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E siamo a tre. Con quello di oggi, Donald Trump posticipa per la terza volta e per altri 90 giorni il bando a TikTok. “In settimana il presidente firmerà un ulteriore ordine esecutivo per far sì che continui a funzionare”, conferma la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Che, alla domanda se voglia spegnerlo, sentenzia: “Non vuole”. Al contrario, il tycoon vuole sfruttare questo periodo di tempo per trattare affinché “questo accordo venga concluso in modo che gli americani possano continuare a usare TikTok con la garanzia che i loro dati siano al sicuro”.

Un breve ma necessario riepilogo. La preoccupazione del governo americano era che il social cinese di proprietà di ByteDance fosse, in sostanza, il cavallo di Troia di Pechino per influenzare il pubblico americano. Era dunque un problema di sicurezza nazionale, per cui l’amministrazione di Joe Biden era arrivata al punto di vietarlo sul proprio territorio nazionale qualora l’azienda madre non avesse ceduto il social a un’americana. Niente di più difficile. Per gli Stati Uniti, mettere al bando un’app utilizzata da circa 170 milioni di persone – la stragrande maggioranza appartenenti alla Gen Z – poteva essere controproducente, andando a generare un problema di consenso. Se poi TikTok non avesse cambiato l’algoritmo, il nodo alla base sarebbe comunque rimasto. Per la Cina, che già la considerava una violazione nei suoi confronti, è stato impossibile procedere dopo l’introduzione dei dazi di Trump, per cui si è opposta alla cessione. Con l’arrivo di Trump le cose sono cambiate. La prima scadenza era fissata poco dopo il suo insediamento, ma è stata spostata di tre mesi. Poi ancora di altri 90 giorni e, oggi, ha fatto lo stesso.

Eppure era lo stesso Trump a demonizzare TikTok durante il suo primo mandato. Il cambiamento è dovuto al momento storico. Come detto, a congelare l’accordo è stato lo scoppio della guerra commerciale sull’asse Washington-Pechino. Difficilmente i cinesi potevano accettare la scorporazione del social network, ma con i dazi introdotti da Trump questa possibilità è diminuita ancor di più. Poi il tycoon ci ha ripensato, abbassando il tiro e aprendo a una trattativa con il governo cinese. Nel mezzo, anche una telefonata con il presidente Xi Jinping.

Qualcosa però sembrerebbe essersi sbloccato nell’ultimo periodo. Giusto pochi giorni fa, c’è stata una piccola svolta. Dopo due giorni di colloqui a Londra, i negoziatori di entrambe le parti avrebbero raggiunto un accordo quadro. “L’idea è che torneremo a parlare con il presidente Trump e ci assicureremo che lo approvi”, aveva dichiarato il segretario al Commercio Howard Lutnick. Stessa cosa avrebbero fatto i cinesi. “E se così fosse, metteremo in atto questo quadro generale su cui abbiamo lavorato duramente”. Alla luce di tutto questo, che Trump salvi ancora una volta TikTok non è soltanto logico, ma anche scontato.

Perché Trump salva ancora una volta TikTok

Il presidente americano firmerà in settimana un ordine esecutivo per prorogare di altri 90 giorni l’entrata in vigore del divieto del social network. Il motivo va ritrovato nelle relazioni tra Washington e Pechino, che sarebbero vicine a un accordo

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