Skip to main content

Piano piano i nodi dell’immigrazione stanno venendo al pettine e dal governo arrivano ancora segnali fumosi su come impostare la nuova normativa che dovrebbe sostituire la “linea” di Matteo Salvini. La guerra in Libia e l’instabilità tunisina stanno intensificando le partenze, con gli ultimi sbarchi dall’Ocean Viking a Taranto quest’anno siamo a circa 1.300 arrivi rispetto ai 155 dell’anno scorso e il leader leghista ha lanciato un’intelligente provocazione minacciando di denunciare per sequestro di persona il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno visto che il porto è stato assegnato alle navi Ong dopo alcuni giorni di attesa.

Due interviste forniscono spunti interessanti. La prima è quella di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e soprattutto capodelegazione del Pd, che al Corriere della Sera ha detto che non bisogna “parlare ‘solo’ della cancellazione dei decreti Salvini”: cancellazione, dunque, e non semplice recepimento delle osservazioni del Presidente della Repubblica secondo la vulgata degli ultimi mesi. Non basta: occorre un nuovo decreto sicurezza che contenga l’abrogazione di quelle norme “senza dimenticare l’esigenza dei cittadini che chiedono protezione, compresa la protezione sociale”. Cioè? Il punto è proprio questo: Franceschini non spiega come conciliare la richiesta di sicurezza e di maggiore controllo dell’immigrazione irregolare che tanti voti continua a portare alla Lega con una politica di apertura verso chi arriva sulle nostre coste.

È la seconda intervista che pone il quesito con invidiabile chiarezza: Elly Schlein, la più votata alle elezioni regionali in Emilia Romagna con 22mila preferenze, a la Repubblica ha spiegato che il Pd deve spiegare da che parte sta: “Siamo con Bartolo o con Minniti? Cosa facciamo sull’accoglienza dei migranti?”. Lei sta nettamente dalla parte di Pietro Bartolo, dallo scorso anno europarlamentare del Pd e in precedenza per anni medico a Lampedusa dove ha visto tragedie di ogni tipo, una prima linea che forse gli ha fatto conoscere una sola faccia della medaglia senza avere la percezione di come stavano le cose nel resto d’Italia. Quell’aut aut di Schlein ha confermato che Marco Minniti e il suo lavoro al Viminale sono il nemico pubblico numero uno per la sinistra.

Il 2 febbraio si rinnoveranno automaticamente gli accordi con la Libia che ha altro a cui pensare. Rinnovo che manda su tutte le furie parlamentari come Matteo Orfini e Giuditta Pini, quest’ultima firmataria di una proposta di modifica radicale dei decreti sicurezza. Nella maggioranza di governo è stato finora il Movimento 5 Stelle a frenare su ampie modifiche delle norme che aveva votato con la Lega. Ora, dopo le elezioni in Emilia Romagna e insieme con molti altri contrasti a cominciare da quello sulla giustizia, il Pd vorrebbe approfittare della debolezza pentastellata anche se i numeri parlamentari dicono altro. Nel frattempo, l’imminente primavera e le crisi mediorientali fanno prevedere possibili massicce partenze che potrebbero raggiungere il culmine quando tra pochi mesi si voterà in sei regioni e in un migliaio di comuni. Per quella data Franceschini dovrebbe aver spiegato che cosa intende per protezione sociale.

L'immigrazione e i nodi al pettine del Pd

Piano piano i nodi dell’immigrazione stanno venendo al pettine e dal governo arrivano ancora segnali fumosi su come impostare la nuova normativa che dovrebbe sostituire la “linea” di Matteo Salvini. La guerra in Libia e l’instabilità tunisina stanno intensificando le partenze, con gli ultimi sbarchi dall’Ocean Viking a Taranto quest’anno siamo a circa 1.300 arrivi rispetto ai 155 dell’anno scorso…

Addio Kobe Bryant. Identificato il corpo della leggenda del Basket. Il video

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=eSDHiMJc6VM[/embedyt] Sono stati trovati i corpi di tutte le vittime dell'incidente di elicottero in cui ha perso la vita anche la leggenda del basket Kobe Bryant insieme con sua figlia. Ci sono voluti due giorni per i soccorritori per recuperarli fra i rottami del velivolo precipitato sulle colline di Los Angeles, resti che gli agenti stanno esaminando per risalire…

