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Giuseppe Conte? Ha fatto un qualcosa di straordinario, passando dal Conte uno al Conte due, ammette a Formiche.net l’ex guardasigilli Clemente Mastella. L’esponente democristiano tara le movenze di “Giuseppi”, sempre più improntate per modi e tempi a quella scuola politica che ha espresso vari premier e ministri della storia italiana.

Conte, ad Avellino per commemorare Sullo, vorrebbe essere l’eccezione e non la regola, della storia democristiana?

Non è che lui abbia la proiezione, ad oggi, della storia e della cultura democristiana. Ma debbo anche riconoscere che si muove con una disinvoltura e con un atteggiamento di mediazione, rispetto a vicende e situazioni, che presenta un piglio democristiano.

Vede la possibile nascita di una sorta di Dc a cinque stelle?

Dipenderà da lui. Vedo un’area che vorrebbe andare nella direzione di un certo riferimento che, oggi, manca allo scenario partitico italiano. Ma ci sarebbe bisogno di un leader in grado di catalizzare questo tipo di attenzioni e quindi anche il consenso. Non so se Conte farà o meno un suo partito. Non credo comunque che si muoverà ora.

L’ex ministro Fioroni da queste colonne ha detto che in Italia c’è qualcuno che vole uccidere il centro. È così?

La mia idea è che si rende necessario uno spazio, che oggi c’è, a cui un leader come Conte potrebbe guardare. Ma ciò il premier potrà farlo solo nell’ultimo miglio della legislatura, non certamente prima. È altrettanto vero che nel Pd vedendo Zingaretti e Orlando mi rendo conto che lo guida una tradizione non certamente cattolica e popolare, fatto che può sconcertare qualcuno. E il solo Franceschini non può bastare a bilanciare né mitigare questa situazione.

Manca il centro gravitazionale?

È fondamentale ai fini degli equilibri.

ItaliaViva e Forza Italia come vivono questa rincorsa al centro?

Renzi potrà ambire a quell’area solo se non avrà più quell’aria da rottamatore a tutti i costi. Se ritiene di continuare a fare piazza pulita di tutto e di tutti, evidentemente i consensi saranno limitati. Ciò non significa inglobare nella sua opzione politica persone poco serie o poco capaci, ma la sua trascrizione non può essere vecchio contro nuovo, passato contro futuro. Una separazione semantica che non mi pare possa avere appeal elettorale né culturale. FI vive una grande difficoltà e non riesce a ripartire. Vorrebbe essere se stessa, ma poi si ferma e le occorrerebbe un colpo d’ala per liberarsi dalle strette in cui è finita.

Come crede sia cambiato il ruolo di Conte, dopo la pazza crisi di governo agostana?

Oggi è il premier di un governo, ieri era il notaio dei due finti vicepremier, entrambi con ambizioni da premier. Il salto Conte lo ha già fatto: è alla guida di Palazzo Chigi. Ha fatto una cosa straordinaria passando, con piglio disinvolto, dal Conte uno al Conte due. In questo, chapeau.

twitter@FDepalo

 

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