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Nel 1992 l’economista statunitense Ken French ha identificato i principali fattori che permettono di prevedere i rendimenti di mercato. Sulla sua analisi, aggiornata nel 2014, si basa in parte il nuovo report della società di gestione Mfs Im. La ricerca, pubblicata in esclusiva da Formiche.net, si intitola “I fattori di Ken French e gli stili azionari nei periodi di inflazione elevata”. E rappresenta un approfondimento sull’attuale contesto economico globale in relazione all’inflazione e alle prospettive economiche delle aziende. Un lavoro più che mai prezioso in un momento storico caratterizzato dall’invasione della Russia in Ucraina e dalle relative sanzioni occidentali.

Mfs è stata fondata nel 1924. E opera a livello globale con sedi a Boston, Hong Kong, Londra, Città del Messico, San Paolo, Singapore, Tokyo, Toronto e Milano. Specializzata nella gestione attiva attraverso l’analisi fondamentale, l’approccio della società si fonda su tre princìpi guida: ricerca integrata, collaborazione globale e gestione attiva del rischio.

Il documento si apre con l’inflazione più alta mai registrata negli Stati Uniti dal 1990. Il Consumer price index, l’indice dei prezzi al consumo degli Usa, è salito di oltre il 7%. “L’inflazione appare meno transitoria rispetto alle attese di molti economisti e gli investitori si domandano quali asset potrebbero proteggere i loro portafogli qualora dovesse continuare a crescere”, si legge nel report.

“Nel passato gli episodi di inflazione sono stati accompagnati da un calo dei multipli e dei margini e da un rialzo dei tassi d’interesse, e pertanto hanno messo a dura prova i rendimenti azionari e obbligazionari. Tuttavia si ritiene che gli investitori possano orientare i propri portafogli in modo tale da attenuare gli effetti negativi dell’aumento del livello dei prezzi”.

L’inflazione stabilmente più alta e i tassi di interesse in risalita potrebbero determinare un rallentamento delle prospettive economiche e degli utili aziendali. Il conflitto in Ucraina e i conseguenti veti imposti a Mosca dai paesi della Nato, al di là dell’aspetto geopolitico, potrebbero avere forti ripercussioni finanziarie.

“Molti hanno sottolineato che Russia e Ucraina sono piccole componenti degli indici globali”, spiegano gli autori della ricerca. “È vero, ma questo non riflette pienamente l’impatto del conflitto sull’economia globale o sui fondamentali aziendali. Il rischio di stagflazione è in aumento, mentre la guerra sta inasprendo le condizioni finanziarie globali”.

Come si adegua il mercato? “Con tassi più alti e crescita rallentata”, proseguono gli esperti di Mfs. “I tassi in aumento sgonfiano le valutazioni per tutte le attività a rischio. Allo stesso tempo, rallentare la crescita significa ottenere una liquidità inferiore alle attese, che rischiano di essere deludenti con l’aumento dei costi di manodopera ed energia. La volatilità dei prezzi è apprezzata da pochi, ma oggi più che mai è necessaria per l’ecosistema finanziario”.

 

Come e quanto la guerra in Ucraina influirà sugli utili aziendali

L’aumento dei costi e l’inflazione stabilmente più alta determineranno un rallentamento delle prospettive economiche delle imprese. Il report esclusivo di Mfs Im

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