi medici di emergenza.

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