Skip to main content

E infine parlò Luigi Di Maio. All’ora di cena arriva la presa di posizione del ministro degli Esteri in persona sul duro comunicato dell’ambasciata cinese a Roma che ha condannato la conferenza stampa al Senato con Joshua Wong, segretario di Demosisto e leader delle proteste a Hong Kong. “I legami commerciali con tanti altri Paesi non possono mettere in discussione il rispetto delle nostre istituzioni, del nostro Parlamento e del nostro governo – ha detto a margine di un incontro con gli attivisti del Movimento Cinque Stelle a Venosa. L’invito al governo cinese è di “rispettare le conferenze che approfondiscono le questioni di livello internazionale”, anche quando non sono di suo gradimento.

L’intervento di Di Maio cala il sipario su un pomeriggio di polemiche. Da molte parti, anche in casa dem, si chiedeva una presa di posizione autorevole da parte delle istituzioni su quello che è, a tutti gli effetti, un attacco alle istituzioni democratiche del Paese. In serata la politica italiana si è compattata. Alle voci critiche fra le fila di Lega, Fdi, Fi e Pd si sono aggiunte quelle in casa Cinque Stelle. È il caso della presidente della Commissione Esteri della Camera Marta Grande, che ha definito “del tutto inaccettabili” le parole dell’ambasciata cinese, perché “un Paese libero e democratico decide, e ha il coraggio delle proprie azioni, sempre”. A stretto giro hanno condannato l’episodio il presidente della Camera Roberto Fico e la presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Caso chiuso? La presa di posizione del titolare della Farnesina è sicuramente la giusta risposta a un grave episodio di scorrettezza diplomatica. Il passo successivo è realizzare che non si tratta di un episodio isolato, ma di un modus operandi che negli ultimi anni le feluche cinesi hanno progressivamente adottato, in Italia ma non solo. I richiami alla “non ingerenza” negli affari interni della Cina troppo spesso si trasformano in aperta ingerenza negli affari interni di Paesi esteri.

Un tempo il galateo e l’asetticità propri della diplomazia orientale edulcoravano in parte le condanne del ministero degli Esteri. Ultimamente si è invece assistito a una comunicazione più vocale e meno filtrata del circuito diplomatico cinese nei confronti dei Paesi occidentali.

In Italia il nuovo corso è particolarmente evidente. Si ricorderà la conferenza stampa del 9 agosto con cui l’attuale ambasciatore Li Jinhua si presentò a Roma una volta ricevute le credenziali. Allora come oggi il tema posto all’ordine del giorno erano le proteste di Hong Kong. “Hong Kong è della Cina, e non accettiamo alcun tipo di interferenza straniera”, fu l’avvertimento dell’ambasciatore. Un monito davvero insolito nella forma e nella sostanza per un incontro con la stampa nel giorno dell’insediamento.

Stupisce chi si stupisce, verrebbe da dire. L’assertività della Cina in Europa è ormai un dato di fatto, e non infrequenti sono le ingerenze nella politica interna dei Paesi con cui Pechino intrattiene rapporti. Il caso dell’ambasciata cinese a Roma è un utile monito per i fan del Dragone nella politica italiana. L’ex Impero Celeste ha abbandonato una volta per tutte le vecchie tonalità pastello per far spazio a colori più forti. Ora nessuno può dire di non sapere.

Di Maio risponde (bene) all'ambasciata cinese. Ora serve un passo in più

E infine parlò Luigi Di Maio. All’ora di cena arriva la presa di posizione del ministro degli Esteri in persona sul duro comunicato dell’ambasciata cinese a Roma che ha condannato la conferenza stampa al Senato con Joshua Wong, segretario di Demosisto e leader delle proteste a Hong Kong. “I legami commerciali con tanti altri Paesi non possono mettere in discussione…

La Cina minaccia il Parlamento italiano. Cosa farà il governo?

