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L’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca potrebbe favorire progressi sulla questione israelo-palestinese? A giudicare da quanto accaduto oggi pomeriggio in pochi minuti viene il sospetto che sì, potrebbe.

LA NOTIZIA

Nelle stesse ore in cui il presidente eletto degli Stati Uniti sentiva al telefono il presidente israeliano Reuven Rivlin e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’Autorità nazionale palestinese annunciava che riprenderà i rapporti con Israele, interrotti dallo scorso maggio a seguito dei piani di annessione di parti della Cisgiordania da parte dello Stato ebraico. Via Twitter, Hussein al Sheikh, a capo dell’Autorità generale per gli affari civili dell’Anp, ha sottolineato che “il rapporto con Israele tornerà a com’era” dopo “lettere ufficiali scritte e orali che abbiamo ricevuto” che confermano l’impegno di Israele nei confronti degli accordi siglati in precedenza. Il ministro, citato dall’agenzia di stampa Wafa, ha spiegato che la decisione è stata presa alla luce dei “contatti internazionali” avuti dal presidente Mahmoud Abbas e dopo aver ricevuto “le garanzie che Israele rispetterà gli accordi presi con i palestinesi”. Infatti, l’annessione dei territori è stata sospesa ad agosto quando gli Emirati Arabi Uniti hanno accettato di normalizzare le relazioni con Israele.

LA REAZIONE ITALIANA

“La decisione annunciata dall’Autorità Nazionale Palestinese di riprendere le relazioni con Israele, incluso sui temi della sicurezza, è importante. Misure di fiducia tra le parti sono essenziali per ricominciare il dialogo e colloqui diretti”, ha scritto su Twitter Marina Sereni, viceministra degli Esteri. La notizia è stata accolta positivamente anche da Piero Fassino, deputato del Partito democratico e presidente della commissione Esteri della Camera, che su Twitter ha scritto: “I palestinesi annunciano la ripresa di rapporti con Israele. Decisione giusta e lucida. Gli accordi tra Israele e alcuni paesi arabi disegnano uno scenario nuovo che richiede una iniziativa palestinese per riprendere il cammino di un processo di pace che porti a 2 Popoli/2 Stati”.

L’ANALISI DI WECHSLER

William Wechsler, direttore del Rafik Hariri Center dell’Atlantic Council di Washington DC ed ex vice sottosegretario al Pentagono con delega alle operazioni speciali e alla lotta al terrorismo nell’amministrazione guidata da Barack Obama, aveva analizzato gli storici accordi di Abramo tra Israele ed Emirati Arabi Uniti sotto la regia degli Stati Uniti in un’intervista a Formiche.net. Li aveva definiti un’occasione per il popolo palestinese, per due ragioni: da una parte la possibilità del lobbying arabo su Israele grazie alle normalizzazioni; dall’altra quella, in futuro — quando “sarà concessa l’opportunità di selezionare una nuova generazione di leader” —, di usare gli accordi di Abramo come base di partenza per la soluzione dei due Stati. E quanto a un’eventuale presidente Biden, Wechsler in estate notava che “Anche se potrebbe non essere immediatamente evidente, l’accordo è in realtà un’importante vittoria anche per Joe Biden”. Da una parte il candidato democratico (che già ha dichiarato che lascerebbe l’ambasciata statunitense a Gerusalemme) eviterebbe di iniziare il mandato con la minaccia delle annessioni israeliane. Dall’altra potrebbe ridare slancio all’azione statunitense invertendo il trend avviato da Trump di un ritiro militare — anche nel Golfo — per non lasciare altro spazio alle attività navali di Cina, Iran e Russia, spiegava.

Biden chiama Bibi e i palestinesi riprendono il dialogo con Israele

Mentre Biden sentiva telefonicamente Rivlin e Netanyahu, l’Anp annunciava la ripresa del dialogo con Israele. La viceministra Sereni: “Misure di fiducia sono essenziali per ricominciare il dialogo”. Fassino (Pd): “Accordi con Paesi arabi sono scenario nuovo per soluzione due popoli due Stati”

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