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In principio fu Corrado Passera, con la sua Spax. Ma da oggi c’è anche un pezzo di Stivale nel mercato in pieno fermento delle Special purpose acquisition company, a dispetto di chi pensava che le società veicolo nate per investire in realtà innovative e portarle in Borse, fossero esclusivo appannaggio dei Paesi anglosassoni, Stati Uniti in testa. La prova? Nella presentazione di Revo, l’iniziativa promossa da Claudio Costamagna, ex Cdp e Goldman Sachs e Alberto Minali, manager scuola Generali e, più di recente, alla guida di Cattolica. Obiettivo non dichiarato, portare un po’ di Italia in un mercato che secondo i dati di Refinitiv ha visto le Spac raccogliere nei primi due mesi 79,4 miliardi di dollari a livello globale, superando i 79 miliardi raccolti nell’intero 2020.

Oggi si è alzato il velo sulla creatura di Minali e Costamagna (qui l’articolo con i primi dettagli), che segue il modello visto finora: manager dalla provata esperienza nel campo della finanza, anche istituzionale, che si alleano per dare vita a una Spac. In Francia, per esempio, con l’ex ceo di Unicredit, Jean-Pierre Mustier, unitosi con il finanziere Bernard Arnault per dare vita alla Spac Pegasus. Ora, la risposta italiana, con Revo e il tandem Minali (ceo) e Costamagna (presidente), anche se natura e mission sono diverse. La Spac comincerà a raccogliere fondi dall’11 maggio assistita da Ubs, Intesa Sanpaolo e Equita, ponendosi come obiettivo la quotazione entro il mese di maggio. La società punta a raccogliere 200 milioni di capitale e, vista la presenza di Minali alla guida del gruppo si rivolge ovviamente al settore assicurativo.

Più nel dettaglio, Revo intende individuare ed acquisire una società operante nel settore assicurativo al fine di realizzare un gruppo assicurativo, a forte vocazione insurtech, prefiggendosi di diventare leader nel segmento delle linee di rischio non tradizionali (come le specialty) e nel nuovo mondo dei rischi parametrici, segmento questo sconosciuto in Italia, che punta a pagare la polizza al manifestarsi dell’evento e non al realizzarsi di un danno. Sono stati annunciati anche tre investitori istituzionali, che contribuiranno con 15 milioni ciascuno: Vittoria Assicurazioni, Fondazione Cariverona e Scor.

Ed è proprio lo stesso ceo di Revo Minali a spiegare a Formiche.net genesi e missione della Spac. “Da un lato, Revo vuole acquisire una posizione distintiva nel mondo italiano delle Spac forte di una serie di elementi – tra cui non essere generalista, avere i promotori vincolati per 5 anni, utilizzare azioni speciali non convertibili nella fase di business combination – che la rendono unica”, spiega Minali. “Dall’altro, intende assumere un ruolo di leadership nel mercato italiano dei rischi speciali per le piccole e medie imprese e allo stesso tempo puntiamo a diventare il riferimento per la comunità dei brokers e per gli agenti plurimandatari delle compagnie di medie dimensioni, grazie a una innovativa piattaforma di underwriting”.

Minali spende poi parole sul futuro del mercato italiano delle Spac. “In Italia il mercato era fermo da un po’ di tempo. Ci sono stati casi di successo, altri meno. Noi abbiamo pensato a una struttura originale e diversa, con un forte allineamento tra investitori e promotori. Non prevediamo infatti nessuna conversione delle azioni speciali né all’Ipo né alla business combination, ma solo al superamento di due soglie di prezzo (rispettivamente 12,50 euro e 14,00 euro per azione), con la quotazione prevista a 10 euro”.

Non è tutto, “ci sarà poi un lock-up di cinque anni dalla business combination per i promotori, con il management che resterà pienamente ingaggiato per far acquisire valore alla società. Ecco, crediamo che la nostra Spac possa favorire una progressiva articolazione del modo di porsi delle Spac, attraverso cui rilanciare questo importante strumento finanziario. Se le precedenti esperienze guardavano al breve termine, da Revo in avanti ci si porrà maggiormente obiettivi di medio e lungo periodo”.

Una Spac all'italiana ma diversa dalle altre. Minali spiega Revo

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