Alla faccia della non ingerenza. Puntuale come un orologio svizzero è arrivato il comunicato dell’ambasciata cinese a Roma sulla conferenza alla sala stampa del Senato con il leader delle proteste a Hong Kong Joshua Wong invitato dal Partito radicale e da Fratelli d’Italia. Conferenza cui Wong è stato costretto a partecipare via Skype, avendogli le autorità di Hong Kong impedito…

Cara Pechino, Roma non è una tua succursale. Parola di Centinaio (Lega)

Di Gian Marco Centinaio

Il comunicato dell’ambasciata cinese sulla conferenza stampa del Senato con Joshua Wong tradisce una pericolosa concezione dell’Italia, quella cioè di un Paese che deve rimanere in silenzio ogni volta che assume una decisione non in linea alle speranze o agli obiettivi del governo cinese. Da ministro sono stato il primo a favorire la cooperazione con la Cina nel campo economico…

Inaccettabili e irresponsabili. Pittella (Pd) risponde all'ambasciata cinese

Quando è troppo è troppo. Il comunicato al vetriolo con cui l’ambasciata cinese a Roma ha condannato la conferenza stampa di Joshua Wong al Senato con il Partito radicale e Fratelli d’Italia ha smosso le acque anche nel Partito democratico. Da giorni alcuni parlamentari dem hanno espresso imbarazzo per la linea dell’alleato senior di governo, il Movimento Cinque Stelle, considerata…

L'Italia sospesa tra Sardine e Capitano. L'analisi di Arditti

O con lui o contro di lui. In Italia va in scena un nuovo derby politico: salviniani vs antisalviniani. Cambiano i simboli, le casacche e i protagonisti ma lo schema di gioco resta sempre lo stesso del ventennio berlusconiano. Da un lato chi acclama il “Capitano” come salvatore della Patria, dall’altro chi lo dipinge come il male assoluto, due tifoserie…

A Roma siamo il partito leader. Rampelli (FdI) avverte Salvini

“Io sindaco? È una domanda ricorrente, per fortuna non lo chiedono solo a me”. Guai a chiedere a Fabio Rampelli se correrà per il Campidoglio nel 2021. Il vicepresidente della Camera, co-fondatore di Fratelli d’Italia e volto storico della destra romana e della sezione di Colle Oppio, preferisce tenersi alla larga dai pronostici. Dopotutto la corsa per Roma è appena…

Banche e debito. Ecco i (pochi) margini di trattativa dell'Italia sul Mes

Non potranno dire no a tutto. Difficile anche ottenere un congelamento della riforma del Mes, come ipotizzato nelle ultime ore da media e politica. La riforma del meccanismo europeo di stabilità finito al centro dello scontro politico tra Lega e governo dovrebbe andare avanti secondo i piani e vedere la luce il 13 dicembre del 2019, spiegava ieri una fonte…

Trump ci riprova con i talebani. La promessa del ritiro è più forte dei rischi

Donald Trump insiste e vorrebbe proprio risolvere la pratica afghana prima delle elezioni presidenziali in programma tra un anno per mantenere la promessa del ritiro. Insiste e continua a fidarsi dei talebani con i quali, a quanto pare, gli Stati Uniti hanno ripreso una trattativa dopo quella bruscamente interrotta all’inizio di settembre per l’ennesimo attentato nel quale morirono 11 persone…

Trump in Afghanistan e Macron con Stoltenberg. Si avvicina il vertice Nato

Si muovono le ultime pedine in vista del vertice che la prossima settimana riunirà a Londra i capi di Stato e di governo della Nato. Il presidente Donald Trump nel giorno del ringraziamento visita a sorpresa il contingente americano in Afghanistan e rilancia il negoziato di pace con i talebani. La mossa è valida in vista della corsa alle presidenziali del…

F-35, abbassare la tensione sulla Difesa nazionale. L'appello di Pagani (Pd)

Come prevedibile, l’annuncio del ministro Lorenzo Guerini sull’avvio della Fase 2 del programma F-35 ha riacceso le polemiche relative alla partecipazione italiana al Joint Strike Fighter. Un invito ad abbassare la tensione e a trovare unità politica intorno ai temi della Difesa è arrivato da Alberto Pagani, il capogruppo del Pd in Commissione Difesa alla Camera e primo firmatario della…

×

Iscriviti alla newsletter