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In un’Italia in cui i sovranisti avanzano a vele spiegate, sarebbe logico aspettarsi un gradimento stellare per Donald Trump, “padre nobile” della nuova destra nativista incarnata dal tandem Salvini-Meloni. Eppure, le cose non sono così lineari come appaiono.

È una rilevazione di Swg a mostrarci il paradosso di un’Italia che apprezza il trumpismo come stile politico ma che ha poca fiducia nelle scelte strategiche del Tycoon sullo scacchiere internazionale.

Una fotografia stridente che trova conferma nel giudizio negativo degli italiani sull’ordine del Presidente Usa di eliminare il più potente dei generali iraniani.

E così, ben il 66% degli intervistati considera l’uccisione di  una scelta sbagliata.

Scetticismo e freddezza sono i sentimenti dominanti nei confronti della operazione militare dello storico alleato, un dato che raggiunge percentuali bulgare tra i più giovani (76%).

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Ma c’è un altro paradosso racchiuso nei dati.

Gli italiani bocciano sonoramente la mossa di Trump, ma i giorni che sono seguiti all’omicidio del più influente dei Pasdaran sono stati di gran lunga i migliori da quando il Tycoon siede alla Casa Bianca.

Per capirlo basta ricostruire la reazione a catena innescata dal missile statunitense.

L’aereo abbattuto per errore che ha rivelato tutta l’inadeguatezza bellica di Teheran, le maldestre giustificazioni del governo, le dimissioni con tanto di scuse per “anni di menzogne” di tre giornaliste della tv iraniana e gli studenti universitari che si rifiutano di calpestare la bandiera a stelle e strisce.

Insomma, Trump ne è uscito più forte.

Ma la vittoria d’immagine statunitense non sembra interessare più di tanto gli italiani. Anzi, per il 40% l’uccisione di Soleimani è una scelta pericolosa e per il 24% si tratta addirittura di un atto criminale.

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Un’ondata di diffidenza verso l’interventismo statunitense che neppure Salvini, campione nel sintonizzarsi con gli umori del Paese, è riuscito a interpretare.

“Bisogna ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo” ha twittato il “Capitano” in nome della lealtà al suo ispiratore oltreoceano.

Ma questa volta gli italiani sembrano ben lontani dalle vedute del segretario leghista.

Il 72% dei cittadini ha paura che la mossa di Trump possa degenerare in un conflitto mondiale.

Gli americani vengono da Marte e gli europei da Venere era la tesi di un popolare saggio uscito alla vigilia della guerra in Iraq del 2003 per sottolineare la diversa indole in politica estera degli Usa rispetto al Vecchio continente.

Da allora sono cambiate tante cose ma quello che è certo è che in Italia la spinta isolazionista è sempre più forte. Tutti sovranisti quindi ma ognuno a “casa propria”.

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Sì al trumpismo ma no a Trump. Arditti spiega il paradosso italiano

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