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Aumentano le pressioni cinesi su Tesla. Due enti governativi di Pechino hanno criticato l’azienda gestita da Elon Musk e il trattamento ai loro clienti.

L’agenzia statale Xinhua ha pubblicato un articolo nel quale mette in dubbio la qualità delle auto elettriche prodotte da Tesla, insistendo che dovrebbero soddisfare le aspettative del mercato per conquistare la fiducia dei clienti.

Da quanto si legge su Bloomberg, il governo cinese considera che Tesla “dovrebbe affrontare l’esitazione dei consumatori sull’acquisto delle sue auto, dopo che sono emersi problemi che vanno dal malfunzionamento dei freni alle fiamme durante la ricarica dei veicoli”.

In seguito, la Commissione per gli affari politici e legali del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese ha pubblicato sul proprio account WeChat un commento nel quale si dice che Tesla dovrebbe rispettare i consumatori cinesi, e anche le leggi e le norme locali, facendo uno sforzo per trovare l’origine di alcuni problemi nel funzionamento delle macchine.

L’ente del Partito Comunista Cinese, che risponde alla polizia e ai tribunali cinesi, si riferisce ad un incidente avvenuto all’evento Shanghai Auto Show. “Una manifestante arrabbiata è salita in cima a uno dei suoi veicoli da esposizione gridando che i freni della sua auto avevano perso il controllo – si legge su Bloomberg -. Era in live streaming accanto allo stand di Tesla, prima di mettere in scena la sua protesta, che è stata catturata da decine di spettatori che hanno poi caricato il filmato in rete, facendolo diventare virale sui social”. La donna è nota per aver protestato più volte contro i freni di Tesla e resterà cinque giorni in carcere.

Invece nel 2019, la società di Musk era stata ben accolta da Pechino dopo l’apertura del Gigafactory a a Shanghai, ricevendo un sostegno importantissimo dal governo cinese. “Il più grande produttore mondiale di veicoli elettrici ha estratto i vantaggi che altre società internazionali hanno faticato a ottenere in Cina – sottolinea Bloomberg -,  comprese agevolazioni fiscali, prestiti a basso costo e il permesso di possedere interamente le proprie aziende locali”.

Le critiche da Pechino arrivano in un momento difficile per l’immagine di Tesla, dopo che a marzo è stata accusata di spionaggio dalle autorità cinesi, in una dinamica simile alla messa a bando di Huawei negli Stati Uniti (qui l’approfondimento di Formiche.net).

Ieri si è aggiunto l’incidente in Texas: Una Tesla Model S si è schiantata contro un albero e ha preso fuoco, uccidendo i due passeggeri. Nessuno dei due era al volante al momento dello schianto, contravvenendo alle regole imposte alla casa automobilistica quando si imposta l’Autopilot, la guida semi-automatica brevettata da Musk.

L’incidente texano ha colpito il valore del titolo Tesla in Borsa. Le azioni sono crollate di circa il 4%, provocando circa 5,6 miliardi $ di perdite. A scatenare la reazione l’annuncio della National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’agenzia governativa del Dipartimento dei Trasporti americani che si occupa di incidenti imputabili ai veicoli, di indagare sull’accaduto. Un altro dossier che si aggiunge ad altri 20 presenti sul tavolo della Nhtsa e che coinvolgono auto Tesla.

Sebbene le auto elettriche non siano più pericolose delle auto a benzina, le batterie al litio ad alto voltaggio come quelle usate da Tesla rischiano di incendiarsi di più, secondo la Nhtsa.

Sul caso texano, Musk ha scritto un tweet (ai suoi 52 milioni di follower) nel quale sostiene che una Tesla con pilota automatico attivato ha circa 10 volte meno probabilità di essere coinvolta in un incidente rispetto ad un’auto normale. Ha assicurato che i registri dimostrano che il pilota automatico non era abilitato e il proprietario non aveva attivato la funzione completa del Full Self Driving (Fsd). Inoltre, questa modalità richiede che i lampioni della strada siano accesi, e nella strada dell’incidente non lo erano.

Elon Musk

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