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Fra qualche ora sorgerà il sole sul sabba del qualunquismo, sull’ennesima giornata dell’antiparlamentarismo, salutando il terzo taglio del numero dei parlamentari.

Il terzo tentativo è diverso dai primi due. Il primo fu di destra, il secondo di sinistra. Entrambi cancellati dal voto del popolo sovrano, nel cui nome si taglia, ritaglia e tritaglia. Come a dire: forse non ci si era capiti. Quello che prende corpo domani è un assalto di tipo nuovo, già di suo intimamente trasformista: cavallo di battaglia dell’alleanza fra 5 Stelle e Lega, avversato dal Pd, passerà con i voti del Pd e un qualche modo che la Lega troverà per distinguersi. Un’operazione di Palazzo contro il Palazzo, un trasformismo antitrasformista. E questa è classe.

Posto ciò un Parlamento può essere pienamente democratico, soddisfacentemente rappresentativo e accettabilmente efficiente anche con meno parlamentari. Anzi, può anche aiutare. Se, ad esempio, gli eletti rappresentano elettori che li hanno scelti come persone e come idee politiche e dispongono di collaboratori di ottimo livello e ben pagati, capaci di compensare l’inevitabile analfabetismo nelle materie che non si conoscano (alcune, o una, oh cielo, la conosceranno!).

Questo può anche significare che un Parlamento con meno parlamentari costi di più e comunque richiede sia riforme del meccanismo legislativo che l’adozione di una legge elettorale, stabile nei decenni, coerente con il modello istituzionale scelto. Invece si taglia raccontando la bubbola che così si risparmia e per il resto non cambia nulla o si discetta, per la centesima volta, del solo sistema elettorale, che oramai consumiamo al ritmo con cui i lattanti consumano i pannolini.

Ma vuoi mettere l’esaltazione della gloriosa giornata qualunquista? Vuoi mai rinunciare al ripetuto spettacolo dei parlamentari che, per la terza volta, votano per poter perdere una parte dei colleghi e di sé medesimi? Dicono che i capponi non festeggiano il Natale. Andrebbe aggiunto che se sei cappone va a finire che ti butti in pentola nella vana speranza di ricongiungerti con gli attributi.

Perché il taglio dei parlamentari è antiparlamentare. La versione di Giacalone

Fra qualche ora sorgerà il sole sul sabba del qualunquismo, sull’ennesima giornata dell’antiparlamentarismo, salutando il terzo taglio del numero dei parlamentari. Il terzo tentativo è diverso dai primi due. Il primo fu di destra, il secondo di sinistra. Entrambi cancellati dal voto del popolo sovrano, nel cui nome si taglia, ritaglia e tritaglia. Come a dire: forse non ci si…

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