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Oggi in Senato è stato presentato il nuovo programma di attività dell’interguppo parlamentare innovazione sostenibile in sanità. Tre le aree strategiche di intervento: terapie avanzate (Atmp), intelligenza artificiale in sanità ed efficienza dei modelli organizzativi regionali di presa in carico dei pazienti. La sostenibilità del Ssn e l’accessibilità all’innovazione è un tema che sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle politiche sanitarie europee e nazionali. Il dibattito ha posto al centro la necessità di considerare la salute come un investimento, superando l’approccio a comparti stagni che ha finora limitato la valorizzazione dell’innovazione.

UN’AGENDA BIPARTISAN

“Anche quest’anno l’intergruppo vuole essere uno spazio aperto di confronto sulle maggiori sfide attuali del sistema salute”. Ha esordito così Francesco Zaffini, senatore, co-presidente dell’intergruppo e presidente della commissione Affari sociali. L’intergruppo nasce come arena di confronto trasversale a tutte le forze rappresentate in parlamento. “Abbiamo deciso in questo intergruppo di adottare uno schema il più possibile fuori dallo schema classico della politica”, ha sottolineato Zaffini. Ne è convinto Daniele Manca, senatore, co-presidente dell’intergruppo e membro commissione Bilancio, che ha rimarcato: “L’obiettivo è cercare soluzioni”.

LA SALUTE COME INVESTIMENTO

Manca ha ribadito l’importanza di revisionare i paradigmi di finanziamento della sanità: “Dobbiamo abituarci a misurare l’investimento in salute come tale, ossia un investimento”. Su questo si è espresso anche Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn del ministero della Salute che ha sollevato un punto cruciale: “Non mi spiego come mai le spese per la difesa siano considerate un investimento mentre le spese sulla sanità non sono considerate tali”. “Ci sono – ha proseguito – molte evidenze che hanno dimostrato e continuano a dimostrare quanto investire in sanità rappresenti un vantaggio fondamentale sia per il paziente sia per il sistema economico e sociale. Fino al Covid, abbiamo ragionato in termini di silos, ma questo approccio non consente di valorizzare pienamente l’innovazione lato sensu“. Con questo, il capo dipartimento si riferisce non solo alle terapie, ma anche ai modelli organizzativi e ai processi di efficientamento.

RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ EUROPEA

Guido Rasi, professore di Microbiologia presso l’Università di Roma Tor Vergata, consigliere del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e già direttore di Ema, ha posto l’accento sulle criticità strutturali che frenano la competitività dell’Europa nel settore delle terapie avanzate. “Il primo problema che ha l’Europa è che non favorisce gli investimenti. Bisogna rivedere l’approccio al finanziamento della ricerca: c’è uno sbilanciamento del bottom-up e una regolamentazione pubblico-privato frammentata e non particolarmente efficiente. Senza un ecosistema favorevole al venture capital, rischiamo di perdere i brevetti o di vederli catturati all’estero”. Rasi ha inoltre lanciato un monito sulla riforma, attualmente in atto, della legislazione farmaceutica Ue: “Va a toccare il primo cardine della competitività europea mettendo mano sulla limitazione della proprietà intellettuale”.

ENTRA IN GIOCO L’HTA

Il ruolo dell’Health technology assessment (Hta) è quello di agire come “un ponte fra scienza e decisioni”, ha spiegato Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione presso il ministero della Salute. Ha illustrato il potenziale dell’Hta, con un modello sviluppato dal ministero della Salute e varato sul caso della Sma, nell’implementare la programmazione sanitaria attraverso strumenti predittivi e valutazioni di impatto, sottolineando come “l’analisi dei costi nel lungo periodo possa dimostrare il valore dell’innovazione sanitaria”, soprattutto nel contesto delle malattie rare. Entra in gioco così il regolamento europeo sull’Hta, in vigore da inizio anno che, secondo Paolo Gasparini, professore di Genetica medica presso l’Università degli studi di Trieste e rappresentante per l’Italia del Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), “rappresenta un’opportunità per superare la frammentazione delle competenze e standardizzare i criteri di valutazione”.

IL POTENZIALE DELLE NUOVE TECNOLOGIE

Rasi ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di adottare nuove metodologie di generazione dell’evidenza clinica, in particolare per le terapie destinate a popolazioni di pazienti estremamente ridotte. Su questo Gasparini ha aggiunto: “I bracci di controllo con dati sintetici – dati creati da algoritmi di calcolo per rispecchiare i dati del mondo reale – offrono un valore unico per le sperimentazioni cliniche sulle malattie rare, in cui il numero di pazienti idonei è ridotto”.

IL TERZO SETTORE

Infine, Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva, ha voluto sottolineare il ruolo delle associazioni nel processo decisionale, dichiarando: “Abbiamo colto questa grande opportunità di lavorare insieme su temi sfidanti su cui i cittadini hanno grandi aspettative. Non possiamo ridurre il dibattito alla sola sostenibilità economica: queste terapie hanno un impatto straordinario sulla sopravvivenza e sulla qualità della vita. L’Hta non si limita infatti a una valutazione economica, ma considera anche gli aspetti sociali ed etici che non dobbiamo dimenticare”.

ZAFFINI: UN NUOVO PATTO PER LA SALUTE

Sentito a margine dell’evento da Healthcare Policy per Formiche.net, Zaffini ha ribadito ancora una volta la necessità di un nuovo approccio alla sanità. “Su argomenti di questa rilevanza è necessaria una nuova alleanza. Per questo ho richiamato l’attenzione sulla necessità di un patto per la salute che coinvolga sia la maggioranza sia l’opposizione”, ha detto il presidente di commissione. “L’intergruppo parlamentare dimostra l’urgenza di un approccio non ideologico quando si parla della salute dei cittadini”, ha aggiunto, sostenendo che il Servizio sanitario nazionale italiano resta “un modello di riferimento che necessita di essere valorizzato”. Sugli obiettivi per il prossimo anno Zaffini ha affermato: “Ci troviamo di fronte a una sfida simile a quella già affrontata nel campo delle terapie avanzate per spiegare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel colmare il divario tra le esigenze di cura dei cittadini e le risorse economiche disponibili nel sistema sanitario del Paese, gravato da quasi 3mila miliardi di debito pubblico”. “Quest’anno – ha concluso il senatore – continueremo il lavoro fatto sulle terapie avanzate, stiamo mettendo a punto un modello, illustrato dalla programmazione del ministero, proprio per connettere la somministrazione di queste terapie al risultato in termini di risparmio del Fondo sanitario”.

Un nuovo patto per la salute. L'impegno bipartisan per il futuro del Ssn

Terapie avanzate, IA ed efficientamento dei modelli organizzativi. Questi gli obiettivi dell’intergruppo innovazione sostenibile in sanità per l’anno a venire. Zaffini (FdI): “Necessaria un’alleanza per la salute”. Manca (Pd): “La salute sia considerata investimento”

 

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