Skip to main content

Il rallentamento della globalizzazione porta al riaffacciarsi del criterio dell’interesse nazionale come parametro di azione prioritario degli Stati nazionali: comportarsi seguendo i propri interessi non è una novità, ovviamente, ma più inedito è farlo così apertamente, quasi ostentatamente dopo aver passato decenni a tessere le lodi del multilateralismo e della mondializzazione. Sul piano securitario, è lecito interrogarsi, tuttavia, se il prevalere degli intenti dei singoli Stati possa eventualmente incidere sulla loro collaborazione e avere conseguenze segnatamente per la tutela della sicurezza del nostro continente.

Insomma, in un’epoca di maggiore attenzione alle dimensioni nazionali rischiamo davvero di affievolire la dimensione europea della sicurezza e, per ciò stesso, la nostra sicurezza nazionale? La risposta non può che essere negativa. Innanzitutto, perché nel settore della sicurezza nazionale, della ricerca, dell’elaborazione e dello scambio a tal fine di notizie, dell’intelligence insomma, “condividere” è assai diverso da “integrare”.

Condividere e scambiarsi notizie è attività ampiamente in uso tra i diversi Servizi nazionali preposti alla ricerca di informazioni che tutelino la sicurezza nazionale. L’ambito e la portata di questi scambi sono andati, specie negli ultimi anni, estendendosi diffusamente, anche per la necessità di fronteggiare le minacce del terrorismo islamico e sono sicuramente suscettibili di nuovi e più estesi sviluppi.

La sfida odierna è proprio quella di intensificare e rendere sempre più capillare lo scambio di informazioni, di trarre elementi utili dalla messe dei dati a nostra disposizione, sia che si tratti di fonti aperte, sia che si tratti di fonti confidenziali.

Speciale rilievo acquisisce poi la messa a fattor comune delle informazioni raccolte e scambiate: è questo il passaggio che accresce il valore della condivisione. Fatto a livello europeo o comunque tra Paesi alleati e like-minded aggiunge valore determinante all’intero esercizio. Cosa molto diversa è invece la creazione di entità integrate di intelligence. Quest’ultima postula il presupposto – fallace – che esista già una politica europea comune in materia di sicurezza e di promozione dell’interesse europeo: quest’obiettivo sembra ancora fuori portata e gli Stati uniti d’Europa non sono alle viste.

Conseguentemente, l’attività di ricerca di notizie attinenti la sicurezza è tuttora così intrinsecamente connessa alla sfera sovrana dei singoli Stati membri, che ben difficilmente ci possiamo aspettare una sua messa in comune in nome di un interesse europeo sovranazionale, che in questo, come in altri campi, stenta a manifestarsi.

L’integrazione dei servizi di intelligence trova, dunque, il proprio limite nella sovranità nazionale e soprattutto nella fase ancora relativamente arretrata del processo d’integrazione europea. Se, quindi, va realisticamente concluso che un’intelligence europea non è imminente, altrettanto pragmaticamente va constatato che la mancata integrazione delle intelligence non comporta un impatto negativo sulla tutela della sicurezza.

Il problema, infatti, ancora una volta, non sta nel ricercare insieme gli elementi informativi, ma nel condividere quanto in proprio possesso, conferendogli il massimo valore aggiunto possibile. Le acquisizioni informative su diversi teatri geopolitici sono preziosa merce di scambio e una loro condivisione intelligente può promuovere un maggior grado di compatibilità fra le “linee rosse” dei rispettivi Stati nazionali e una mitigazione delle divergenze. D’altra parte, il contrasto alle minacce propriamente asimmetriche è permeato da una logica altamente competitiva, come dimostrato dal settore economico-finanziario, nel quale la tutela degli assetti strategici di ciascuno complica, anziché promuovere, l’armonizzazione dei rispettivi interessi.

Insomma, “condivisione” è alla luce dei fatti, e non di idealistiche aspettative, la parola-chiave, la formula che oggi più che mai integra l’essenza della difesa dell’interesse nazionale e di quello europeo. E l’intelligence è, in ultima analisi, l’arte di trarre il maggior vantaggio dalle situazioni come esse sono e non come si vorrebbe che fossero. Anche nell’Unione europea, almeno per ora e – stiamone certi – senza vulnerare la nostra sicurezza collettiva.

