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Se prima era un dubbio, ora è una certezza. La pandemia del coronavirus è la goccia che fa traboccare il vaso. Ora Stati Uniti e Cina sono davvero alle porte di una nuova Guerra Fredda, dice a Formiche.net Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, politologo, editorialista del Time. L’Italia è al centro del campo di battaglia. Anzi, non proprio al centro.

Bremmer, sembra che sia in corso una grande campagna diplomatica fra Cina e Stati Uniti sul Covid-19. Chi sta vincendo?

La Cina si trova avanti. Questo non toglie che è la vera responsabile di tutto questo e che ha gestito in modo pessimo la risposta iniziale, seguita poi dalla soppressione dell’informazione cruciale sul virus e dal rifiuto di permettere il pieno accesso al Cdc (Center for desease and control prevention, ndr) e all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).

Oggi il governo cinese dichiara vittoria sul virus.

La sua fortuna risiede nelle fiacche risposte degli altri Paesi, che hanno fatto sembrare buona, al confronto, quella cinese. Da qualche settimana è in corso un immenso giro di vite che ha aiutato la Cina, accompagnato da una solida operazione diplomatica in Europa.

E un cambio di narrazione. Ora sono gli altri ad aver bisogno della Cina.

È esattamente quel che la Cina sta cercando di fare. Visto quanto male ha gestito Trump l’emergenza negli Stati Uniti, si dimostra una narrazione efficace. L’unilateralismo e i rapporti genericamente deboli di Trump con gli alleati europei (entrambi emersi all’inizio di questa settimana nella decisione di vietare i viaggi dall’Europa senza informare prima gli europei) non hanno fatto che aggiungere benzina sul fuoco. Il suo approccio America First gli si sta gravemente ritorcendo contro in questo caso.

Gli si ritorcerà contro anche alle presidenziali di novembre?

Lo danneggerà, questo è sicuro. Finora la sua ricandidatura è stata competitiva perché aveva alle spalle un’economia solida, che ora di colpo non sembra più così solida. D’altra parte, l’emergenza lo spingerà a lavorare molto di più per delegittimare Joe Biden con un aumento delle indagini su Burisma e Hunter Biden. Il coronavirus cambierà forma alla corsa presidenziale, vedremo fino a che punto. Le prossime settimane saranno decisive.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha accusato gli Stati Uniti di aver diffuso il virus a Wuhan. Come si spiega un’accusa del genere?

Si chiama information warfare, niente di più. In Cina i media sono sempre più negativi sugli Stati Uniti, e d’altro canto Trump e i suoi alleati repubblicani hanno iniziato a parlare della “febbre di Wuhan”, utilizzando altri nomi poco lusinghieri. Finché va avanti così, c’è un’alta probabilità che si trasformi in una vera Guerra Fredda.

In Italia è arrivato un carico di equipaggiamento medico in parte donato dal governo cinese, e lo stesso è stato promesso ad altri Paesi europei. Sono doni senza secondi fini?

Assolutamente no. Sono parte della campagna diplomatica che, è bene ripeterlo, è paradossale se consideriamo che il coronavirus viene da Wuhan ed è esploso per una pessima gestione dei cinesi. Questa operazione di sensibilizzazione, che secondo i cinesi prevede l’arrivo di due milioni di mascherine, renderà l’Europa molto più dipendente dalla Cina, e più propensa a resistere agli Stati Uniti su questioni come la concessione del 5G a Huawei.

Anche il 5G a Huawei entra nella partita del Covid-19? La Cina userà l’emergenza come leva negoziale?

Non in modo esplicito. Ma la realtà è evidente e la Cina farà in modo che tutti captino il messaggio. Non che debba faticare tanto per riuscirci.

Oggi le mascherine, domani Huawei... Cina e Italia secondo Ian Bremmer

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