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Difesa e Parlamento insieme per dare certezza finanziaria alle Forze armate e a un comparto strategico per il rilancio del Paese. È la linea che collega Palazzo Baracchini a Montecitorio, emersa oggi alla Camera con la risposta del sottosegretario Angelo Tofalo all’interpellanza a prima firma di Maria Tripodi, capogruppo di Forza Italia in commissione Difesa.

L’INTERPELLANZA

La richiesta presentata dalla deputata era chiara: rilanciare il Paese dopo il Covid-19 con un piano straordinario da 5 miliardi di euro per il comparto industriale della Difesa. Parte dalla constatazione del contributo offerto dalle Forze armate per il contrasto al coronavirus e dalla strategicità del settore, “uno dei più importanti per l’Italia”. Il comparto, spiegano i firmatari, “registra un fatturato di circa 14 miliardi di euro, significativamente per quasi il 70 per cento destinato all’export, che si traduce in 4,5 miliardi di euro di valore aggiunto diretto e nell’occupazione di circa 16mila addetti lungo l’intera filiera produttiva”. Numeri ribaditi dallo stesso Tofalo, che ha notato come il settore rappresenti “un patrimonio, dal punto di vista occupazionale e di quello tecnologico, di assoluto riferimento per l’intera economia nazionale”.

LA SICUREZZA NAZIONALE…

Al grande contributo contro l’emergenza, va poi sommato il necessario mantenimento delle consuete attività per la sicurezza nazionale. L’interpellanza cita “il lavoro quotidiano svolto nello stabilimento di Cameri, cuore tecnologico dell’Aeronautica italiana e della difesa aerea nazionale, in cui si continua a lavorare, in favore della sicurezza nazionale, per la produzione dell’ala completa degli F-35 e l’assemblaggio finale dei caccia”. Tutto questo “mostra come il comparto dell’industria della difesa sia un settore strategico, soprattutto in una prospettiva di rilancio del sistema Paese al termine dell’emergenza sanitaria”, scrivono i firmatari di Forza Italia, chiedendo “le opportune iniziative al fine di prevedere un piano straordinario di investimenti – quantificabile in 5 miliardi di euro – per il comparto industriale della difesa”. L’obiettivo è “contribuire alla ricostruzione post-emergenziale, rilanciando il sistema-Paese”.

IL LAVORO DI PALAZZO BARACCHINI

La risposta di Tofalo non cita i 5 miliardi, ma segue la linea del rilancio del settore. Una linea già emersa a palazzo Baracchini. I primi segnali dal dicastero targato Lorenzo Guerini sono arrivati con il bilancio del ministero relativo al 2020, contenente un’apprezzabile inversione di tendenza rispetto ad anni di budget piuttosto risicati. Un ulteriore segnale è arrivato col decreto Cura Italia, che ha riconosciuto l’aerospazio e difesa tra i comparti strategici per cui, stanti le condizioni di massima sicurezza per i lavoratori, è possibile continuare a operare. Ora, il piano su cui lavorano gli uffici della Difesa e il rilancio del settore quando sarà il momento di ripartire. Si punta soprattutto a sbloccare le risorse già previste e accelerare i programmi ormai a un passo dalla partenza.

LA RISPOSTA DI TOFALO

Lo ha confermato Tofalo alla Camera, rispondendo all’interpellanza. Considerando il contributo enorme della Difesa in questa emergenza è già “imperativo pensare al dopo”. Serve “ripartire attraverso un’azione immediatamente efficace, che non può prescindere dal corrispondente aspetto finanziario”, ha detto il sottosegretario. La strada è tracciata dalle linee programmatiche presentate a ottobre da Guerini, che Tofalo ha spiegato con “un rilevante volume di risorse, tra i programmi operanti e quelli di previsto avvio”, come “prova tangibile dello sforzo in atto per assicurare la rapida attuazione del necessario processo di modernizzazione dello strumento militare”.

UN PIANO PLURIENNALE PER GLI INVESTIMENTI

Ne deriva l’impegno del dicastero, “nel quadro di un più ampio contesto interministeriale e con il supporto del Parlamento, impulso alla programmazione vigente”: perseguire “il completamento dei programmi già in corso e il rapido avvio di quelli di nuova generazione, sostenendo al contempo lo strategico settore della ricerca”. La sfida resta l’approvazione di “un piano pluriennale di investimenti”, per dare certezza programmatica a Forze armate, industria e mondo della ricerca. Un’esigenza più forte con il coronavirus: “Proprio l’incertezza che caratterizza la crisi che stiamo vivendo, esalta l’importanza di poter contare su finanziamenti certi che possano coprire l’intero arco temporale di sviluppo dei principali programmi”.

PER IL RILANCIO DEL PAESE

È così che dall’interpellanza della Tripodi si è palesato l’allineamento tra palazzo Baracchini e Montecitorio. “È, dunque, intendimento del dicastero – ha spiegato Tofalo – promuovere o sostenere qualsiasi iniziativa normativa volta ad ampliare l’orizzonte temporale di finanziamento dei programmi di interesse”. D’altra parte, la sfida è ardua: “Siamo chiamati a rafforzare un importante settore del comparto industriale del Paese, il cui indebolimento, in una congiuntura così delicata, potrebbe creare condizioni di vulnerabilità che esporrebbero molte aziende, di strategica significatività, a rischio di acquisizione”. Di qui, la richiesta che la Difesa rigira alle Camere: “È fondamentale il supporto del Parlamento nel garantire le necessarie risorse, attraverso la predisposizione di adeguati strumenti normativi che consentano una programmazione di lungo termine basata su quegli imprescindibili presupposti di stabilità e certezza, a tutto vantaggio del rilancio del Paese, da tutti noi voluto”.

Così investiremo su Difesa e futuro. Le posizioni (convergenti) di Tofalo e Tripodi

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