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Prendete un gruppo di giovani e giovanissimi, dategli in mano uno smartphone con l’app del momento, un bersaglio — meglio se il vostro acerrimo nemico politico — e vi ritroverete in un attimo a ignorare quegli stessi rischi per la sicurezza nazionale e la salute della democrazia per i quali fino all’altro suonavate l’allarme.

È ciò che è accaduto negli Stati Uniti (e non soltanto) nelle ultime ore. Partiamo dai fatti. L’hanno definito un “gioco da ragazzi”, giovani applauditissimi dalla sinistra statunitense con in testa la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez. Dietro il flop dell’appuntamento elettorale di Donald Trump a Tulsa, in Oklahoma, ci potrebbero essere almeno in parte anche centinaia di utenti adolescenti di TikTok e fan del K-pop, il pop coreano. Utenti del social network in voga tra i più giovani, riferisce il New York Times, si sono registrati in massa all’evento “per fare uno scherzo” facendo prevedere agli organizzatori una grande affluenza, per poi non presentarsi, e incoraggiare i loro follower a fare altrettanto. La tendenza si è rapidamente diffusa su TikTok, con i video in questione che hanno totalizzato milioni di visualizzazioni.

Come nota Repubblica, su 19.200 posti, ne sono stati riempiti 6.200, e sui i social ad esultare sono i più giovani. Gli zoomer, la Generazione Z nata nella seconda metà degli anni Novanta e la fine degli anni 2000, tra i fan del pop coreano, o K-pop, e utenti di TikTok, che affermano di essere, almeno parzialmente, responsabili del vuoto oltre gli spalti della prima fila. E oggi ballano al successo, festeggiando. Come quando riesce un bello scherzo. È bastato loro registrarsi all’evento, dopo che il profilo Twitter @TeamTrump il 12 giugno aveva chiesto ai sostenitori di registrarsi per biglietti gratuiti direttamente dal proprio cellulare, nota ancora il quotidiano di Largo Fochetti. Come ha dichiarato in un’intervista al New York Times lo youtuber Elijah Daniel, 26 anni: “K-pop Twitter e Alt TikTok riescono a collaborare molto efficacemente, insieme sono una potenza di fuoco nella diffusione delle informazioni. Conoscono tutti gli algoritmi e sanno potenziare i video per arrivare dove vogliono”.

Peccato però che su TikTok, l’app della società cinese Bytedance, i dubbi siano molti. In Italia hanno acceso un faro Copasir e Garante della privacy. Negli Stati Uniti, invece, dopo le preoccupazioni del Senato e del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius), l’esercito statunitense aveva deciso di vietarne l’uso ai propri soldati considerandola una cyber-minaccia. In pratica, come Huawei e Zte, anche TikTok favorirebbe lo spionaggio cinese. Grande preoccupazione nelle ultime settimane, negli Stati Uniti così come in Italia, attorno alle gestione dei dati dei minori: intervistato da Repubblica Antonello Soro, presidente dell’Authority per la privacy, ha spiegato che “Ci sono state segnalazioni come avviene per altri social network, nulla di più. Ma non abbiamo idea di cosa succede dietro le quinte. Con tutte quelle informazioni sui comportamenti di chi ha fra 10 ai 15 anni si possono fare mille cose in un Paese come la Cina che non ha certo le nostre restrizioni. Si possono ad esempio creare algoritmi, profilare gli utenti, sapere esattamente cosa fanno”. E ancora: “Li si può influenzare. Parliamo in più di una nazione che ha già un mercato interno enorme dove si raccolgono informazioni su tutto e su tutti e le sue aziende sono permeabili al Governo. Un vantaggio strategico nell’economia digitale. Il mercato è lo stesso, ma si gioca con regole differenti”.

In queste ore abbiamo assistito all’utilizzo di TikTok a fini politici. Ma a nessuno, nemmeno a quelli del Russiagate, è venuto il dubbio che l’operazione possa aver rivelato una fragilità pericolosa in vista del voto presidenziale di novembre. Non ci si è nemmeno interrogati sull’autenticità dei profili. Ci si è limitati ad assistere al caos (che sappiamo essere il principale obiettivo della disinformazione cinese e russa). Finché colpisce Trump si può chiudere un occhio?

tiktok

L'app cinese TikTok "boicotta" Trump. Ma nessuno si interroga sui rischi

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