Skip to main content

I venezuelani hanno una data per il prossimo voto. Il 6 dicembre andranno alle urne per scegliere i nuovi membri del Parlamento, dal 2015 con una maggioranza di opposizione che ha approfondito la crisi politica e istituzionale del Venezuela. Ma ancora non c’è da festeggiare…

La nuova direzione del Consiglio nazionale elettorale (Cne) guidata da Indira Alfonzo  nominata a giugno dal Tribunale supremo di giustizia senza l’approvazione del Parlamento come previsto dalla legge  ha annunciato il calendario elettorale del Paese sudamericano, indicando però che ci saranno cambiamenti nella composizione del Parlamento, anche se questi dovrebbero essere indicati dalla Costituzionale. L’obiettivo, secondo gli esperti, è disperdere il voto dell’opposizione e strappare la maggioranza parlamentare al leader dei ribelli Juan Guaidó.

Secondo il quotidiano Abc si passerà da 167 deputati a 277; un aumento del 66% dei parlamentari. La giornale ricorda inoltre che nella riforma costituzionale di Hugo Chávez nel 1999 una delle bandiere politiche era proprio la riduzione dei seggi per contenere gli sprechi economici. Per l’ex direttore del Cne, Luis Salamanca, non ci sono fondamenti statistici e demografici, ma un’intenzione puramente politica: “cercano di avere più seggi per distribuirli tra i fedeli al governo […]. I partiti che poteva fare cadere Nicolás Maduro sono stati eliminati uno a uno dal 2018, hanno tolto i loro simboli e nomi, consegnandoli a persone che si sono lasciate comprare dal chavismo. Il regime vuole confondere gli elettori”.

Alfonzo ha spiegato che 86 partiti politici parteciperanno alle elezioni e il nuovo sistema elettorale prevede che sarà attraverso la rappresentazione proporzionale (lista) del 52% e il 48% per voto nominale. Prima, invece, era 70% nominale e 30% proporzionale. In Venezuela il voto è completamente automatizzato con apparecchiature di fabbricazione cinese.

Il presidente ad interim Juan Guaidó ha subito denunciato la mancanza di trasparenza del voto in queste condizioni. Ha detto che spera di prolungare questa legislatura finché le condizioni non saranno garantite, per evitare un’altra farsa elettorale come quella delle elezioni presidenziali nel 2018.

Infine, il Cne ha messo le mani avanti, e ha detto che esiste anche un’alta probabilità che il voto sia rimandato a causa della pandemia coronavirus.

Tra i candidati del chavismo spunta anche il nome di Nicolás Maduro Guerra, figlio del leader del regime venezuelano. Secondo la stampa locale e internazionale, è quasi certa la candidatura del giovane come deputato a dicembre, appuntamento alle urne, “con l’arbitro elettorale  sequestrato, con i partiti della vera opposizione intervenuti, con oppositori disposti a convivere con il chavismo, con leader dell’Unità democratica inabilitati e in piena riforma delle regole del gioco per assecondarle alle loro necessità”.

Nato il 21 giugno del 1990, Nicolás Maduro Guerra, detto Nicolasito, è figlio del primo matrimonio del presidente socialista con Adriana Guerra. È laureato in economia all’Università nazionale sperimentale politecnica della forza armata bolivariana. Dal 2013, il ragazzo è sempre apparso agli eventi pubblici con il padre. È stato capo degli Ispettori speciali della presidenza e coordinatore della Scuola nazionale del cinema. Dal 2017 è consigliere dell’Assemblea costituente. Conduce anche un programma televisivo dove parla della storia del Paese e dice essere molto vicino al vicepresidente, Delcy Rodríguez.

“Nicolasito” è uno dei sanzionati dagli Stati Uniti, con l’accusa di corruzione e pratiche autoritarie. “Maduro dipende dal figlio Nicolasito – ha spiegato Steven Mnuchin, il segretario del Tesoro americano al momento dell’annuncio delle sanzioni – e da altre persone vicine al regime autoritario per mantenere un dominio assoluto sull’economia e per reprimere al popolo del Venezuela”.

Il nepotismo è sempre più presente nel regime del Venezuela. Per il giornalista Miguel Henrique Otero, “non si può comprendere il carattere della dittatura di Nicolás Maduro senza valutare il peso e l’incidenza che i suoi famigliari hanno avuto e hanno nel modo in cui sfruttano il potere e le ricchezze venezuelane”.

Sebbene il nepotismo e il clientelismo famigliare è proprio dei regimi, in questo caso supera ogni precedente. Otero ricorda che nel 2008 il sindacato di lavoratori del Parlamento denunciò l’assunzione di cinquanta famigliari di Cilia Flores, moglie del presidente Maduro e oggi parlamentare. Ci sono nomine anche per Walter Gavidia Flores, figlia del primo matrimonio di Cilia Flores, e oggi personaggio chiave nella gestione degli appalti del settore della costruzione, tra tanti altri ruoli.

Poi, ci sono i famosi nipoti di Cilia, i cosiddetti “narcosobrinos”. Efraín Antonio Campo Flores e Franqui Francisco Flores de Freitas sono stati arrestati e condannati negli Stati Uniti per aver portato 800 chili di cocaina su territorio americano. La moglie di Maduro aveva annunciato che sarebbero state presentante prove della loro innocenza, ma non sono mai arrivate.

