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Da Whitehaven Street, la sede dell’ambasciata d’Italia a Washington Dc, l’ambasciatore Armando Varricchio rivolge agli italiani un saluto tutt’altro che formale. Gli auguri per la Festa della Repubblica diventano il pretesto per lanciare un messaggio a Roma: gli Stati Uniti sono al suo fianco, e non si sono mai mossi di un centimetro.

“Ci uniscono valori, ideali e una lunga storia di un cammino condiviso – dice Varricchio, a capo della missione italiana dal marzo del 2016 – uniamo gli sforzi per costruire i pilastri del futuro di società libere e democratiche coniugando diritti, benessere e maggiore equità”.

Nel lungo messaggio, l’ambasciatore ha ricordato gli sforzi discreti ma puntuali e costanti della diplomazia e del settore privato americano per aiutare gli italiani durante la pandemia. Più di 35 milioni di euro dal settore privato. Altri 100 milioni mobilitati in equipaggiamento da parte dell’amministrazione di Donald Trump. I numeri parlano da soli: “Siamo felici di annunciare oggi che la campagna di raccolta fondi dell’ambasciata con l’Isnnaf ha raccolto più di mezzo milione di euro, grazie al contributo generoso di tanti di voi trasferiremo questi fondi a tre ospedali italiani in prima linea nella lotta al coronavirus (Spallanzani di Roma, Sacco di Milano, Cotugno di Napoli, ndr)”.

Ma lo sforzo è stato reciproco. “Tante imprese italiane hanno convertito la produzione, tanti cittadini si sono messi al servizio delle comunità, questa coesione e impegno comune e instancabile fra le due sponde dell’Atlantico accompagnerà ora una nuova fase”. Una ripartenza che passa anche dalle relazioni internazionali, ha sottolineato il diplomatico: “In un mondo con sfide inedite serve una maggiore e responsabile collaborazione internazionale, rafforzare i legami di amicizia che da sempre costituiscono l’ossatura delle relazioni internazionali”. Usa dunque, ma anche “l’Europa, cui tanto ha dato l’Italia fin dalla sua fondazione e che è chiamata oggi a un grande sforzo di coesione e rilancio”.

In collegamento con Varricchio, ha portato i saluti della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato il sottosegretario di Stato agli Affari europei ed euroasiatici Philip Reeker. Una sola nota amara: non poter partecipare alla tradizionale celebrazione del 2 giugno all’ambasciata italiana a DC, ricorrenza imperdibile per la vita politica e diplomatica della capitale. La distanza però è colmata dalla “profonda relazione con il popolo italiano”. Un endorsement alla Fase 2: “Ammiro gli italiani, le persone si stanno aprendo e visitando, tornano al lavoro. Negli Usa impareremo dalla vostra esperienza”, dice Reeker. Poi l’annuncio dell’agenda condivisa con Roma, a cominciare dalla “ministeriale sull’Isis presieduta da Luigi Di Maio che terremo virtualmente questa settimana”.

Lo stesso segretario di Stato Mike Pompeo ha voluto dedicare all’Italia un augurio speciale. Non è un mistero che il numero uno di Foggy Bottom tenga in grande conto i rapporti con l’Italia: suo nonno è originiario di Pacentro, piccolo Paese dell’Abruzzo che Pompeo ha rivisto lo scorso novembre a margine della visita ufficiale a Roma. “Ho apprezzato in particolare il caloroso benvenuto che ho ricevuto quando ho visto la casa ancestrale della mia famiglia a Pacentro – scrive il segretario ed ex capo della Cia – più di 20 milioni di americani, incluso me, hanno le loro radici in Italia”. Oggi, aggiunge, “gli Stati Uniti apprezzano profondamente il ruolo attivo di leadership dell’Italia nel rafforzamento della sicurezza regionale e globale”. Anche qui, in chiusura, un plauso al modello-Italia nella gestione dell’emergenza, e “al popolo italiano per la loro risolutezza e resilienza durante questo tempo di prova”.

Il 2 giugno da Washington. Gli auguri Usa con Pompeo, Reeker e Varricchio

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