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Washington alza il livello di attenzione su Cina e Russia esponendo il problema di allinearsi con le due “rival powers” (così definite dalla più aggiornata National Security Strategy, quella del 2017) agli alleati mediorientali. L’avviso arriva da Dana Stroul, che al Pentagono occupa il ruolo di vice-assistente del Segretario con il compito di lavorare sul Medio Oriente. La questione è di primaria importanza per il futuro della Superpotenza, e tra l’altro è tra i temi che in questi giorni Formiche.net sta affrontando in partnership con China Med nell’evento “A Strategic Nexus”, focalizzato più sul Mediterraneo ma con un’ottica alla porzione allargata che chiaramente arriva fino alla fascia mediorientale.

Parlando in un webinar online organizzato dal Middle East Institute, Stroul ha sollecitato il sostegno agli Stati Uniti, insistendo sul fatto che le nazioni mediorientali continuerebbero a trarre maggior vantaggio dalle relazioni strategiche con Washington che con Pechino e Mosca: “Per me, la scelta è chiara tra ciò che puoi ottenere dalla Cina o dalla Russia e ciò che puoi ottenere dagli Stati Uniti”.

Il messaggio suona come un monito che arriva in un momento delicato, in cui gli americani si stanno disimpegnando dalla regione ma non vogliono perderne la posizione di centralità; mentre i rivali cercano di sostituirsi negli spazi lasciati vuoti dagli Usa. Il vice assistente segretario alla Difesa ha insinuato che lo sviluppo di relazioni con Mosca o Pechino potrebbe “mettere a rischio le partnership con gli Stati Uniti”. Difficile essere più chiari di così.

La voce grossa di Stroul non nasconde un’evidente preoccupazione. Il disimpegno americano (che significherà un calo di coinvolgimento diretto in eventuali crisi, ma non di interesse e presenza) ha come presupposto l’instaurarsi di un sistema di ordine in equilibrio controllato dagli Stati Uniti. La presenza di attori concorrenti diventa chiaramente problematica, sia perché potrebbero lavorare per scombussolare quell’ordine, sia perché potrebbero approfittarne per approfondire le loro sfere di influenza.

Vedere per paradigma come sia la Russia che la Cina hanno spinto la diffusione dei loro vaccini anti-Covid tra paesi alleati degli Usa. Un esempio recente è il Bahrein, paese alleato tattico-strategico degli Stati Uniti, base della US Navy lungo il Golfo Persico, che ha in questi giorni firmato un accordo di produzione del vaccino Sputnik V, il siero russo che Mosca sta usando per creare influenza in determinate regioni del mondo, come quella Medio Oriente – Nord Africa.

Situazioni simili riguardano la Cina, che per esempio ha negli Emirati Arabi Uniti – uno dei principali alleati strategici e militari degli Usa – il più grande centro di produzione del vaccino Sinopharm. Ma c’è molto di più: la Cina, così come la Russia, stanno cercando di creare cooperazioni sul campo militare (anche attraverso vendite di armamenti) e di acquisire il controllo di postazioni di valore come i porti.

Aspetti che vanno ben oltre il tollerabile per gli Usa – ossia i collegamenti di carattere economico-commerciale e finanziario, su cui Washington lascia campo relativamente libero ai partner. Il rischio, per Washington, è anche di valore superiore: la congiunzione tra l’ordine autoritario cinese e quello che caratterizza diversi paesi della regione (come le monarchie del Golfo, per esempio) potrebbe creare un problema per un’amministrazione come quella Biden che vede nella tutela delle democrazie e nella diffusione dei valori condivisi da queste un vettore di politica estera.

“E vorrei solo avvertirli di nuovo che c’è un punto in cui non solo [Cina e Russia] minacceranno la tua partnership con gli Stati Uniti, ma minacceranno effettivamente la tua sovranità nazionale in paesi come il Libano”, ha detto Stroul. L’alta funzionaria del Pentagono ha accusato la Russia di coltivare le intenzioni di sfidare gli Stati Uniti in Medio Oriente e di sottolineare i suoi partenariati regionali strategici come forma per ingaggiare il confronto.

Gli Usa avvisano gli alleati in Medio Oriente: occhio alla Cina (e alla Russia)

Washington manda un messaggio chiaro agli alleati mediorientali: “La scelta è chiara tra ciò che puoi ottenere dalla Cina o dalla Russia e ciò che puoi ottenere dagli Stati Uniti”

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