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Un portavoce digitale per smascherare le bufale sul Covid19 che abbondano in rete. Questa la ricetta ideata da Antonio Palmieri, deputato e responsabile digitale e della comunicazione elettorale di Forza Italia che ha chiesto al premier e ai ministri Speranza e Boccia di aprire una pagina online dove raccogliere e sbugiardare tutte le fake news sul coronavirus che circolano in questi giorni.

Ovvero un mini sito certificato dal governo, dove ogni cittadino possa controllare se il messaggio che gli è arrivato è già nella lista delle bufale, segnalare un messaggio ricevuto e chiedere una verifica della sua autenticità. La risposta deve arrivare al segnalante entro 24/48 ore e insieme viene pubblicata online.

Sarebbe un altro passo verso una migliore risposta comunicativa all’emergenza secondo lei?

Lo spunto me lo ha fornito la mamma di un compagno di classe del mio primogemito, che ieri mi ha girato l’ennesimo file audio su WhatsApp per avere un parere. Audio chiaramente farlocco. Dal momento che purtroppo ho visto in questi giorni tante persone, di cultura e buon senso, abboccare a informazioni simili, ho pensato che fosse utile lanciare questa proposta. Un portavoce digitale per smascherare le fake sul Covid19. Ritengo che in questo momento combattere l’infodemia sia importante quasi quanto combattere l’epidemia.

Come strutturare la pagina?

Per la verifica della autenticità, si possono “arruolare” i virologi famosi come Burioni, personalità come il presidente dell’Istituto superiore di sanità, cacciatori di bufale esperti come David Puente e Paolo Attivissimo; si può valorizzare il contributo di realtà già attive, come dottoremaeveroche.it oppure Pagella Politica; si possono coinvolgere docenti e realtà universitarie come propone Stefano Epifani, associazioni come I Copernicani o Parole O Stili e via dicendo. Credo proprio che tutti sarebbero contenti di dare una mano. A ciascuno di loro, si gira un solo messaggio per volta, così non li si intasa di richieste, e si attende la risposta.

Quanto sta influendo la psicosi nella evoluzione della pandemia?

Può influire sicuramente sul morale delle persone e ciò può essere un bene da un lato e un male dall’altro, per convincere ciascuno a seguire le indicazioni di prudenza che finalmente il Governo ha dato. Sul resto della gestione non vorrei entrare: ho volutamente delimitato un intervento circoscritto che in questo momento mi pare trascurato a livello istituzionale.

Da queste colonne l’ex ministro della Sanità ai tempi della Sars, Girolamo Sirchia, si è chiesto come mai non ci sia un portavoce unico dello Stato sul caso: “In tv e sui giornali parlano in troppi, così l’opinione pubblica viene turbata”. Ha ragione?

Senza dubbio sarebbe un’ottima idea. L’ideale sarebbe che le successive misure, che sicuramente saranno prese nel corso dei prossimi giorni, fossero spiegate da subito con chiarezza e venissero accompagnate con materiali comprensibili a tutti, distribuiti alla stampa e online contestualmente all’annuncio. Questo è un primo punto. La mia proposta verte sulla possibilità di costruire un portavoce digitale esclusivamente dedicato a smascherare le false catene che girano in rete.

Come giudica da comunicatore l’approccio che fino ad oggi i media italiani hanno avuto sull’emergenza?

Non appartengo alla categoria di persone che alzano il dito per dare i voti. Direi che adesso siamo tutti chiamati a un di più di responsabilità e mi sembra che, chi più chi meno, l’apparato comunicativo sia avviato in questa direzione.

Si aspettava di più dall’incontro di ieri tra il premier e le opposizioni sulle misure da intraprendere e sulla possibile nomina del super commissario?

Siamo passati da un governo che voleva stanziare solamente 3,5 miliardi al fatto che oggi ne abbiamo messi 25. La nostra richiesta era di 30, accompagnata anche da indicazioni sui modi nei quali impiegarli. Il ministro Gualtieri ha promesso entro due giorni un decreto economico e quindi aspettiamo il governo alla prova dei fatti.

Siamo vicini ad altre misure, maggiormente restrittive, quindi?

Intanto la mia regione, la Lombardia, le ha chieste. E il premier non ha detto di no. Sono convinto che la Lombardia entro poche ore sarà ancora più zona rossa ma non sarà l’unica, penso a Piemonte e Veneto anche se non conosco i dettagli. In questa fase credo che il governo sia restio ma nuovamente si potrebbe partire dalle regioni più colpite, che hanno avanzato questa richiesta. Per cui noi lombardi penso che ci avviamo a diventare tutti cittadini della zona rossa.

twitter@FDepalo

Un portavoce digitale per smascherare le bufale sul Covid-19. La ricetta di Palmieri (FI)

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