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La China Maritime Safety Administration (MSA) ha dichiarato chiuse esercitazioni che la Marina dell’Esercito di Liberazione del Popolo aveva iniziato quattro giorni fa nel Mar Cinese Orientale, al largo della costa della provincia di Zhejiang. In precedenza aveva diffuso un messaggio vietando a tutte le navi di avvicinarsi per via dell’uso di proiettili reali (live-fire). L’aspetto interessante è che l’area di addestramento si trova a soli 243 chilometri da Taiwan, e questi war-game arrivano dopo che da alcune settimane l’attenzione attorno all’isola è cresciuta.

Taiwan è oggetto delle preoccupazioni internazionali, con il Giappone che ha inserito il destino della Repubblica di Cina tra gli elementi da tenere in osservazione prioritaria per la propria sicurezza nazionale. Tokyo è concretamente preoccupata dal rischio che tra le acque dello stretto che divide l’isola dal mainland possa esplodere un conflitto tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha messo in chiaro che la riconquista di quella che considera una provincia ribelle è qualcosa da ottenere anche con l’uso della forza entro il 2049, data del centenario dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

L’esercitazione non era stata annunciata in precedenza, ed è effettivamente possibile che sia stata organizzata con lo scopo di contrastare la progressione delle relazioni tra Stati Uniti e Taiwan. In particolare, un episodio recente ha fatto infuriare Pechino perché rappresenta l’aumento di queste connessioni: un aereo da trasporto militare statunitense – un C-146A Wolfhound – era atterrato all’aeroporto Songshan di Taipei il 15 luglio.

“L’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA) può espellere, sparare colpi di avvertimento o persino abbattere aerei militari stranieri che sconfinano nello spazio aereo cinese”, aveva scritto il Global Times. “Taiwan è una parte inalienabile della Cina e qualsiasi aereo militare straniero che atterra sul territorio cinese deve ottenere il permesso del governo cinese”, aveva dichiarato il ministro degli Esteri cinese.

Sebbene sia rimasto solo 34 minuti sulla pista, si è trattato della seconda visita americana in poche settimane. Il 6 giugno, tre senatori degli Stati Uniti erano arrivati ​​a Taipei a bordo di un C-17 Globemaster, usato per visitare l’isola al posto di un normale aereo di linea. In quell’occasione era stata annunciata la donazione di 750mila dosi di vaccino anti-Covid Pfizer/BioNTech. Ossia del siero più evoluto insieme a quello Moderna, basato sulla tecnologia mRna, che per ora la Cina non è riuscita a implementare in nessuno dei suoi farmici.

Cina che sta usando i vaccini come forma di penetrazione geopolitica, nonostante si stiano dimostrando poco efficaci. Penetrazione da cui Taiwan ha sempre cercato di smarcarsi, costruendo un sistema di gestione della pandemia indipendente e esemplare, che la Cina ha costantemente cercato di intralciare.

La MSA cinese nei giorni scorsi ha diffuso un altro avvertimento che un’esercitazione militare si terrà anche a Taizhou, nello Zhejiang, dal 18 luglio al 3 agosto. Il confronto lungo lo stretto continua.

Il 21 luglio del 1995 Pechino ordinò esercitazioni missilistiche lungo il corridoio di mare che divide le due Cine come forma di rappresaglia per la visita negli Stati Uniti dell’allora presidente taiwanese Lee Teng-hui. Gli Stati Uniti inviarono i Carrier Strike Group della “Uss Nimitz” e della “Uss Independence” a mostrare i muscoli lungo lo Stretto di Taiwan.

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