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Una parte degli F-35 destinati alla Turchia potrebbero essere acquistati dalla Grecia? La domanda circola già da mesi negli ambienti militari e diplomatici, per due ragioni di fondo: l’attendibilità di Ankara, in chiave atlantica, ha evidentemente portato a una serie di mutazioni di rapporti e influenze; il nuovo ruolo di Atene come player energetico e geopolitico ha favorito l’impianto su suolo ellenico di uomini e mezzi Usa, dopo il progressivo disimpegno dalla base turca di Incirlik.

QUI USA

Ufficialmente non ne hanno parlato il neo ministro degli esteri greco Dendias e il segretario di Stato americano Pompeo nel recente incontro alla Casa Bianca. Ma l’argomento è forte, non fosse altro perché dal maggio 2018 la Grecia è diventata ufficialmente nuovo hub militare a stelle e strisce nell’Egeo. Sia in virtù dell’interlocuzione di Atene con Il Cairo, Tel Aviv e Nicosia sul versante energetico, sia per consentire al Pentagono di disporre di nuove basi al fine di monitorare il versante siriano e la lotta al terrorismo, che investe anche la Grecia (da Atene infatti transitò Salah Abdeslam e al Pireo giungono migliaia di pasticche Captagon, la droga dei jihadisti).

INTESA

Per cui il vertice tra Dendias e Pompeo ha avuto lo scopo di riflettere sugli sviluppi regionali dell’energia e della cooperazione trilaterale tra Grecia, Israele e Cipro, sostenuta dagli Stati Uniti, come twittato dallo stesso Pompeo: “La Grecia è un pilastro di stabilità nel Mediterraneo orientale e i Balcani e un importante alleato della Nato. Non vediamo l’ora di continuare a lavorare a stretto contatto per promuovere la stabilità la prosperità nella regione”.

Ma quale adesso la priorità per gli Stati Uniti? Dal momento che il fil rouge con l’allora premier Tsipras era stato favorito dal lavorìo sotterraneo dell’ambasciatore americano ad Atene Jeoffrey Pyatt (grande esperto di energia ed in precedenza di stanza a Kiev), al momento gli Usa hanno da gestire il corposo dossier Turchia (che comprende F-35, S-400, situazione finanziaria legata al crollo della lira turca, centrale nucleare di Antalya, Turk Stream) potendo contare sull’appoggio operativo del neo premier Mitsotakis che proprio nell’ultimo semestre ha appianato vecchie ruggini con Washington.

DIPLOMAZIA E AZIONE

L’accordo di cooperazione sulla difesa reciproca (MDCA) tra i due paesi è un punto di partenza oggettivo che attribuisce alla Grecia un nuovo ruolo nel Mediterraneo. Punto che è stato ribadito nel colloquio a due tra Dendias e Bolton, il consigliere della sicurezza nazionale che segue da vicinissimo l’evoluzione delle mosse di Ankara. Dendias ha anche incontrato il senatore democratico Bob Menendez del New Jersey, personaggio molto sensibile alle istanze greche e cipriote, oltre che l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi.

Un filo, quello militare e del comparto difesa, che è stato testimoniato da una serie di esercitazioni congiunte svolte proprio nei giorni caldissimi della tensione tra Grecia, Turchia e Cipro. Come quella dello scorso 7 aprile quando anche gli F35 italiani presero parte all’esercitazione internazionale Inihos 2019, assieme a Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi Uniti. I caccia, tra cui oltre ai nuovi stealth anche F16, Tornado e Mirages, decollarono dalla base greca di Andravida (nuovo hub logistico sotto il controllo americano).

TREND

L’obiettivo era (ed è, visto l’aumento dello stato di allerta delle Forze Armate greche in chiave turca) la formazione operativa in condizioni simili a un complesso ambiente di battaglia multi-minaccia, al fine di ottimizzare la prontezza operativa della Air Force. Tutti i voli furono monitorati anche dall’aviazione turca, particolarmente interessata all’esercitazione anche in chiave geopolitica e per il dossier energetico, che vede gli Usa nel Mediterraneo orientale schierarsi dalla parte del nuovo triumvirato del gas composto da Grecia, Cipro e Israele.

In quell’occasione l’allora ministro della difesa greco, Evangelos Apostolakis, ospitò nella base i diplomatici dei Paesi aderenti all’esercitazione: c’erano l’ambasciatore americano Jeoffrey Pyatt, quello israeliano Irat Ben Abbas (e anche la rappresentanza italiana). A dimostrazione del fatto che la Grecia dopo aver ammodernato la flotta dei propri F16 e aver acquistato dagli Usa gli elicotteri Kiowa, potrebbe essere interessata anche all’acquisto di alcuni F35.

twitter@FDepalo

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