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Per limitare l’impatto dei dazi che gli Stati Uniti potranno imporre all’Unione Europea, a Washington l’Italia conta su un valido e potente alleato: il segretario di Stato Mike Pompeo. Il capo della diplomazia americana, in arrivo a Roma per una serie di incontri che lo condurranno anche in Vaticano a colloquio con Papa Francesco, è per sua natura un mediatore, legato alla Penisola anche dalle sue origini familiari abruzzesi.

CHE COSA RISCHIA ROMA

Al momento, nell’amministrazione americana sembra prevalere una linea dura. Proprio oggi l’Organizzazione mondiale del Commercio deciderà l’entità precisa dei dazi (che potrebbero variare da poco più dei 10 miliardi di dollari delle indiscrezioni ai 20 voluti dalla Casa Bianca).
E, qualunque sia la cifra, se si guarda ai prodotti riportati dalla stampa ci sarebbe molta Italia e, in particolare, eccellenze dell’agrifood che potrebbe registrare un crollo nell’export. Regista di questa strategia – tesa a un riequilibrio commerciale tra le due sponde dell’Atlantico inseguito da tempo da Donald Trump ma anche a fare pressione su capitoli come Cina e Russia – è Robert Lightizer, intransigente consigliere di Trump e rappresentante per il Commercio.

LA POSIZIONE ITALIANA

L’Italia si trova, in questo momento, con poche carte da giocare. Come ha già scritto Formiche.net, se tra Trump e Conte s’è creata un’empatia personale – aspetto non scontato e molto importante per l’attuale Casa Bianca – ci sono state nel primo governo guidato dall’italiano alcune linee di discontinuità con le visioni Usa. Per esempio su Pechino, o ancora sull’Iran e il Venezuela, dossier specifici che hanno però caratura globale e su cui gli Stati Uniti hanno anche testato le amicizie. O ancora, i problemi dell’ex componente di governo leghista nei rapporti con Mosca.
Sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dovranno dimostrare di poter godere della cordialità statunitense offrendo riscontri effettivi: un momento da prendere molto sul serio per l’Italia.

UN ALLEATO PREZIOSO

Pompeo – amico dell’Italia e dagli avi nati nel nostro Paese – è uno degli esponenti più forti e autorevoli dell’attuale amministrazione americana e potrebbe rivelarsi l’alleato più prezioso per bilanciare l’approccio tosto nei confronti dell’Europa voluto dai falchi Usa, ma indebolitosi dopo l’uscita del precedente consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton. Ma per dare all’ex numero uno della Cia i margini per renderlo possibile, è essenziale che Roma proponga misure concrete e non solo buone intenzioni. Un esempio su tutti: i colossi cinesi saranno o no coinvolti nel 5G italiano? La questione, che nella Penisola viene ritenuta “superata” dal nuovo decreto cyber, resta invece un punto interrogativo oltreoceano, dove si aspettano risposte chiare. E così vale per le altre questioni aperte, dove una linea ondivaga potrebbe non consentire a Pompeo, pur volendolo, di avere margini di mediazione.

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