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La Cina potrebbe vendere missili ipersonici al Pakistan, un’arma attorno a cui si muovono gli interessi delle grandi potenze e che potrebbe servire a Islamabad come deterrente davanti al rafforzamento della difesa aerea dell’India. Nuova Delhi ha recentemente annunciato che entro aprile saranno completate le operazioni per attivare il sistema S-400, uno dei più potenti per proteggere i cieli, progettato dalla Almaz-Antey e prodotto dalla MKB Fakel (entrambe russe), il cui acquisto aveva creato frizioni con Washington. I missili ipersonici cinesi potrebbero bucare lo scudo che Mosca ha fornito agli indiani, e questo rappresenta anche uno degli elementi di vulnerabilità dell’allineamento con Pechino.

Nella competizione tra potenze, che Russia e Cina stanno riportando sul piano ruvido dettato dalla deterrenza militare, Mosca e Pechino non si risparmiano colpi incrociati. L’allineamento non è un’alleanza d’altronde: tutto funzionale e pragmatico, serve a creare il fronte compatto degli autoritarismi contro il modello democratico, che Washington ha trasformato in vettore di politica estera. In questo quadro articolato esistono più dossier di sovrapposizione che di cooperazione: dall’Asia Centrale all’Artico, dall’Africa al Sudest asiatico, cinesi e russi competono nei fatti più di quanto non s’abbraccino nella narrazione.

L’S-400 utilizza quattro tipi di missili terra-aria, con gittate da 40 km a 400 km e ha un sistema radar all’avanguardia: è in grado di gestire e abbattere diversi tipi di obiettivi come aerei, missili da crociera, bombe e alcuni tipi di vettori balistici. Queste capacità preoccupa Islamabad, perché effettivamente il sistema russo di cui l’India si è dotata è in grado di agganciare target fin dentro i cieli pakistani. Le armi ipersoniche, che volano a oltre cinque volte la velocità del suono, sono invece difficili da tracciare per la maggior parte dei radar e per i missili terra-aria esistenti.

Richard D. Fisher, senior fellow dell’International Assessment and Strategy Center, ha spiegato a Defense News che “è molto probabile che, nella misura in cui la Cina ha aiutato la nuova testata missilistica hypersonic glide vehicle (HGV) della Corea del Nord, aiuterà allo stesso modo alla produzione di un HGV pakistano, o semplicemente venderà il DF-17”. Il Dongfeng-17 è un missile a propellente liquido a medio raggio che viene traportato da un sistema di lancio gommato. È entrato in servizio nel 2019 e ha segnato un passaggio di sviluppo tecnologico per la componentistica offensiva cinese — passaggio su cui ci sono diverse preoccupazioni a proposito di un sorpasso militare e tecnologico sull’Occidente, “se non si prendono precauzioni” come spiegava il generale Mario Arpino su queste colonne.

Pechino ha anche la possibilità di permettere alla Corea del Nord di vendere il suo HGV al Pakistan, dato che Pyongyang ha testato con apparente successo (e più volte) i suoi vettori ipersonici.

Secondo le stime dell’intelligence statunitense, il DF-17 ha una portata di circa 2.500 chilometri e si muove tra le cinque e le dieci volte la velocità del suono. Gli analisti pakistani si sono precedentemente espressi a favore dello sviluppo di armi ipersoniche per contrastare il dispiegamento dell’S-400. Nella contesa tra India e Pakistan, la Cina è schierata con i secondi: allineamento funzionale, sia perché Pechino ripone interessi profondi nel collegare attraverso il Corridoio pakistano la Belt and Road Intiative all’Oceano Indiano, ma anche perché Pechino e Delhi hanno contese aperte com’è stato dimostrato dei recenti scontri militari al confine himalayano.

La Cina ha acquistato dalla Russia sia l’S-400 che il suo predecessore, il sistema missilistico S-300, che poi ha copiato con versioni di produzione propria della famiglia di missili terra-aria HQ-9, che ha già venduto al Pakistan. La Turchia o la Cina, Paesi amici di Islamabad che possiedono entrambi S-400, potrebbero inoltre consentire al Pakistan l’accesso ai loro sistemi, permettendogli  di sviluppare contromisure elettroniche per inceppare i radar o creare piani di volo specifici per i suoi jet da combattimento che riducono le possibilità di rilevamento.

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