Skip to main content

Analizzando i primi sei mesi del 2021, il Financial Crimes Enforcement Network, bureau del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha individuato transizioni di bitcoin in uscita per un valore totale di circa 5,2 miliardi di dollari (pari a 4,5 miliardi di euro) che probabilmente sono legate alle prime dieci varianti di attacchi ransomware più comunemente segnalate.

Nel documento “Financial Trend Analysis” relativo al ransomware nel primo semestre del 2021, il bureau ha identificato 177 indirizzi di portafogli Cvc (moneta virtuale convertibile) utilizzati per i pagamenti legati a questo tipo di attacchi informatici dopo aver analizzato 2.184 Sar (rapporti di attività sospette) presentati tra il 1° gennaio 2011 e il 30 giugno 2021, e che riflettono 1,56 miliardi di dollari in attività sospette. È sulla base dell’analisi blockchain delle transazioni legate a questi 177 portafogli, che il bureau ha tratto la cifra di 5,2 miliardi di dollari.

Il Bureau ha anche collegato queste transazioni a un totale di 590 milioni di dollari esposti da 458 transazioni segnalate e 635 Sar presentate da istituzioni finanziarie nei primi sei mesi di quest’anno. “Secondo i dati generati dalle Sar legate al ransomware, la media dell’importo totale mensile sospetto medio delle transazioni ransomware era di 66,4 milioni di dollari”. Il bitcoin è “il metodo di pagamento più comune legato al ransomware nelle transazioni segnalate”.

Il valore totale delle Sar legate al ransomware dei primi sei mesi del 2021, 590 milioni di dollari, supera già i 416 milioni di dollari riportati per l’intero 2020. Anche le 635 Sar depositate fino a giugno 2021 sono in crescita rispetto alle 487 segnalate in tutto l’anno scorso. Dalle segnalazioni presentate nel periodo di tempo analizzato, il bureau ha anche identificato 68 varianti di ransomware attive (le più comunemente segnalate sono state REvil/Sodinokibi, Conti, DarkSide, Avaddon e Phobos), così come i primi dieci ransomware con più vittime e più alti riscatti richiesti.

Il rapporto del bureau è stato pubblicato a poche ore di distanza dalla Counter-Ransomware Initiative, riunione convocata dall’amministrazione statunitense di Joe Biden in occasione del mese della consapevolezza sulla sicurezza cibernetica e tenutasi la scorsa settimana con la partecipazione di 32 governi. Il documento finale suona come un avvertimento a Russia e Cina, come raccontato su Formiche.net.

Obiettivo: evitare altri attacchi come quelli che avvenuti tramite le vulnerabilità di SolarWinds (di matrice probabilmente russa) o la falla in Microsoft Exchange (i sospetti, in questo caso, portano in Cina), oppure ancora come l’attacco contro la Regione Lazio. Come fare? Colpendo lì dove fa più male, cioè al portafoglio. In questo senso è da segnalare che il mese scorso il dipartimento del Tesoro ha sanzionato la piattaforma Suex, con sede nella Repubblica Ceca ma operante in Russia, che avrebbe contribuito a riciclare più di 160 milioni di dollari in fondi illeciti per vari gruppi criminali specializzati negli attacchi ransomware.

Così, i governi partecipanti alla riunione hanno deciso di individuare alcune aree per un’azione comune: condivisione di informazioni su cyber-attacchi e indagini, resilienza delle reti (spingendo anche le aziende a fare la loro parte rafforzando la loro sicurezza), contrasto ai meccanismi finanziari utilizzati per riciclare i pagamenti dei riscatti e impegno diplomatico contro “paradisi” che ospitano gli hacker.

Tra i 32 riuniti via Zoom alla riunione convocata dalla Casa Bianca c’era anche l’Italia. Che, spiega l’avvocato Stefano Mele, partner dello studio Gianni & Origoni “come la maggior parte dei Paesi occidentali, vive una vera e propria emergenza a causa degli attacchi ransomware, in particolar modo da due anni a questa parte”. Anche nel nostro Paese, infatti, prosegue l’esperto, “continuano a crescere con percentuali spaventose. E soprattutto crescono non solo sotto il profilo della quantità, ma anche e soprattutto sotto quello della qualità dei soggetti attaccati. Peraltro, soprattutto nei casi in cui la vittima sia un attore di alto profilo, come per esempio un soggetto che eroga servizi essenziali per i cittadini o che svolge una funzione essenziale per gli interessi dello Stato, un attacco ransomware è sempre più spesso un semplice diversivo per coprire le tracce di un attacco informatico condotto per finalità di spionaggio, al fine di rendere più ancora più complicate le indagini”.