Perché la sicurezza è Nazionale. Parla l'amb. Massolo

Di Giampiero Massolo

Il rallentamento della globalizzazione porta al riaffacciarsi del criterio dell’interesse nazionale come parametro di azione prioritario degli Stati nazionali: comportarsi seguendo i propri interessi non è una novità, ovviamente, ma più inedito è farlo così apertamente, quasi ostentatamente dopo aver passato decenni a tessere le lodi del multilateralismo e della mondializzazione. Sul piano securitario, è lecito interrogarsi, tuttavia, se il…

Il Califfo è alle strette: l’audio per rilanciare il proselitismo

Nel discorso con cui Abu Bakr al Baghdadi ha arringato i suoi proseliti, diffuso ieri, non ci sarebbe niente di eccezionale, se non fosse l’eccezionalità del discorso stesso. La seconda uscita pubblica dopo pochi mesi da un video diffuso in maniera tutt’altro che consueta. Va considerato che dietro questa produzione multimediale c’è uno sforzo multiplo: il messaggio da preparare, tutto il…

Se Intelligence fa rima con dialogo. Parla Frattini (Sioi)

Interesse nazionale, motore dell’intelligence. Un concetto mutevole in forma e contenuti che ne rende permeabile la definizione dei confini. Ma se è vero che esso è la ragion d’essere dell’attività di intelligence, è altrettanto vero che quest’ultima deve evolversi almeno allo stesso passo. Ma il lavoro dell’intelligence non è soltanto di servizio – cioè quello di agire in base alle…

Prima la giustizia, poi la politica. Il caso Atlantia letto da Giuricin

Quando la politica arriva prima della giustizia. Succede in Italia, è successo in questi mesi. Da una parte il governo gialloverde e una tragedia immane, il crollo del ponte Morandi di Genova. Dall'altra uno dei maggiori gruppi privati italiani ed europei, Atlantia, il braccio per le infrastrutture (Autostrade, aeroporti) della famiglia Benetton. Da quel 14 agosto 2018 è passato del…

Aviazione, Boeing batte Airbus al Wto. Chi pagherà il conto?

Dopo 15 anni di battaglie legali, gli Stati Uniti (cioè Boeing) hanno vinto la battaglia contro gli aiuti di Stato europei ad Airbus. La decisione della World Trade Organization (WTO) deve ancora essere pubblicata, ma le anticipazioni che il costruttore statunitense fa filtrare da mesi sono state confermate ieri da Cecilia Malmström, commissario uscente europeo all’economia. La decisione attesa per…

Perché la catastrofe climatica è prima di tutto politica

Il rapporto del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici – Ipcc – conferma in larga misura, sulla base dei dati e delle osservazioni sugli effetti dell’aumento della temperatura media del pianeta, gli scenari che erano stati delineati già 30 anni fa a conclusione della prima sessione di Ipcca Sundsvall in Svezia, e di cui siamo testimoni: eventi climatici estremi sempre più…

Presidenziali tunisine, il termometro politico del paese tra novità e astensione

Di Francesco Salesio Schiavi

In attesa dei risultati ufficiali e basandosi sui dati sinora rilasciati dalla Commissione superiore indipendente per le elezioni (Isie), quello che emerge dal primo turno delle elezioni presidenziali in Tunisia sono una vistosa diminuzione dell’affluenza alle urne e la chiara affermazione dei candidati indipendenti su quelli appartenenti ai partiti tradizionali. Basandoci sui dati di ieri sera, l’agenzia Isie ha confermato…

Bombe sulle elezioni afghane. Il messaggio dei talebani a Usa e Nato

Doppio attacco alle urne in Afghanistan. Il primo contro una manifestazione elettorale del presidente Ashraf Ghani: almeno 24 le vittime nella provincia di Parwan, a nord della capitale Kabul. Un'altra esplosione nel centro di Kabul, vicino all'ambasciata americana, ha ucciso almeno tre persone. Chi vuol minare il nuovo corso nel paese? ATTACCHI E'doppia al momento la strategia dei talebani: da…

Perché una Pa efficiente e digitale può spingere il Pil

Quando si parla di Pubblica amministrazione, soprattutto italiana, a qualcuno viene l'orticaria. La nostra burocrazia per anni è risultata tra le più lente e macchinose al mondo, bruciando interi punti di Pil a causa della tempistica che rallentava gli affari delle imprese. Ma forse oggi qualcosa sta cambiando. La digitalizzazione ha reso tutto un po' più facile, fluidificando quei processi che…

“ Canna di fiume, colla di farina e pezzi di giornale”. La Poesia di Girolamo La Marca

Si è conclusa l'8 settembre scorso la Premiazione del XXII Concorso di Poesia Nazionale Alessio di Giovanni, tenutosi presso la Sala Consiliare della Città di Raffadali (Ag). Il Premio Alessio Di Giovanni è dedicato alla figura dell'omonimo poeta e drammaturgo siciliano (Cianciana, 11ottobre 1872 – Palermo, 6 dicembre 1946), poeta e scrittore che sosteneva il Siciliano come una lingua viva…

×

Iscriviti alla newsletter