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Non mangeranno più i bambini come ai tempi di Mao Zedong, né li faranno più bollire per concimare i campi. Ma certo i cinesi rimangono una minaccia secondo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Un anno fa, a marzo del 2019, l’ex premier dichiarava: “Su Huawei c’è rischio totale: chi arriva prima nell’intelligenza artificiale, e la Cina sta facendo investimenti enormi, può diventare padrone del mondo”. In Cina, sottolineava ancora ai microfoni di Mattino 5 per evidenziare il rischio per l’Occidente, “chi ha il potere è padrone di tutto. Là è il governo che dice alla magistratura chi condannare. L’antitesi totale dell’Occidente”. Moniti su Huawei sono arrivati, in particolare dopo la relazione del Copasir (presieduto dal leghista Raffaele Volpi) sul 5G di dicembre anche dai suoi alleati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. 

La numero uno di Fratelli d’Italia aveva spiegato che “il Copasir è stato molto chiaro sui rischi per la sicurezza nazionale che potrebbero derivare dall’ingresso delle aziende cinesi nelle attività di installazione, configurazione e mantenimento delle infrastrutture delle reti 5G”. Il leader leghista, invece, aveva commentato così l’indicazione del Comitato al governo di chiudere le porte della rete 5G italiana a Huawei e Zte.

Non fate quindi sapere a Berlusconi, Salvini e Meloni che sarà proprio Huawei a sostenere Mediaset nella trasformazione digitale. L’annuncio è arrivato nelle scorse ore: il colosso cinese fornirà alla emittente televisiva privata del nostro Paese gli apparati di storage OceanStor 9000 e OceanStore 5600 in grado di migliorare l’erogazione dei servizi video Iptv da un lato e consolidare le infrastrutture di archiviazione dedicate a tali servizi dall’altro. Si rafforza quindi una collaborazione nata 5 anni fa quando Mediaset riprogettò la rete IT per posizionarsi in maniera competitiva sul mercato dei servizi televisivi basati su protocollo internet.

È lo stesso colosso a Shenzhen a celebrare l’affare — e fa bene, vista la portata del cliente — con un video sul suo sito. In quanto scelta di un’azienda privata, la decisione di Mediaset di rafforzare l’asse con Huawei è legittima. Tuttavia, non si può non notare come il principio secondo cui la sicurezza viene prima del vantaggio economico non sia stato applicato in questo caso. Tanto più che è noto come, almeno in Cina, Huawei stia cercando di guadagnare posizioni dominanti su vari mercati (a partire da quello del 5G), che garantiscono ampi margini, con l’intento di presentarsi sulle piazze occidentali con prezzi stracciati.

Biscione cinese. Così Mediaset sceglie Huawei (non ditelo a Fi, Salvini e Meloni)

Non mangeranno più i bambini come ai tempi di Mao Zedong, né li faranno più bollire per concimare i campi. Ma certo i cinesi rimangono una minaccia secondo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Un anno fa, a marzo del 2019, l’ex premier dichiarava: “Su Huawei c’è rischio totale: chi arriva prima nell’intelligenza artificiale, e la Cina sta facendo…

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