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Un grande reset nella politica estera e commerciale del Regno Unito, anche con l’Europa. Obiettivo: nuovi accordi di sicurezza e tecnologici sulla scia del recente Aukus con Australia e Stati Uniti. È ciò a cui sta lavorando Liz Truss, che da meno di un mese è ministro degli Esteri nel governo britannico guidato da Boris Johnson. Lo rivela il Financial Times citando fonti diplomatiche che sembrano confermare quanto il ministro aveva indicato in un’intervista al Times pochi giorni dopo la sua promozione dal dipartimento del Commercio al Foreign Office: “Vogliamo lavorare con i nostri amici e alleati per creare più accordi economici e di sicurezza”, aveva detto. L’Aukus “riguarda la protezione delle rotte commerciali e delle rotte di navigazione specificamente con l’Australia, ma voglio guardare agli accordi con l’India, con il Giappone e con il Canada per espandere il supporto alla sicurezza negli stessi tipi di aree”, aveva aggiunto.

Le fonti del Financial Times spiegano che con Truss alla guida della politica estera britannica il Regno Unito si concentrerà sul rafforzamento delle relazioni con un numero ristretto di alleati chiave. Sophia Gaston, direttore del British Foreign Policy Group, ha definito l’approccio di Truss in linea con la “dottrina dell’adattabilità” sancita dall’Integrated Review, la strategia di politica estera post Brexit ispirata al concetto di Global Britain presentata dal governo Johnson a marzo. “Liz è stata colpita dall’incredibile livello di competenza del Foreign Office, ma pensa che siamo troppo sparpagliati. Non possiamo dare priorità a tutto”, ha detto un funzionario.

“Il suo piano è quello di creare questo quadro strategico basato su più profondi legami economici, di sviluppo e di sicurezza e impostare un tono positivo ed energico per il lavoro del dipartimento”. Come già sottolineato su Formiche.net, Truss porterà al Foreign Office l’esperienza maturata al Commercio internazionale: basti pensare che da lì aveva coordinato i lavori per il primo accordo di libero scambio post Brexit, quello con il Giappone. Ci sarà, infatti, “una forte attenzione economica”, spiegano le fonti del Financial Times, sottolineando che Truss sta lavorando a missioni diplomatiche congiunte con Anne-Marie Trevelyan, che l’ha sostituita come segretaria al Commercio internazionale.

“Liz pensa che il modo per sfidare i nostri avversari e aumentare l’influenza globale del Regno Unito sia quello di costruire legami economici più profondi con altri Paesi”, ha detto un alto funzionario del Foreign Office. “Si è concentrata sull’approfondimento dei legami commerciali, forgiando nuove partnership tecnologiche e lavorando con gli alleati per aumentare gli investimenti in infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo”.

America Latina e Africa subsahariana sono destinate al fondo della lista delle priorità britannica.

E l’Europa? Se con l’Unione europea non è ancora business as usual a causa di questioni spinose come il protocollo sull’Irlanda del Nord e con la Francia di Emmanuel Macron, dopo l’incidente Aukus, le difficoltà dureranno fino alle elezioni per l’Eliseo in agenda la prossima primavera, l’idea di Truss è di “rafforzare le relazioni bilaterali con i Paesi Ue” a partire da Spagna (impegnata in trattative su Gibilterra), Paesi baltici, gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) e Italia.

Con quest’ultima, il Regno Unito dovrebbe presto firmare un accordo bilaterale a livello di capi di governo annunciato a maggio dall’ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris. Tracciando un bilancio della collaborazione tra Regno Unito e Italia in quest’anno, con la partnership sulla Cop26 e le presidenze rispettivamente di G7 e G20, Catriona Graham, console generale britannico a Milano e direttrice del Department for International Trade in Italia, spiegava nelle scorse settimane a Formiche.net che “la sostenibilità sarà una parte fondamentale” dell’intesa.

A quanto risulta a Formiche.net, in questo momento le diplomazie dei due Paesi sono al lavoro sul G20 di fine mese, poi si focalizzeranno sul bilaterale. Il che lascia supporre che verrà trovata un’occasione ad hoc per la firma di Boris Johnson e Mario Draghi sull’accordo probabilmente tra novembre e inizio dicembre.

(Foto: Twitter @TrussLiz)

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