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Italia e Germania vogliono collaborare per affrontare le grandi sfide europee: la gestione della pandemia, la ripresa economica, la lotta al cambiamento climatico. Questa la linea di Mario Draghi, presidente del Consiglio italiano, illustrata nel corso della conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, a Palazzo Chigi. Draghi ha sottolineato come la visita di Scholz, a pochi giorni dall’insediamento del governo in Germania e dopo quella in Francia e il Consiglio europeo a Bruxelles della scorsa settimana, “contribuisce e conferma la profondità del legame fra i due Paesi”. I due capi di governo hanno concordato sulla necessità di lavorare insieme per rafforzare e accelerare il processo di integrazione europea. “Un’Unione più forte e coesa è nell’interesse di tutti”, ha detto Draghi, il cui consigliere diplomatico, Luigi Mattiolo, è stato dal 2018 al 2021 ambasciatore in Germania, osservando da vicino l’attuale cancelliere da in qualità di vice e ministro delle Finanze di Angela Merkel.

Scholz ha lodato l’Italia come esempio luminoso della lotta al coronavirus con la sua altissima percentuale di vaccinati due volte e un’ulteriore prevista intensificazione della campagna vaccinale. “Noi dobbiamo e saremo in grado di lottare contro la pandemia insieme in Europa” e questo “significa vaccinare i cittadini”, ha affermato Scholz sottolineando che, come l’Italia con Francesco Paolo Figliuolo, la Germania ha deciso di affidare a un generale, Carsten Breuer, la lotta al Covid-19.

Guardando al contesto europeo, Draghi ha sostenuto la necessità, in tema di politica estera, di superare l’unanimità, divenuta un ostacolo alla capacità d’agire dell’Unione. Servono più decisioni a maggioranza e non all’unanimità, ha detto Scholz. Quanto invece alla futura discussione sulle nuove regole di bilancio, potrebbe essere “più semplice” di altre questioni, ha spiegato il presidente del Consiglio. Tutti i Paesi sono chiamati a finanziare progetti senza precedenti, ha ricordato Draghi, in ambito del digitale, della transizione ambientale, della difesa. “Occorre vedere come questi progetti possono innestarsi su nuove regole di bilancio”, ha proseguito il premier, sottolineando come tale campo sia potenzialmente “più semplice” da affrontare di altri. Nel corso del confronto con Scholz, ha aggiunto Draghi, si è discusso “dei cambiamenti richiesti su regole bilancio e aiuti di Stato per poter essere coerenti con gli obiettivi transizione ecologica”.

Infine, Italia e Germania vogliono essere vicine e in consultazione “su temi di politica estera che affrontano i nostri Paesi”, ha dichiarato il presidente del Consiglio spiegando che con l’omologo tedesco ha anche trovato una posizione condivisa sul tema della difesa comune a livello europeo: “non in antitesi con la Nato ma come forza di complementarità” all’Alleanza atlantica. Fra i due governi c’è inoltre “forte coincidenza di vedute” su temi relativi a Paesi vicini, ha aggiunto Draghi.

Ma Italia e Germania sembrano decise a sfruttare il momento per rilanciare il rapporto bilaterale. Le diplomazie sono al lavoro per un piano di azione bilaterale finalizzato a rafforzare il rapporto a tre con la Francia all’interno della cornice europea, con scadenze, processi, azioni concrete per sistematizzare una serie di canali di collaborazione. Lo ha spiegato in un’intervista Armando Varricchio, ambasciatore italiano a Berlino, al quotidiano La Stampa. I segnali arrivano anche dal governo tedesco, che non sembra però voler rinunciare al rapporto privilegiato con la Francia. Prima dell’incontro a Palazzo Chigi, Steffen Hebestreit, portavoce dell’esecutivo Scholz, ha spiegato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che “l’Italia è un partner importante e stretto della Germania” e i due Paesi intendono approfondire la loro cooperazione attraverso un coordinamento regolare in diverse aree politiche. Secondo Hebestreit, questa collaborazione dovrebbe riguardare “l’intera gamma di questioni comuni bilaterali, europee e internazionali”.

Per il giornale tedesco, che cita fonti del governo italiano, da qualche settimana tra i ministeri degli Esteri di Roma e Berlino si è iniziato parlare di un “piano d’azione” congiunto italo-tedesco, che potrebbe essere rinnovato ogni anno. L’iniziativa italo-tedesca non dovrebbe avere la stessa qualità del Trattato del Quirinale, recentemente concluso tra Italia e Francia. Apparentemente, il governo federale vorrebbe un accordo “più piccolo”, ma al tempo stesso “più specifico”, scrive la Faz. I grandi trattati di amicizia bilaterali non fanno parte della cultura della politica estera tedesca, osservano diplomatici tedeschi. Inoltre, Berlino non intenderebbe mettere a repentaglio “l’esclusività delle relazioni franco-tedesche”, sancite nel Trattato di Aquisgrana del 2019. Tuttavia, qualora l’Italia decidesse di sottoporre al governo federale la proposta di un vasto trattato di amicizia, questa verrebbe “certamente ascoltata e presa in considerazione”.

Gli orizzonti non sembrano coincidere. Così, rispondendo a una domanda dei giornalisti, Draghi ha spiegato la situazione con prudenza. Italia e Germania hanno appena iniziato a confrontarsi su un accordo bilaterale, che verrà giudicato “alla fine del percorso”. “Per ora” si è iniziato “a individuare una serie di aree e temi”, ha dichiarato, aggiungendo che i ministeri competenti “identificheranno un metodo, e andremo avanti”. “Giudicheremo alla fine del percorso”, ha concluso.

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