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Da diverse angolazioni siamo tutti coinvolti in tre grandi trasformazioni: quella demografica, quella climatica e quella digitale. Se è totalmente assente dall’agenda politica una capacità di progettare il futuro, anticipando il cambiamento, ben diversa è la lettura del lavoro e dell’economia del papa. Si tratta di decidere se lasciare che i fattori determinanti nelle tre grandi trasformazioni agiscano senza imprimervi un orientamento o se, come Francesco scrive in Evagelii gaudium, iniziare ad assumere che il futuro è conseguenza del presente e che ciò che mettiamo in campo oggi è in grado di condizionare il nostro domani.

Tutto sta cambiando a una velocità esponenziale, persino la nostra percezione delle variabili di spazio e tempo. Sono possibili due approcci: il primo, quello passivo, comporta l’essere travolti; il secondo, invece, tende a governare i processi, a riempirli della pienezza umana di cui parla il santo padre. “Il tempo è superiore allo spazio” (Laudato si’). Questo principio enunciato da Francesco permette di lavorare su orizzonti lontani, senza l’ossessione dei risultati immediati. Perché continui a essere possibile offrire occupazione, perché il lavoro sia accessibile a tutti è indispensabile promuovere un’economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale.

L’innovazione ha un ruolo determinante in tutto questo. L’Economia di Francesco è prima di tutto un’economia civile. È un messaggio dirompente che supera la discussione tra mercatisti e antimercatisti per dire che ogni progetto umano deve avere l’uomo come fine e non come mezzo. Molte culture economiche leggono le disuguaglianze e il successo attraverso la chiave del determinismo economico. In realtà la forza dei legami sociali rafforza il tessuto economico. Nella Laudato si’ emerge con forza una nuova visione del lavoro come luogo positivo in cui “fiorire”, espressione che mi ha colpito molto. Si tratta infatti di un tema fondamentale. In Italia è fortissimo il dualismo tra un atteggiamento aziendale innovativo, quello che investe sulle persone, e un approccio opposto, così retrogrado da non vedere il luogo di lavoro come un posto dove realizzarsi.

La tecnologia può aiutare l’azione di umanizzazione del lavoro: delegare i lavori gravosi alle macchine e agli algoritmi cancella l’impiego degli esseri umani da mansioni ripetitive, aprendo la possibilità di adibirli a lavori in cui l’umanità non solo rende quei lavori incontendibili con le macchine, ma crea una mole enorme di lavoro umano fino a oggi inesplorata. Per questo da tempo sostengo la necessità di generare lavoro a umanità amentata. Non solo, gli inviti del santo padre esortano alla collaborazione tra le parti e il dialogo finalizzato alla cura del clima, attraverso la ricerca dello sviluppo sostenibile.

Malgrado l’appello del papa sia urgente, l’auspicio è quello di creare una progettualità per raggiungere risultati concreti e duraturi. Il papa definisce “bella” e “urgente” la sfida che l’umanità ha di fronte, concentrandosi sulla trasformazione ambientale perché nell’ambiente risiede una relazione particolare tra natura e società, ma è nell’analisi delle cause della crisi fatta dal santo padre che si racchiude tutta la sua economia civile. Il papa afferma in Laudato si’ che la crescita economica tende a produrre omogeneità dei fenomeni, al fine di semplificare i processi e ridurre i costi. Per questo è necessaria un’ecologia economica, capace di indurre a considerare la realtà nella sua complessità.

Infatti, la protezione dell’ambiente dovrà costituire parte integrante del processo di sviluppo e non potrà considerarsi in maniera isolata. Ma nello stesso tempo diventa attuale la necessità dell’umanesimo, che fa appello ai diversi saperi, anche quello economico, per una visione integrale del problema. Per papa Francesco oggi l’analisi dei problemi ambientali è inscindibile dall’analisi dei contesti umani e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente.

Benché il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione. Il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si tramuta in deterioramento dell’ambiente e della qualità della vita di gran parte dell’umanità. Dalla questione dei rifiuti, dell’acqua, della difesa della biodiversità, Francesco analizza la cultura dello scarto e il degrado sociale che ne deriva. Tutti segni che mostrano come la crescita degli ultimi due secoli abbia lasciato troppi indietro.

Il cuore della riflessione del santo padre riguarda dunque il legame tra degrado ambientale e sociale, che vanno di pari passo. Papa Francesco ragiona per ecosistemi correlati, per ecologie sociali e di vita quotidiana, una visione non scontata, assente nella politica, insieme alla cura delle ricchezze dell’umanità nel senso della pienezza umana.

L’articolo è estratto dall’edizione cartacea di Formiche “Laudata Economia“, dedicata alle nuove ricette economiche che si ispirano al bene comune, alla dignità della persona, all’inclusività e alla difesa dell’ambiente. Marco Bentivogli sarà inoltre fra i relatori dell’appuntamento “Laudata Economia”, un momento di dialogo e di riflessione realizzato da Formiche in collaborazione con il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. L’incontro, che si terrà martedì 3 marzo dalle 10.00 alle 15.30 presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia di Roma, vedrà la partecipazione di autorevoli esponenti del mondo laico e cattolico e si avvarrà della media partnership di Sky TG24.

Qui tutte le info sull’evento

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Ambiente, tecnologia e lavoro. Marco Bentivogli legge l'economia di Francesco

Di Marco Bentivogli

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