Sfogliando il rapporto del Tesoro statunitense, ma anche considerando la situazione italiana ed europea, l’avocato Mele osserva: “Ci si chiede se il legislatore non debba cominciare a pensare a una norma che vieti il pagamento dei riscatti derivanti dal ‘sequestro dei dati’, ovvero da attività estorsive svolte attraverso o in conseguenza di attacchi informatici, come già da tempo accade in Italia e non solo nel caso dei sequestri di persona. È un dibattito attualmente molto acceso negli Stati Uniti, forse è il momento che se ne cominci a discutere anche da noi”, conclude.

Oltre 5 miliardi in soli sei mesi. Il bottino del ransomware negli Usa

Gli attacchi informatici con estorsione sono cresciuti a dismisura nella prima metà dell’anno oltre Atlantico. Ma anche in Italia… L’avvocato Mele (Gianni & Origoni): “Sempre più spesso sono un diversivo per coprire le tracce di un’offensiva per spionaggio. Serve una norma che vieti i pagamenti”

Tra le eccellenze prevalgono le donne

Il premio “Marchigiano dell’anno” raccontato da Giorgio Girelli, presidente Onorario del Centro Studi Marche “Giuseppe Giunchi”. La cerimonia ha avuto luogo nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica dove ogni anno vengono consegnati gli attestati ai marchigiani che si sono particolarmente distinti nei rispettivi campi di attività. Premiati l’imprenditrice Alessandra Baronciani, la ricercatrice Emanuela Palmerini e il maestro di musica Maurizio Tarsetti

Cina batte Usa nell’Intelligenza artificiale (e non solo)

Attualmente, l’intelligenza artificiale è un campo altamente competitivo nei circoli scientifici e tecnologici cinesi e statunitensi. I suoi casi d’uso includono la progettazione di tecnologie informatiche in grado di pensare e agire come esseri umani per eseguire varie attività complesse. Sia la Repubblica Popolare della Cina che gli Stati Uniti d’America si contendono il dominio in questo campo. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Si fa presto a dire pacifico. Lo Spazio (cinese) tra suborbitale e ipersonico

Pechino smentisce il test di un nuovo vettore ipersonico e parla di “veicolo spaziale riutilizzabile” destinato a scopi “pacifici”. Ma allora perché non c’è stata comunicazione come per le altre prove di tecnologia simile? La risposta tocca tre questioni a crescente rilevanza nel confronto tra potenze: la corsa all’ipersonica, l’attenzione alla riutilizzabilità nello Spazio e la (im)possibilità di attribuire natura “pacifica” agli assetti spaziali

Derivati per tutti. Così la Cina mette a rischio la finanza occidentale

Le banche di investimento del Dragone stanno vendendo prodotti derivati ad alto tasso di speculazione a molte istituzioni finanziarie europee, ma non solo. Una mina che rischia di esplodere presto o tardi, creando disastri simili a Mps e Deutsche Bank. Intanto la ripresa cinese frena ancora

Draghi (non) sarà la nuova Merkel. Stoccata di Bloomberg

Un editoriale sul noto quotidiano finanziario americano spiega perché Mario Draghi non sarà per l’Europa una nuova Angela Merkel. Troppo filo-atlantico per questa Ue e manca di una legittimità politica. La strada verso una leadership europea è piena di ostacoli. Ecco quali

Più sfide e pochi aerei. L’allarme del generale Rosso

Tra necessità di innovazione e risorse limitate, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, generale Alberto Rosso, dalle colonne de La Repubblica lancia l’allarme: nel futuro aumentano le sfide ma ci sono troppi pochi aerei

Urso (Copasir) spiega come l’Agenzia cyber ci aiuterà nella competizione con la Cina

Ospite di un evento Humint Consulting, il presidente del Copasir ha detto: “Con l’Agenzia l’Italia si è finalmente dotata di uno strumento di indirizzo e attuazione delle politiche per la sicurezza nel web che garantirà modalità operative particolarmente innovative”

Sì, la Cina ipersonica è un problema. Parola di generale

Non facciamoci illusioni, la Cina continuerà a crescere ed “allargarsi” secondo i piani, e lo farà sotto ogni profilo. L’”ipersonico” è solo uno dei tanti esempi possibili. E il sorpasso militare e tech sull’Occidente, se non si prendono precauzioni, non è un miraggio. Il commento del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa

Francesco e il salario universale. Per capire bastava leggere Civiltà Cattolica

Gael Giraud, gesuita economista, per primo ha parlato di transizione ecologica e sulla rivista diretta da padre Spadaro ha scritto che il papa, proponendo il salario universale, indica chiaramente che bisogna rivolgersi a tutti i “lavoratori”, anche alle casalinghe. Concetti espressi fin dall’inizio della pandemia e non solo ora

×

Iscriviti alla newsletter