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Berlino annuncia la decisione di destinare più del 2% del Pil tedesco alla Difesa, puntando su riforme strutturali dell’intero comparto. La scelta è probabilmente una conseguenza dell’invasione decisa da Vladimir Putin contro l’Ucraina, ma risponde a una necessità individuata dall’Occidente già dal 2014. Di fronte a questo cambio di passo, l’Italia è pronta ad avviarsi lungo lo stesso percorso?

Il tema è stato al centro del live talk “Obiettivo 2%. La Difesa italiana all’esame di maturità”, organizzato da Airpress, mercoledì 2 marzo alle ore 18:00. Insieme al sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, e al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), Adolfo Urso, si sono confrontati i membri della commissione Difesa della Camera Roberto Paolo FerrariAlberto PaganiAngelo TofaloMaria Tripodi. A moderate il dibattito Flavia Giacobbe, direttore delle riviste Airpress e Formiche.

Di fronte a ciò che sta accadendo sul fianco est del Vecchio continente, persino il partito storicamente pacifista Spd tedesco ha compiuto una scelta storica, decidendo di aumentare le spese per la Difesa. Una scelta che risponde all’urgenza del contesto attuale, ma anche alle richieste che l’Occidente avanza fin dal 2014. Non solo, da tempo è evidente la necessità di rimodernare e riorganizzare la Bundeswehr (l’esercito tedesco), per la quale i nuovi investimenti militari prevedono di stanziare 100 miliardi di euro.

Obiettivo 2%. La Difesa italiana all’esame di maturità

La Germania ha deciso che investirà oltre il 2% del suo Pil in spese per la Difesa. Una decisione che l’Occidente chiede ai Paesi europei dal 2014. L’Italia è pronta al salto di qualità? Giorgio Mulè, Adolfo Urso, Roberto Paolo Ferrari, Alberto Pagani, Angelo Tofalo e Maria Tripodi hanno cercato di rispondere al live talk organizzato dalla rivista Airpress. Il video su questa pagina e sui canali social di Formiche da mercoledì 2 marzo, ore 18:00

Come possiamo aiutare Kiev? Il live talk di Formiche

La resistenza ucraina “si gioca sulla terra” e aiuti militari come missili anticarro sono fondamentali, spiega Marrone (Iai). L’adesione all’Ue è “un gesto dal grande significato simbolico ma va gestito secondo le giuste modalità”, dice Coratella (Ecfr)

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