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Da 10 milioni all’anno a 10 milioni al mese. La Russia decuplica la produzione del vaccino Sputnik V in Italia?

Così sembra a sentire l’annuncio di Aleksandr Gintsburg, direttore del Gamaleya, il centro di ricerca d’eccellenza che insieme al ministero della Difesa russo ha sviluppato il vaccino anti Covid-19. Intervistato dall’agenzia governativa Tass, Gintsburg ha dichiarato: “Sul territorio italiano si sta stabilendo la produzione, e su larga scala (…), entro maggio arriverà sino a 10 milioni di dosi al mese”.

I numeri sono da capogiro. Basti pensare che il pacchetto opzionato dall’Italia per il vaccino di AstraZeneca, di cui l’Aifa ha chiesto questo lunedì la sospensione cautelare, prevede entro settembre 40 milioni di dosi, cioè meno di 7 milioni al mese.

Ad oggi il vaccino russo, ritenuto altamente affidabile dalla rivista scientifica Lancet, non ha ricevuto l’approvazione dell’Ema, l’agenzia del farmaco europea, né quella dell’Aifa necessaria per essere distribuito in Italia.

Finora una sola azienda, l’italo-svizzera Adienne, ha annunciato ufficialmente l’avvio della produzione di Sputnik V in Italia, nel suo stabilimento a Caponago, vicino a Monza, in seguito a un accordo con il Fondo russo che commercializza il vaccino (Rdif). I numeri snocciolati dalla Camera di commercio italo-russa sono però molto inferiori a quelli citati da Gintsburg. L’intesa, ha fatto sapere la Camera di commercio in una nota, “permetterà la produzione di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno”. Da dove arriveranno dunque le altre 70 milioni di dosi che, secondo il direttore del centro Gamaleya, saranno prodotte in Italia da maggio a dicembre?

La domanda non trova ancora risposta. Non risulta infatti alla Farnesina alcun accordo con il governo italiano che giustifichi una simile accelerazione né l’Aifa, riferiscono fonti dell’agenzia, ha ricevuto alcuna segnalazione.

Gintsburg specifica nell’intervista a Tass che “contrattazioni sono anche cominciate sulla possibilità di produrre questo vaccino in altri Paesi Ue, inclusi Germania e Francia”. Il tempismo dell’annuncio è eloquente. Italia, Francia e Germania sono infatti tre dei Paesi europei che hanno momentaneamente fermato la distribuzione del vaccino AstraZeneca per il sospetto di reazioni avverse. Le dichiarazioni di Gintsburg sono state presto rilanciate da media governativi russi, a partire da Sputnik Italia.

Resta il dubbio sulle cifre. Dall’Ema prevale cautela, anche se non mancano le aperture. L’approvazione per il vaccino russo potrebbe arrivare già agli inizi di maggio, ha detto ai microfoni di Radio24 Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell’agenzia. Secondo Reuters, in caso di approvazione, potrebbe essere utilizzato per la produzione dello Sputnik V in Italia l’impianto di Reithera nello stabilimento di Castel Romano, vicino Roma. Al momento né l’azienda né il governo hanno confermato l’indiscrezione.

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