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Milizie armate affiliate alla città di Zawiya, nella Libia occidentale, hanno arrestato il giovane “viaggiatore per la pace” Abdul-Aali Al-Habouni, che da giorni è in viaggio su un cammello. L’attivista è partito dalla sua città natale nella regione di Imsaed, nell’Est del Paese, e ha intenzione di viaggiare in tutte le regioni libiche per diffondere messaggi di pace e amore tra i libici.

Un’iniziativa che si inquadra nella fase di stabilizzazione in corso, dove un nuovo governo di unità promosso dall’Onu sta cercando di rimettere insieme i cocci di un paese per anni martoriato dalla guerra. Un lavoro non facile, evidentemente, perché sul campo ci sono attori interessati a mantenere attive certe divisioni. Al Habouni è stato fermato per qualche ora e poi liberato; il suo cammello brutalmente massacrato.

Ossia, le milizie di Zawiya hanno fatto in modo di eliminare il simbolo che aveva attirato l’attenzione dei cittadini che vedono l’iniziativa come un flebile soffio positivo, stremati dalla guerra e speranzosi di una rappacificazione. I miliziani, islamisti, della città della Tripolitania, lo accusano di essere un portatore di istanze di Khalifa Haftar, il leader dei ribelli della Cirenaica che considera tutti gli altri dei terroristi.

Haftar riguardo alle dinamiche attuali si pone in un posizione laterale. Non partecipa, ma cerca di muovere i propri interessi, mentre continua a rafforzarsi militarmente anche grazie a sponsor esterni come Russia e Emirati Arabi – presenze recentemente al centro di critiche e preoccupazioni da parte di Nato, Usa, Ue e Onu. Allo stesso modo, diversi gruppi armati della Tripolitania ritengono impossibile intavolare forme di condivisione e dialogo con la Cirenaica. Entrambi hanno interessi personalistici: il mantenimento di un livello di ingaggio costante gli permette una sorta di sopravvivenza a tutela dei propri interessi.

In dichiarazioni precedenti, Al-Habouni ha detto che la sua iniziativa “rientra nel quadro dell’accoglienza degli importanti risultati raggiunti durante questo periodo, al fine di ripristinare l’unità nazionale e stabilire un’unica autorità esecutiva che pone fine alla divisione in corso dal 2014”, osservando che sogna, come altri libici, di creare uno Stato che accolga tutti, che non distingua tra i suoi cittadini. È esattamente opposto all’interesse di alcuni gruppi, i cui leader dalla frammentazione ottengono tornaconti personali.

Circola anche un video in cui i miliziani di Zawiya hanno mostrato il momento in cui il “Cammello della Pace” è stato trasportato in un macello, dove è stato massacrato e poi la sua carne tagliata. Una scena che ha suscitato indignazione tra i libici, i quali sui social media hanno condannato questo atto e lo hanno descritto come “vergognoso”.

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