“I Flores e i Maduro – conclude Otero – fanno quello che vogliono perché hanno il Venezuela a disposizione. Ma su Maduro, e su Cilia Flores, pesa una domanda ineludibile: come possiamo prolungare l’abuso di potere? Come fare per estendere il dominio oltre Nicolás Maduro Moros? La risposta c’è già: Nicolás Maduro Guerra”, il figlio (erede?) della rivoluzione.

Chi è Nicolasito, il figlio di Maduro che sogna il Parlamento

I venezuelani hanno una data per il prossimo voto. Il 6 dicembre andranno alle urne per scegliere i nuovi membri del Parlamento, dal 2015 con una maggioranza di opposizione che ha approfondito la crisi politica e istituzionale del Venezuela. Ma ancora non c’è da festeggiare... La nuova direzione del Consiglio nazionale elettorale (Cne) guidata da Indira Alfonzo — nominata a giugno dal…

UK e Francia rimbalzano Huawei. E a Roma aumenta la pressione sul 5G

Dopo Hong Kong, anche il 5G. L’età dell’oro tra Regno Unito e Cina, inaugurata dall’ex premier David Cameron e dal suo fidato cancelliere dello Scacchiere George Osborne, sembra prossima alla fine. In risposta alla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino su Hong Kong, il governo britannico ha deciso di facilitare il regime dei visti per gli abitanti dell’ex colonia.…

Conte e Zinga? Come Craxi e De Mita. Franchi legge i subbugli rossogialli

Cosa cova sotto la cenere dei tweet al veleno tra i dem? È davvero solo la tensione prodotta dall'emergenza Covid ad armare la mano di chi oggi agita lo spettro di un cambio in corsa della maggioranza, oppure ci sono altre strade che i singoli protagonisti provano a battere? Secondo Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera, Pd e M5S…

Da Bruxelles al Quirinale, così l'Italia si gioca tutto in Europa. Parla Fabbrini

Il Paese si muove su un crinale, e il crinale si chiama Europa. Sergio Fabbrini, politologo, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli, spiega a Formiche.net come l’unica vera frattura che attraversa la politica italiana, governo incluso, sia quella europea. Dalla partita per i fondi Ue all’elezione del prossimo Capo dello Stato, ecco come e perché rischia…

Altro che tasse, nel Pnr più investimenti e meno burocrazia. Parla Cipolletta

Forse l'Europa non vuole un taglio delle tasse in cima all'agenda economica dell'Italia. Meglio puntare dritti su investimenti, crescita, infrastrutture, invece che darsi a operazioni di chirurgia fiscale. Superata la prova del Consiglio dei ministri, il cosiddetto Piano nazionale di riforme dovrà approdare su un tavolo ben più importante, quello di Ursula von del Leyen. Prima di sbloccare definitivamente i 170 miliardi…

Phisikk du role - Conte, il ventennio perduto e il tristo sistema fiscale

Nel discorso della “Nuvola” di Fuksas dove la Uil preparava la scenografia per l’investitura del suo nuovo segretario Bombardieri, Giuseppe Conte ha avuto un paio di passaggi che raccontano un cambio di passo, se non ancora nella concreta attività di governo, quanto meno nella comunicazione politica. Insomma non si è trattato soltanto di un protocollo di cortesia nei confronti del…

Ascolto e non insofferenza verso i sindacalisti d’impresa. L'appello di Sacconi

È vero. Carlo Bonomi ha interrotto la lunga prassi “politicista” dei suoi predecessori riprendendo la migliore tradizione dei sindacalisti d’impresa come Merloni, Lucchini, D’Amato. La novità dovrebbe essere apprezzata non solo dalle imprese ma anche dalle altre organizzazioni di tutela e rappresentanza e dalle istituzioni. La sua autonomia dalle dinamiche dei partiti è fuori discussione mentre chi governa ha bisogno…

Il mercato del lavoro oltre lo smart working. Parla Ramazza (Assolavoro)

Nulla sarà più come prima, ma non per questo sarà necessariamente peggio. Il mercato italiano del lavoro vive i suoi giorni più difficili, alle prese con una crisi che ha attaccato il tessuto economico alla radice. Il cambiamento è in atto e coinvolgerà tutti gli strati di un mercato tra i più complessi. Per questo, dice a Formiche.net Alessandro Ramazza, presidente di…

Digitale, ecco la scure di Bruxelles sull'e-commerce (Usa avvisati)

Vent’anni fa. A tanto risale lo scheletro della normativa europa vigente sui servizi digitali. Si chiama Direttiva e-Commerce, stabilisce regole e requisiti di trasparenza per i gestori dei servizi e gli utenti, le regole del gioco per cooperare con le autorità governative, e adesso richiede un radicale ripensamento. Per questo la Commissione Ue ha avviato lo scorso 2 giugno una…

Perché l’India ha messo al bando TikTok. Privacy e geopolitica tra Usa e Cina

Qualche giorno prima che il primo ministro, Nerendra Modi, si recasse a visitare l'impervio e burrascoso confine con la Cina, il ministero dell'Elettronica e dell'Informatica aveva messo al bando 59 applicazioni cinesi, tra cui Tik Tok e WeChat. "L'epoca dell'espansionismo delle nazioni è superata, questa è l'età dello sviluppo" ha detto Modi parlando dalla regione himalayana del Ladakh, teatro dei recenti scontri…

×

Iscriviti alla newsletter