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Sono prodotti a Nerviano, in provincia di Milano, i pannelli fotovoltaici più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria. Coprono una superficie di 85 metri quadrati, quanto un classico appartamento di città, necessaria ad alimentare una sonda con il ventisettesimo della luce solare che arriva sulla Terra. Sono infatti i dieci pannelli realizzati da Leonardo per la missione Juice, diretta verso Giove. È la più ambiziosa missione di categoria large del programma “Cosmic Vision 2015-2025” dell’Agenzia spaziale europea (Esa), a cui l’Asi partecipa con un contributo rilevante.

LA MISSIONE

La consegna supera il primato tecnologico, sempre di Leonardo, raggiunto con i pannelli realizzati per la missione Rosetta, che dal 2014 al 2016 andò a caccia di comete. Record che ha un sapore particolare, poiché frutto di un lavoro portato avanti anche durante i difficili tempi della pandemia da Covid-19, in cui l’azienda ha garantito la continuità delle attività rispettando l’obiettivo del completamento della fornitura. Ora Leonardo consegnerà i pannelli a Airbus Defence and Space in Olanda, che si occuperà di sviluppare il sistema dei pannelli solari della sonda Juice, di cui il gruppo franco-tedesco è prime contractor. Programmata per essere lanciata nel 2022, la sonda studierà Giove e le sue tre lune ghiacciate (Ganimede, Callisto ed Europa) ritenute di grande interesse per la presenza di vasti oceani sotto la loro superficie. Ne verranno esplorate la superficie e gli strati interni alla ricerca di condizioni favorevoli alla vita.

SFIDE DELLO SPAZIO PROFONDO

Per raggiungere Giove, Juice impiegherà quasi otto anni, durante i quali i pannelli solari garantiranno l’energia necessaria alla strumentazione di bordo. Una volta a destinazione, la sonda si troverà a circa 780 milioni di chilometri di distanza dal Sole, dovendo operare in condizioni di estrema criticità. La lontananza della destinazione ha richiesto lo studio e la realizzazione di tecnologie dedicate e ottimizzate in modo da operare anche con temperature fino a -230° e in condizione di quasi assenza di luce (circa un ventisettesimo di quella che arriva sulla Terra). La generazione costante di energia elettrica è infatti un requisito indispensabile senza il quale la missione non sopravvivrebbe fallendo il proprio obiettivo. I pannelli permetteranno di non fallire. Se un’auto elettrica fosse dotata dei dieci pannelli in questione in orbita terrestre, farebbe due giri del Pianeta senza bisogno di ricaricarsi.

NON SOLO PANNELLI

Oltre ai pannelli fotovoltaici, Leonardo partecipa alla missione Juice contribuendo alla realizzazione del telescopio ottico Janus e dello spettrometro infrarosso Majis, strumenti scientifici altamente tecnologici di grande rilievo per la missione. Il primo è sviluppato sotto responsabilità dell’Asa, con il contributo e la guida scientifica dell’Inaf; il secondo invece è guidato dall’istituto francese Ias e finanziato dall’agenzia spaziale d’oltralpe (Cnes) insieme all’Asi.

VERSO LA LUNA

Nel frattempo, lo stabilimento lombardo di Nerviano proseguono le attività per la realizzazione di altri pannelli fotovoltaici, questi destinati all’European service module che l’Esa fornirà alla navicella Orion, quale contributo al programma Artemis della Nasa. Grazie ai pannelli italiani, il modulo del Vecchio continente trasporterà la capsula garantendo agli astronauti ospitati all’interno della navetta un viaggio che si attende sicuro e confortevole. Leonardo ha già fornito i pannelli per le prime due missioni del programma Artemis, previste rispettivamente per il 2021 e il 2023 con l’obiettivo di verificare e mettere a punto il complesso sistema integrato di trasporto tra la Terra e la Luna. Più di recente il sito di Leonardo ha avviato le attività per la terza missione Artemis, quella con cui la Nasa spera di riportare l’uomo sulla Luna (e portare la prima donna) entro il 2024.

Nuovo record per lo Spazio italiano. Ecco i pannelli solari per la missione verso Giove

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