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Bipolarismo teutonico che mette a rischio la Grosse Koalition (GroKo). In Turingia primo partito è la sinistra di Linke tallonata dalla destra dell’AfD, che tocca il risultato record del 23,4%: crollano Cdu e socialisti, rispettivamente al 21,8 (perdendo undici punti) e all’8,2%. Ecco perché anche in Germania, dove il centro non è più maggioranza, l’elettore premia una o l’altra parte.

L’EXPLOIT DELLA LINKE

Dietro la primizia della Turingia la consapevolezza che un modello è definitivamente entrato in crisi, come testimoniarono anche le elezioni regionali dell’autunno 2018. Il nuovo parlamento statale ha per la prima volta come primo partito la sinistra di Linke tallonata dai nazionalisti di AfD, non più semplici meteore figli di un voto di protesta, ma sopra il 20%. Se da un lato la performance di AfD provoca costernazione tra gli avversari, ecco che la formazione della coalizione per governare diventa difficile viste le difficoltà degli attuali player in GroKo, Cdu e Spd. Non c’è per legge un limite di tempo in Turingia: se nei primi due scrutini non ci sarà accordo, la costituzione dice che verrà scelto “chi riceve il maggior numero di voti in un altro scrutinio”, indipendentemente dal loro numero. Extrema ratio, sciogliere il parlamento statale, se nessun candidato raggiungerà la maggioranza. Ma intanto la sinistra, dopo le grandi difficoltà, incassa forse il suo unico risultato positivo solo grazie al volto di Bodo Ramelow (e non al consenso verso il partito stesso).

I TREND

Ma al di là dei tecnicismi che condurranno al governo locale, è di tutta evidenza come l’impianto stesso della GroKo stia attraversando forse la sua più intensa crisi. Per cui, al netto della possibilità, come paventato dai socialdemocratici, che tutti i partiti anti-destra si coalizzino “lasciando stare le proprie ideologie”, è chiaro che gli equilibri interni stanno mutando rapidamente. E se lo scorso anno si tamponò la falla al governo con il cambio di leadership nella Cdu (Merkel lasciò e fu eletta Annegret Kramp Karrembauer), oggi non sarà sufficiente un semplice cambio di volto.

I NUMERI DELL’AFD

Il presidente dell’AfD, Jörg Meuthen, ha definito il crollo di Cdu e Spd un “punto di svolta”, dal momento che “i partiti dell’ex popolo sono in declino, e i nuovi partiti prendono il sopravvento”, mettendo l’accento sul fatto che entrambi non raggiungono assieme il 30%. Un trend che ha preso avvio lo scorso anno in Sassonia e a Brandeburgo dove il calo netto della Cdu è coinciso con un guadagno per AfD. Mentre dalle perdite della Spd hanno guadagnato la Linke ma soprattutto il partito dei Verdi. Secondo Meuthen “questa è stata un’elezione di grande successo per noi”.

LO SCHEMA

Per la prima volta il centro non è più maggioranza. E in Germania è una notizia. Per cui anche se Ramelow ha vinto le elezioni, è la sua coalizione ad aver perso potere visto che il passato governo rosso-rosso-verde non ha più la maggioranza a causa della debolezza dei suoi leader. Si tratta di un momento molto complesso della politica tedesca, per via dell’esigenza di riposizionamento che hanno gli esponenti del centro: con Linke o con AfD? Il segretario regionale della Cdu, Raymond Walk, ha già escluso una coalizione con i due estremi. Ma quando Ramelow farà la sua proposta (a freddo e dopo che si saranno calmati gli animi post urne) una strada comune andrà giocoforza trovata: con le possibili ripercussioni sul governo centrale.

L’incertezza, che diventa in prospettiva un potenziale ostacolo, si comprende dalle parole dello stesso Ramelow, che dice: “Non ho capito esattamente cosa preferisce fare la Cdu al momento”. La sua idea, chiara da tempo, è una grande alleanza anti AfD con Cdu, Spd, Fdp, Verdi, per poi vedere in un secondo momento se “può essere una coalizione più solida, una coalizione assoluta o un modello di tolleranza.” Ad oggi intanto è un grande punto interrogativo.

twitter@FDepalo

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