Skip to main content

Sia Italgas, più importante operatore in Italia nel settore della distribuzione del gas naturale, sia Terna, gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica, hanno comunicato che il consigliere di amministrazione Yunpeng He, rappresentante della cinese State Grid Corp, ha rassegnato le proprie dimissioni, con efficacia dalla data di nomina del suo sostituto, per sopravvenuti impegni professionali. Entrambe le società, quotate su Euronext Milan, hanno precisato in una nota che non sono previste indennità o altri benefici spettanti a seguito della cessazione dalla carica.

I lettori più attenti di Formiche.net non saranno stupiti della notizia. Nelle scorse settimane, dopo l’attenzione del governo di Mario Draghi sul 35% di Cdp Reti (veicolo di investimento che gestisce le partecipazioni in Snam, oltreché in Italgas e Terna) detenuto dal colosso cinese, avevamo sottolineato quanto scritto da Repubblica: “pare che ultimamente” l’uomo di fiducia di State Grid anche nella greca Ipto, “sia stato costretto ad alzarsi dai vari consigli per una serie di potenziali conflitti, senza contare che da quando è in vigore la norma del Golden Power, approvata all’inizio della pandemia, la questione è ancora più delicata”. A stretto giro sono attese le sue dimissioni anche da Snam.

Segnali del nuovo corso inaugurato a Cdp da Dario Scannapieco, in cui va letta anche l’offerta del fondo statunitense Kkr per Tim, come notavamo su Formiche.net. Per dirla con la prestigiosa rivista americana Foreign Affairs, “allineando le sue politiche con le priorità statunitensi ed europee” l’Italia di Draghi “ha reso chiara la sua posizione nell’emergente competizione tecnologica tra Cina e Occidente” – tecnologica, ma non soltanto.

A fine novembre il nuovo corso inaugurato a Cdp da Scannapieco, uno dei “Draghi boys” al Tesoro negli anni Novanta, aveva fatto registrare un nuovo episodio: l’uscita di scena di Franco Bassanini, sotto la cui gestione State Grid era entrata nel 2014 in Cdp, dalla presidenza di Open Fiber, società incaricata di accelerare la messa a terra dell’infrastruttura a banda larga.

State Grid non sembra intenzionata a mollare la presa su Cdp Reti. Lo conferma il fatto che a metà novembre il consiglio di amministrazione della società, a seguito delle dimissioni dello stesso He, aveva cooptato Qinjing Shen, quale nuovo amministratore espressione di State Grid. Fatto sta che, come spiegato su queste pagine, oggi, con la riforma Gentiloni sulla cybersecurity del 2017 e la normativa europea del 2018, non avrebbe potuto mettere le mani sul 35% di Cdp Reti.

Ecco perché il governo sta cercando soluzioni, per quanto la strada sia in salita. “Quando nel 2020 si presentò una situazione analoga in Ansaldo Energia, la soluzione fu più facile perché la società era in crisi, Cdp si offrì di ricapitalizzarla e il socio Shanghai Electric si diluì dal 40 al 12,4%”, notava Repubblica. “Su Cdp Reti, che va molto bene, la soluzione è più difficile da trovare”.

Meno Cina in Italgas e Terna? Si è dimesso il consigliere di State Grid

Yunpeng He, uomo di fiducia del colosso cinese, lascia gli incarichi. Atteso il passo indietro anche in Snam, dopo quello in Cdp Reti. Il gruppo non vuole mollare la presa, ma il governo studia soluzioni

Nomine, gas e golden power. Gabrielli al Copasir

Un incontro per chiarire i dubbi e ripartire. Il Copasir sente in audizione l’Autorità delegata all’intelligence Franco Gabrielli. Al centro dei colloqui una modifica della legge 124 sugli incarichi dei direttori e la proroga del golden power. Ma anche la relazione sulla sicurezza energetica

Unicredit schiva Mps per comprarsi la banca russa Otkritie?

Secondo Bloomberg, l’istituto milanese questa settimana inizierà la due diligence sulla settima banca russa, nazionalizzata nel 2017 dopo un crac di dimensioni storiche. Nel consiglio di sorveglianza di Otkritie è entrato da poco l’ex presidente di Unicredit Russia

Il caso Djokovic tra sport e diplomazia. Il punto dell’amb. Marsilli

Oltre all’aspetto sportivo, il “caso Djokovic”, con il tennista fermato all’aeroporto di Melbourne per presunte irregolarità nella documentazione sanitaria, presenta anche delle ripercussioni politiche e sociali. La riflessione dell’ambasciatore Marco Marsilli, consigliere scientifico della Fondazione Icsa, già rappresentante permanente presso il Consiglio d’Europa e direttore centrale alla Farnesina per le questioni globali e i processi G8/G20

Tic-toc, se Putin teme il game over ucraino. Parla Lesser

Intervista a Ian Lesser, vicepresidente del German Marshall Fund. In Ucraina Putin ha giocato d’anticipo, ora rischia di finire fuori tempo. Il nulla di fatto a Ginevra è un problema più per la Russia che per gli Usa, occhio alla partita Nord Stream. Ue? Rimane a bordocampo

Il trading colpisce ancora. E alla Fed cade il numero due

Dopo il passo indietro di due alti dirigenti, lo scorso settembre, seguito dalla stretta di Powell sulle transazioni operate dai vertici della Fed, anche il vicepresidente Richard Clarida inciampa nell’attivismo sui mercati

Huawei a caccia di chip per risollevarsi dopo le sanzioni Usa

Alle prese con i conti in rosso e le restrizioni di Washington, il colosso di Shenzhen ha lanciato un fondo per investirsi in aziende della supply chain dei semiconduttori. Una mossa in linea con la spinta di Xi all’autosufficienza

Il silenzio di Draghi ha rafforzato la sua candidatura al Colle. Parla La Russa

Secondo il senatore di FdI, nel solco di quanto detto anche dalla leader Giorgia Meloni, quella del premier è stata una scelta che denuncia un disegno chiaro: “Tutti i giochi sono aperti e lui è interessato alla corsa al Colle”

La passione per l'Europa e il magistero di Dossetti. Castagnetti ricorda Sassoli

L’ex segretario del Partito Popolare sulla scomparsa del presidente del Parlamento europeo, al quale era legato da un rapporto di amicizia profondo: “La politica perde uno dei leader più prestigiosi a livello internazionale. Un uomo che ha saputo declinare il suo mandato in maniera molto incisiva”

Accordo un tubo. Su Ginevra l'ombra del Nord Stream 2

Sul summit di Ginevra si staglia l’ombra (da 1200 chilometri) del gasdotto russo Nord Stream 2. Al Senato è atteso il voto per un pacchetto di sanzioni proposto dal repubblicano Cruz che potrebbe mandare tutto all’aria e far infuriare Putin. Ma i democratici hanno un piano B

×

Iscriviti alla newsletter