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Un piano a trazione green. E dividendo. Intesa Sanpaolo alza ufficialmente il velo sulla strategia che guarda al 2025 e traghetta la prima banca italiana nell’era post-pandemica. Il tutto mentre il risiko bancario prova a riprendere corpo, partendo dall’immancabile dossier Mps, che proprio il prossimo 7 febbraio presenterà il suo di piano industriale. C’era attesa per la presentazione della road map firmata ancora una volta da Carlo Messina, da quasi 10 anni, correva l’anno 2013, alla guida di uno dei principali istituti europei per capitalizzazione e rete.

 A TUTTO DIVIDENDO

L’impronta della remunerazione degli azionisti c’è tutta. Nel quadriennio il gruppo che lo scorso aprile ha portato a termine la fusione con Ubi, punta creare oltre 520 miliardi di valore per i soci, i dipendenti, la clientela. Di questi, oltre 22 miliardi (2021-2025) da dividendi cash con un payout ratio (la quota di reddito netto convertita in dividendo, ndr) al 70% all’anno e un buyback (riacquisto di azioni, ndr) di 3,4 miliardi nel 2022. Per le famiglie e le imprese, invece, previsto nuovo credito a medio-lungo termine erogato all’economia reale per 328 miliardi di euro, di cui 285 miliardi in Italia.

NEL NOME DELLA GREEN ECONOMY

Ma l’altro polmone del piano è la spinta alla green economy. Dei 520 miliardi, 88 sono destinati a credito rivolto alla sostenibilità, all’economia circolare e alla transizione ecologica, “con un forte focus sul supporto alla transizione ecologica alle aziende corporate e alle piccole e medie imprese”, chiariscono.

Il gruppo intende posizionarsi ai vertici mondiali per l’impatto sociale e per il focus sul clima, destinando 115 miliardi alla comunità e alla transizione verde e 500 milioni di euro per sostenere le persone in difficoltà, ma anche a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2030 per le proprie attività ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti e per l’asset management e l’attività assicurativa.

Non è finita. La banca torinese, partecipata al 6,1% da Compagnia San Paolo e al 5% da BlackRock, intende proteggere e ripristinare il capitale naturale piantando oltre 100 milioni di alberi nel quadriennio attraverso iniziative dirette o finanziamenti alla clientela dedicati.

LO SPRINT DELL’UTILE

Ovviamente, il piano di Intesa San Paolo parte da conti in ordine e in crescita, senza i quali ogni ambizione della strategia sarebbe stata ridimensionata. La banca arriverà nel 2025 ad avere un utile netto di 6,5 miliardi e un aumento del Rote (Return on tangible equity ovvero il rendimento del patrimonio netto tangibile) a circa il 14 per cento.  chiuso invece il 2021 con un utile netto a 4,18 miliardi, in crescita del 19,4% sul 2020. La redditività del titolo è attesa invece in aumento al 13,9% nel 2025 dal 9,1% nel 2021.

LA RINCORSA AL DIGITALE

Per Intesa poi è tempo anche di accelerare sul digitale e rispondere alla sfida del fintech, mettendo a disposizione del mercato nuovi prodotti. Lo stesso Messina, parlando con gli analisti in seguito alla diffusione del piano, ha ufficializzato la nascita di Isybank, cioè Intesa San Paolo for you.

Questo il nome della nuova banca digitale del gruppo torinese, dedicata ai clienti retail market ed è in partnership con Thought Machine. Uno strumento, che “rende Intesa resiliente di fronte agli attacchi del fintech, dato che diventeremo noi stessi una challenger bank con un’offerta molto più completa. Abbiamo individuato 4 milioni di clienti”, ha sottolineato Messina. Ultima nota, il titolo in Borsa è rimasto freddino, intorno al -1%.

Intesa a tutto dividendo e green economy. E sfida il fintech

Il ceo della prima banca italiana, Carlo Messina, alza ufficialmente il velo sulla strategia che guarda al 2025 e poggia su un utile di 4,1 miliardi. 22 miliardi ai soci e 88 per la sostenibilità. Ma anche la sfida all’avanzata del fintech

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