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Nuovo primato per l’Italia nell’ambito del programma F-35. L’Aeronautica militare è la prima forza armata a dispiegare l’avanzato velivolo di quinta generazione realizzato da Lockheed Martin in un’operazione Nato. Sei jet del 32° Stormo di Amendola, insieme a diversi altri assetti, hanno raggiunto ieri la basa islandese Keflavik, da dove si alzeranno in volo per tre settimane con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia dello spazio aereo Nato.

LA MISSIONE

Si tratta di attività di air policing a cui l’Aeronautica militare italiana, oggi guidata dal generale Alberto Rosso, contribuisce da tempo. Il nuovo dispiegamento di assetti aerei è il quinto per l’Italia dall’avvio delle attività e il secondo del 2019. “La missione dimostra la solidarietà, la prontezza e la cooperazione tra gli alleati”, spiega l’Allied Air Command con base a Ramstein, in Germania. È proprio il comando alleato a sottolineare il primato dell’Italia: “L’Aeronautica italiana è pioniera nell’utilizzo del moderno aereo per la missione di air policing della Nato”. L’Arma azzurra, prosegue la nota del comando Nato, “ha dato prova della sua capacità di valorizzare la versatilità multiruolo e le performance della nuova piattaforma”. Per le prossime settimane, gli F-35 italiani opereranno attraverso la collaborazione con i controllori del Combined Air Operations Centre di Uedem, in Germania, e del Control and Reporting Centre stanziato proprio a Keflavik. Le prime sortire serviranno da “voli di familiarizzazione”. Poi, “ottenuta la certificazione per la missione”, i jet italiani “proteggeranno lo spazio aereo dell’alleato fino alla fine di ottobre”.

LA STORIA DEL PROGRAMMA

Già da marzo dello scorso anno, gli F-35 in dotazione al 32° Stormo di Amendola sono stati integrati nel sistema di Difesa aerea nazionale, contribuendo “con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione alla difesa dei cieli italiani”, notava l’Aeronautica. Nel dicembre del 2016, il 13° Gruppo fu il primo in Europa a ricevere il velivolo. Da allora le attività addestrative sono state numerose. Lo scorso marzo, sei velivoli dello Stormo sono volati a Istrana, nel trevigiano, per partecipare all’esercitazione “Lightning Thunder Over Europe”. Per circa una settimana, hanno da lì operato per raggiungere il Poligono elettronico “Polygone” di Bann in Germania, testando la capacità di rischieramento in modalità “out & back” nonché l’abilità di condurre attività di volo sostenuta al di fuori della “home base”.

L’F-35 DIPLOMACY IN ITALIA

Più recenti, a inizio luglio, sono arrivate le prime attività addestrative bilaterali sui cieli italiani, con i velivoli dell’Aeronautica fianco a fianco con quelli di Regno Unito e Stati Uniti in due attività distinte, convogliate sulla base di Amendola, nella stessa giornata. In quell’occasione si è testato il concetto di “Supporto Logistico Avanzato”, basato su un sistema informatico di logistica integrata denominato Alis, che consente di gestire richieste, movimentazioni e distribuzioni delle parti di ricambio su scala globale. In sintesi, si tratta delle possibilità che qualsiasi base che ospitata F-35 nel mondo, sia in grado di sostenere anche i velivoli degli altri Paesi, prospettiva dagli evidenti ritorni operativi.

I PRIMATI INDUSTRIALI

Ai primati operativi si affiancano quelli industriali, che vedono protagonista lo stabilimento di Cameri, in provincia di Novara, unico centro di assemblaggio e verifica finale nel Vecchio continente. Un paio di settimane fa, dal sito novarese è uscito il primo velivolo destinato all’Olanda, intervenuta alla cerimonia di roll out con due segretari di Stato (Difesa e Affari economici) entusiasti del contributo italiano. Sempre a Cameri è stato realizzato l’F-35 che, per primo nella storia del programma, ha compiuto una trasvolata oceanica a febbraio 2016. Due anni dopo, sempre da qui è uscito il primo F-35 a decollo corto e atterraggio verticale assemblato al di fuori degli Stati Uniti.

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