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“I pianeti si stanno allineando affinché l’Italia riesca a non perdere l’occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. È un messaggio all’insegna della fiducia quello che Maximo Ibarra (qui una sua recente intervista a Formiche) ha lanciato oggi dall’Italian Tech Week di Torino intervistato dal giornalista di Repubblica Riccardo Luna. Il manager italo-colombiano – che il prossimo primo ottobre assumerà ufficialmente la carica di amministratore delegato di Engineering dopo le esperienze da Ceo in Wind Tre e Sky Italia – ha sottolineato come il bicchiere per il nostro Paese debba essere necessariamente considerato mezzo pieno. Tanto più in un fase di grande dinamismo come l’attuale.

“Ci sono tutte le condizioni perché il Pnrr si confermi una fondamentale occasione di sviluppo per l’Italia”, ha osservato ancora Ibarra, che è inoltre a capo della task force sulla Digital Transformation del B20, il principale engagement group del G20. Parole in linea con quelle pronunciate sempre nella mattinata di oggi dal ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao: “Dobbiamo riportare innovazione e ottimismo in una visione di rilancio del Paese. Ce la faremo”. E anche sulla stessa lunghezza d’onda dell’ospite d’onore della kermesse torinese, il visionario fondatore di Tesla Elon Musk intervenuto insieme al presidente di Stellantis John Elkann e al direttore di Repubblica Maurizio Molinari poco prima di Ibarra.

“Occorre però fare attenzione al tema dell’execution, che rappresenta un possibile ostacolo”, ha rilevato il manager, secondo il quale la semplificazione costituirà la chiave di volta per garantire il successo del Recovery Plan italiano. Risultato al quale ovviamente dovrà contribuire pure la pubblica amministrazione che, ad avviso di Ibarra, ha già cominciato a dare segnali positivi anche in ottica innovazione: “Penso alla sanità e alla mobilità ad esempio”.

Certo, perché ciò avvenga “sarà necessario superare la logica dei silos”, quindi in pratica del funzionamento della Pa a compartimenti stagni, per andare a costruire quello che si definisce “un ecosistema digitale”. I margini per riuscirci ci sono tutti, specie in un momento storico caratterizzato – come ha affermato Ibarra – dalla possibilità “di reinventare il futuro, la tecnologia e il business”. In quest’ottica è chiaro che la pandemia abbia rappresentato un formidabile acceleratore del processo di digitalizzazione dell’Italia e degli italiani ma il trend – ha commentato il manager – era già in corso.

Un percorso che solo apparentemente si pone in contraddizione con lo stop allo smart working disposto, di fatto, sia per i dipendenti pubblici che privati: “È un classico esempio di effetto elastico: la pandemia ci ha costretto a passare da 0 a 100 dal punto di vista della tecnologia a casa, era inevitabile che ci fosse poi bisogno di uscire e di tornare a fare esperienza all’aperto. Seguendo questa stessa logica però riusciremo ad arrivare all’equilibrio tra presenza fisica e digitale”. D’altronde, appunto, è tempo di  ottimismo e di soluzioni innovative.

Ibarra

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