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“America first anche oltre l’atmosfera”. È con questo slogan che il vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence ha aperto oggi, a Washington, l’International Astronautical Congress (Iac), l’evento organizzato dalla Federazione astronautica internazionale e dall’American Institute of Aeronautics and Astronautics (Aiaa) che ogni anno riunisce la comunità spaziale di tutto il mondo.

UN’EDIZIONE PARTICOLARE

L’edizione 2019 ha un sapore particolare per almeno tre motivi. Prima di tutto, perché si tratta della numero settanta, capitata per l’occasione nella capitale americana. Secondo, perché cade nell’anno del cinquantesimo anniversario dallo sbarco sulla Luna, un avvenimento che negli Usa continuano a festeggiare quale tappa centrale nella storia nazionale. Terzo, perché permette di rivolgere uno sguardo attento al programma americano per riportare l’uomo sullo stesso satellite naturale su cui approdò Neil Armstrong nel 1969. È infatti il primo congresso a tenersi dopo l’aggiornamento della tabella di marcia della Nasa, fortemente voluto dalla presidenza targata Donald Trump e confluito nel programma Artemis, quello che realizzerà una piattaforma orbitante intorno alla Luna e che permetterà di rimettervi piede entro il 2024.

L’APERTURA TARGATA PENCE

Non a caso, lo Iac 2019 è stato inaugurato da Mike Pence, il vice presidente a cui il tycoon ha affidato il re-istituito National Space Council con l’obiettivo di dare maggior coordinamento alle politiche spaziali a stelle e strisce, e di riporle sotto il diretto controllo della Casa Bianca. E proprio dal Consiglio spaziale, ha ricordato Pence, è arrivata la direttiva con cui Trump ha ordinato alla Nasa di riordinare le priorità esplorative, puntando prima sulla Luna e poi su Marte, capovolgendo di fatto la roadmap in vigore con l’amministrazione Obama. Nonostante diverse perplessità da parte della comunità spaziale nazionale, a dare supporto alla linea presidenziale è stato Jim Bridenstine, scelto per guidare la Nasa, e oggi intervenuto allo Iac ribadendo con forza l’ambizione lunare.

L’AMERICA FIRST ANCHE OLTRE L’ATMOSFERA

Il discorso programmatico è toccato comunque a Pence. Dalla Space Force ad Artemis, passando per la collaborazione internazionale e il ruolo dei privati, il vice presidente ha ribadito tutti i punti centrali dello Spazio secondo l’amministrazione Trump. L’obiettivo, ha chiarito, è affermare “l’America first” anche oltre l’atmosfera. “Vorrei che usciste da questa settimana a Washington con la fiducia che l’America è tornata leader nello Spazio”, ha detto Pence alla plenaria d’apertura. L’invito è rivolto soprattutto ad “amici e alleati”, i rappresentanti dei tanti Paesi presenti al congresso astronautico. Pence ha citato il Canada, che è già salito a bordo del programma per il Lunar Gateway, e il Giappone, per cui si attendono in questi giorni ufficializzazioni sulla partecipazione ad Artemis. Poi, il vice presidente si è rivolto anche “agli amici europei”, tracciando la nuova strada per “far avanzare ulteriormente insieme la conoscenza umana nello spazio”.

LA COMPETIZIONE SPAZIALE…

In realtà, Pence ha tenuto a sottolineare che l’invito a salire sui nuovi programmi americani è rivolto alla “nazioni che amano la libertà”, con un accento ai valori occidentali che conferma i caratteri competitivi della nuova corsa allo spazio. Il riferimento è probabilmente tutto alla Cina, che ha dato prova di notevoli ambizioni spaziali iniziando proprio dal suo programma lunare. Non è un caso che Pence abbia dunque citato la Space Force come strumento “per difendere le nostre nazioni e la nostra libertà”, facendo seguito alle parole già espresse rispetto all’attivismo extra-atmosferico di Mosca e Pechino, considerate dagli Usa primi competitor anche nello Spazio.

…E IL RUOLO DEI PRIVATI

Buona parte del discorso ha poi riguardato le imprese private. Oltre la militarizzazione, il carattere distintivo della nuova corsa alla Spazio è proprio la privatizzazione, con colossi come Lockheed Martin e Boeing affiancati dalle visionarie realtà di SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic, tutti pronti per essere protagonisti delle future missioni. A loro si è rivolto Pence indicando “l’apertura del business spaziale” e identificando i partenariati pubblico-privati quale nuova via per le attività spaziali. Pence ha ricordato dunque gli ultimi contratti assegnati dalla Nasa, le molteplici attività in essere e l’ambizione di coinvolgere sempre più imprese nel conteso spaziale, liberando così il comparto pubblico dei maggiori oneri. Il trend sembra trovare conferma nei numeri dell’International Astronautical Congress. Fino al prossimo venerdì si alterneranno 200 sessioni tecniche di lavoro, con 300 espositori e circa 6mila e 300 partecipanti previsti.

America first, nello Spazio. Mike Pence apre il Congresso astronautico

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