Pd, M5S e il gioco ad ultimatum (rovesciato). L'analisi di Pennisi

Uno studio della Fondazione Open Polis documenta analiticamente che al 22 gennaio sono stati solamente 4 i voti finali in Parlamento: 2 su decreti in scadenza (il decreto Alitalia e il decreto sul sistema creditizio del Mezzogiorno) e 2 su ratifiche di trattati internazionali. Il 70% delle leggi approvate da inizio legislatura sono di iniziativa governativa. Si tratta di uno…

Il falso dilemma tra libero mercato e interesse nazionale. Il caso Copasir

C’è conflitto tra il libero mercato e l’interesse nazionale? A segnalare la possibile divergenza tra questi due principi è stato Il Sole 24 Ore, con un articolo molto letto e discusso in queste ore dalla comunità finanziaria e politica. Nel pezzo si legge che “il Parlamento italiano si avvia a scrutinare, attraverso il Copasir, le possibili ‘infiltrazioni’ di manager o consiglieri di…

I consigli un po' scomodi del Fmi al governo

Le indicazioni del Fondo monetario internazionale al termine della missione italiana, la prima della presidenza di Kristalina Georgieva, sembrano molto la tesi che Mario Draghi ha ripetuto per tutta la durata del Quantitative easing. Il messaggio forte è quello che lega “gli attuali bassi tassi di interesse” alle riforme strutturali. Il costo del debito pubblico è ai minimi e questa…

Quella di Trump su Israele e Palestina è una piattaforma negoziale. La versione di Dottori (Luiss)

Il presidente statunitense Donald Trump ha presentato ieri una proposta per risolvere il conflitto fra israeliani e palestinesi. Si tratta di un elemento di massimo interesse per la politica internazionale, che ci parla dell'amministrazione Trump e apre potenziali nuovi scenari sul contesto regionale. Formiche.net ha contattato Germano Dottori, docente di Studi strategici della Luiss e autore di un tomo di riferimento…

Cosa c'è dietro il piano di pace di Trump. L'analisi di Gramaglia

Il ‘piano di pace del Secolo’, come, con la consueta modestia, lo definisce Donald Trump. Oppure, il ‘tradimento del Secolo’, come lo bollano su lunghezze d’onda analoghe tutti i palestinesi e l’Iran e i suoi affiliati nella Regione. Persino la Turchia, un Paese della Nato, anche se sempre di meno, non usa mezzi termini: “Il piano è un’annessione, è nato…

Il piano di Trump è difficile ma vantaggioso. Nirenstein spiega perché

Addio al controverso piglio che ha prodotto l'accordo di Oslo e le successive premesse legate al falso tema “pace in cambio di terra”. Battezza così il piano di pace americano per il Medio Oriente Fiamma Nirenstein, giornalista, scrittrice e tra le altre cose membro del Jerusalem Center for Public Affairs (Jcpa), che affida a Formiche.net la sua lettura analitica sulla…

Israele e Palestina, ci sono alternative al piano di Trump? Il commento di Bressan (Lumsa)

Ai microfoni di Radio 1, l’ambasciatrice palestinese in Italia e presso la Santa Sede, Abeer Odeh, ha detto che "il piano di Trump in Medio Oriente è già morto perché illegale. Trump fa accordi solo con la componente di destra del governo di Israele, i palestinesi non sono parte del negoziato". È uno dei vari commenti negativi che esce dopo…

Bomba di Handelsblatt su Huawei (che smentisce) e spie cinesi

È il giorno dopo la decisione britannica su Huawei, quello della pubblicazione della toolbox della Commissione europea sul 5G: tutti i fari sono puntati sulla Germania, prossimo Paese europeo chiamato a decidere sul ruolo che il colosso cinese potrà avere nella costruzione dell’infrastruttura tedesca del futuro. E l’Handelsblatt, praticamente Il Sole 24 Ore teutonico, che fa? Spara una notiziona. Il…

×

Iscriviti alla newsletter