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Le imprese italiane nel tempio della democrazia americana, il Congresso. Tre giorni fa è partita la missione di Confindustria negli Usa per promuovere il sistema industriale italiano agli occhi della prima economia mondiale. Una cinque giorni importante, che si concluderà domani, con cui Viale dell’Astronomia ha puntato a rinsaldare i rapporti tra la seconda manifattura d’Europa e uno dei mercati in assoluto più strategici per l’economia del Vecchio Continente. Un programma serrato, quello di Confindustria. Washington, Atlanta e una serie di incontri con esponenti di governo e istituzioni, comunità industriali e finanziarie tra le più dinamiche del Paese e le grandi imprese locali. Ma quello più importante è stato naturalmente l’incontro tra gli imprenditori italiani e il Congresso degli Stati Uniti. Tutto per garantire sane relazioni industriali, anche al tempo della guerra dei dazi.

DALL’ITALIA CON AMORE

La missione di Confindustria è stata guidata da Licia Mattioli, che per Viale dell’Astronomia è vicepresidente per l’Internazionalizzazione e ha coinvolto tutti i membri del gruppo tecnico internazionalizzazione, tra cui, Alessandro Zucchi di Acimit, Giovanni Vitaloni di Anfao, Andrea Maspero di Anie, Renato Ancorotti di Cosmetica Italia, Pierluigi Petrone di Farmindustria, Nicola Levoni di Federalimentare, Roberto Snaidero di FederlegnoArredo, Nicola Altobelli dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Andrea Razeto di Ucina. E proprio Mattioli ha spiegato a Formiche.net il senso della missione americana di Confindustria. “Poter presentare per la prima volta il sistema industriale italiano nel cuore della democrazia americana, il Congresso degli Stati Uniti. Con questa missione abbiamo voluto ribadire il legame storico tra i nostri due Paesi e consolidare i nostri rapporti economici, rafforzando il dialogo tra il primo ed il settimo Paese manifatturiero al mondo, Stati Uniti e Italia”.

CONFINDUSTRIA CHIAMA TRUMP

Mattioli ha poi tirato direttamente in ballo il presidente degli Stati Uniti, alle prese con una delicata guerra commerciale a livello globale, che però potrebbe finalmente risolversi nelle settimane avvenire. “L’Italia e le sue imprese vogliono scommettere sul mercato americano e aumentare le esportazioni negli Usa di quei prodotti che definisce belli e ben fatti, ovvero quei beni del made in Italy ad alto valore aggiunto. Allo stesso tempo chiede però che l’amministrazione Trump torni a guardare all’Italia come a un Paese amico e affidabile, un alleato e un importante partner commerciale, e smetta di minacciare l’introduzione di nuovi dazi nei confronti del Belpaese e dell’Unione europea”. Messaggio chiarissimo a Trump. “Crediamo nella partnership transatlantica ma è necessario essere trasparenti e ragionevoli e lavorare per un risultato win-win, senza giochi di potere e mettendo da parte le minacce di nuovi dazi. Questo significa non attaccare l’Organizzazione mondiale del commercio ma lavorare insieme per cercare di riformarla dall’interno, sempre con rispetto per il sistema multilaterale”.

OBIETTIVO EXPORT

L’imprenditrice torinese ha poi insistito su di un punto: i dazi introdotti recentemente contro i prodotti alimentari Ue, inclusi dunque quelli italiano. “Credo siano ingiusti, ed è inaccettabile la minaccia di nuove imposte sull’import da parte di Washington in ritorsione all’eventuale introduzione di una web tax in Italia. Credo che sia possibile aumentare, come mostrano i nostri calcoli, di 8 miliardi di euro all’anno l’export negli Usa, portando gli attuali circa 15 miliardi a oltre 23 miliardi ma è importante intrattenere rapporti basati sul rispetto reciproco, perché il commercio internazionale non può e non deve diventare una strada a senso unico”.

L'Italia scommette sul mercato americano ma Trump... Parla Mattioli (Confindustria)

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