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Ci sono due italiane nel team. Anna Ascani, 33 anni, umbra, viceministro dell’Istruzione e vicepresidente del Partito democratico, e Federica Vinci, 27 anni, isernina, co-presidente di Volt Italia. Il programma, giunto alla sua terza edizione, punta a identificare giovani leader nel mondo governativo, della società civile e del settore privato che hanno una passione per il servizio pubblico, l’innovazione, la propria comunità. Insomma, che hanno saputo cambiare le cose, in meglio.

Dopo un’edizione dedicata all’Africa e una all’Asia, ecco il turno dell’Europa. Partito lo scorso 8 ottobre, il programma prevede sei mesi di incontri settimanali (rigorosamente virtuali, causa Covid-19), conferenze, lezioni. Dopotutto leader si diventa, non si nasce. O, per dirla con il motto che Obama ha scelto per battezzare l’iniziativa, “vi sto chiedendo di credere. Non nella mia abilità di creare il cambiamento – ma nella vostra”.

Così i 35 selezionati potranno ascoltare l’esperienza di politici, artisti, “pensatori creativi” per poi farne tesoro nelle comunità di riferimento. Nella lista dei giovani scelti, ci sono direttori di think tank, associazioni culturali e ong a difesa delle minoranze, Ceo di Start-up e fondatori di associazioni politiche giovanili. Inclusione, diritti, uguaglianza le parole d’ordine dei vari cv esposti sul sito della fondazione.

Ascani e Vinci sono un po’ un’eccezione. Perché rientrano nella ristretta cerchia dei leader direttamente impegnati in politica. La prima con un ruolo di primissimo ordine nel governo e nel secondo partito della maggioranza. Vinci come vertice di Volt, il primo partito paneuropeo presentatosi alle elezioni europee del 2019 e trainato da un gruppo di trentenni. Fa loro compagnia nella trincea della politica europea la tedesca Katharina Schulze, presidente dei Verdi bavaresi, autrice del clamoroso successo alle elezioni locali nel 2018.

Ascani in verità non è una nuova conoscenza dell’Obama Foundation. Già nel settembre del 2018 la deputata aveva preso parte a una tavola rotonda con l’ex presidente americano ad Amsterdam insieme ad altri 10 civic leaders. Fra i motivi della nuova convocazione, si legge sul sito, il programma “Superiamo i divari” portato avanti al Miur “per superare le disuguaglianze fra scuole di diverse regioni in Italia, supportare presidi e insegnanti, investire in edifici ed infrastrutture digitali”.

Vinci invece è un nuovo acquisto per la fondazione, colpita dalla sua dedizione al giovane Volt e alle tante campagne con gli attivisti, come “Roadto50”, promossa per difendere la partecipazione delle donne alla politica.

“È un progetto a-partitico e a-politico – spiega Vinci a Formiche.net, anche se – l’idea è quella di lavorare insieme per creare una leadership valoriale ed etica, di partecipazione e non di comando, che contrasti lo stile di leadership di nazionalismi sovranismi, estrema destra”.

Dopo una serie di interviste, è arrivata la selezione. Ora, dice, “ci incontreremo virtualmente due volte a settimana con tutti gli altri attivisti per creare ponti fra le diverse discipline ed esperienze nazionali”. Partenza col botto, con una videoconferenza d’eccezione. “Tra gli speakers, abbiamo assistito a un intervento di Samantha Power, per cinque anni rappresentante degli Stati Uniti all’Onu con la presidenza Obama”. Nessuno sbocco politico, per il momento, assicura Vinci. “La politica non è e non deve essere solo campagna elettorale, è anzitutto impegno civico”.

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