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Si stringe l’abbraccio tra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko. L’incontro odierno a Sochi certifica la mano tesa del presidente russo al collega bielorusso, accompagnata da manovre militari congiunte e dal vaccino che Mosca promette al contestato governo di Minsk. Nel frattempo, il numero degli arrestati nell’ultimo weekend di proteste è salito a oltre 770, mentre continua a crescere la pressione sul Cremlino per il caso Navalny. Il governo tedesco ha annunciato che altri laboratori in Francia e Svezia hanno confermato l’avvelenamento col Novichok del dissidente russo.

L’INCONTRO

L’incontro a Sochi di oggi segue settimane di contatti frequenti tra i due leader. Le violente contestazioni al voto del 9 agosto scorso e le condanne dell’Occidente per la loro repressione hanno riportato Lukashenko verso le braccia di Putin, dimostratosi sempre più contento di un riavvicinamento. Oggi è arrivata la conferma più evidente: “Consideriamo la Bielorussia il nostro più stretto alleato”, ha detto il presidente russo.

LE MANOVRE MILITARI

La manifestazione più evidente del rinsaldato asse tra Mosca e Minsk arriva con le esercitazioni militari congiunte della Fratellanza slava, ormai appuntamenti annuali dal 2015 che coinvolgono Russia, Bielorussia a Serbia (che quest’anno però si è defilata). Iniziate oggi, dureranno fino al prossimo 25 settembre; quattro giorni prima della loro conclusione partiranno invece le più massicce manovore di Kavkaz-2020 (qui un focus), a cui prenderanno parte anche militari bielorussi. Sull’esercitazione al via oggi, Putin è sembrato voler rassicurare gli attenti osservatori occidentali, sottolineando due volte che è stata “pianificata l’anno scorso e che durerà diversi giorni”, e anche che “per i militari è una faccenda di routine legata alla formazione”. Di più, i russi che arriveranno in Bielorussia, soprattutto i paracadutisti della divisione Pskov, “torneranno nelle loro postazioni di dispiegamento permanente”.

L’INTESA NEL CAMPO DELLA DIFESA

Nonostante le rassicurazioni, l’obiettivo di un rafforzamento dell’intesa militare è chiaro, utile a Lukashenko per mostrarsi ancora più forte all’interno. “Dobbiamo continuare a lavorare insieme nel settore della difesa; mi riferisco alle aziende dell’industria della difesa prima di tutto; dobbiamo avere una maggiore cooperazione, soprattutto in aree molto sensibili, e anche nel settore militare”, ha spiegato Putin da Sochi. Nel frattempo, ha aggiunto, “la Russia rispetterà tutti gli obblighi che ha assunto nei rapporti con la Bielorussia, anche all’interno l’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (Csto)”. Il riferimento alla Csto non è casuale. Creata nel 1992 per le Repubbliche ex-sovietiche, l’organizzazione ha il suo pivot in Mosca e si basa su una clausola di difesa collettiva simile a quella prevista dall’articolo 5 del trattato nord atlantico per la Nato.

L’APPOGGIO DI PUTIN…

Specifiche che nel momento attuale fanno penetrare nei confini bielorussi i rapporti bilaterali tra Mosca e Minsk. È stato evidente proprio nelle parole di Putin, arrivato a dichiarare “logica, tempestiva e appropriata” la proposta di Lukashenko di emendare la Costituzione bielorussa, una mossa ritenuta dall’opposizione in protesta solo un modo per guadagnare tempo. L’appoggio è piaciuto al promotore della modifica costituzione: “Gli ultimi eventi in Bielorussia hanno dimostrato che le autorità di Minsk hanno bisogno di restare più vicine alla Russia, soprattutto nel campo economico”. L’Orso russo è per Lukashenko il “nostro fratello maggiore” con cui “cooperare più strettamente”, soprattutto con il prestito da 1,5 miliardi di dollari concesso oggi da Putin.

…E LA CARTA DEL VACCINO

E così Putin si è giocato anche la carta della lotta a Covid-19, a ulteriore conferma del valore geopolitico della corsa a una cura. “Vediamo cosa sta accadendo in Europa: è sicuramente iniziata una seconda ondata forte,e temo che sarà più potente della prima”, ha detto Lukashenko. “La Bielorussia sarà il primo Paese a ricevere il vaccino russo contro il coronavirus”, ha detto il presidente russo. Minsk avrebbe “già iniziato a partecipare all’ultima fase del processo per il vaccino”, ha dichiarato Putin.

L’ACCUSA DELL’OPPOSIZIONE…

Intanto il presidente russo incassa le proteste di Svetlana Tikhanovskaya, la candidata dell’opposizione alle elezioni del 9 agosto che (secondo i dati contestati) avrebbe di poco superato il 10% dei voti. “Mi dispiace molto che lei abbia deciso di aprire il dialogo con l’usurpatore e non con il popolo bielorusso”, ha scritto su Telegram lei che già due giorni dopo il voto è stata costretta a spostarsi in Lituania per paura di ritorsioni. “Voglio ricordare a Putin che qualsiasi cosa decisa e firmata durante l’incontro a Sochi non avrà valore legale – ha aggiunto – tutti gli accordi firmati da Lukashenko saranno rivisti dal nuovo governo; perché il popolo bielorusso ha negato il sostegno a Lukashenko alle elezioni”.

…E LA CAUTELA SERBA

Infine, emerge un ultimo dettaglio che aumenta la pressione su Mosca. La Serbia, che solitamente partecipa alle esercitazioni della Fratellanza slava, quest’anno avrebbe deciso due giorni prima dell’avvio delle manovre di fermare per sei mesi ogni esercitazione militare con tutti gli alleati. Secondo il sito BalkanInsight, la decisione nasce dalle pressioni dell’Ue (decisa sin da subito nel condannare Lukashenko) che hanno già portato tutti i Paesi dei Balcani occidentali ad adottare la dichiarazione congiunta dell’Unione contro la repressione in corso in Bielorussia.

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