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Circa quindici mesi fa, sono giunta in questo stabilimento per vederne le strutture eccezionali e per incontrare le persone che vi lavorano. Sono rimasta colpita dal livello di professionalità e dalla passione con cui lavorano per assicurarsi che tutto ciò che costruiscono sia della massima qualità. Ricordo di aver messo la mia firma sulla paratia dell’aeromobile, insieme al direttore della Defense Materiel Organization, Arie Jan de Waard, e al direttore delle operazioni della Royal Netherlands Air Force, Andre Steur. Abbiamo provato un senso di orgoglio ed eccitazione, sapendo che presto le nostre forze armate sarebbero state in grado di lavorare con questo velivolo militare all’avanguardia.

Oggi, quel senso di orgoglio e di eccitazione è ancora maggiore. Stiamo infatti certificando il completamento del primo dei 29 velivoli F-35 per l’Aeronautica olandese.

Siamo stati attivamente coinvolti nella fase di test operativi sul’F-35 già da diversi anni. Abbiamo familiarizzato con il velivolo e ora non vediamo l’ora di lavorarci. Per quarant’anni, gli F-16 ci hanno servito bene. Generazioni di uomini e di donne della Royal Netherlands Air Force hanno fatto affidamento su di esso come gran lavoratore, forte e costante. Ora, però, è il momento di prendere il controllo di un aereo militare nuovo e avanzato.

I Paesi Bassi sono attualmente coinvolti in circa venti missioni in tutto il mondo. Missioni con mandati e compiti molto diversi: alcune nell’ambito della Nato, delle Nazioni Unite e dell’Unione europea; altre attraverso coalizioni di volenterosi. In queste missioni, aiutiamo a stabilizzare Paesi e regioni, forniamo aiuti umanitari e, ove possibile, cerchiamo di prevenire le crisi. Ma per farlo, abbiamo bisogno di un caccia stealth multi-ruolo in grado di raccogliere e inviare dati in tutto il mondo senza essere notato. Un moltiplicatore di forza in grado di connettersi con altri elementi nello spazio di battaglia per la situational awareness. Un velivolo da combattimento che può fungere da deterrente e proteggere i nostri uomini e le nostre donne sul campo. Il jet può infatti intervenire in conflitti di differente tipologia quando tutto il resto ha fallito.

L’introduzione dell’F-35 è quindi una pietra miliare importante in una nuova era per le forze armate olandesi. Ha però anche altri rilevanti vantaggi. Il programma riunisce partner nazionali e internazionali. Nei Paesi Bassi, ha messo insieme il ministero degli Affari economici e il ministero della Difesa per capire come assicurarsi che la politica economica e la sicurezza nazionale si completino a vicenda. Ha riunito funzionari governativi e rappresentanti del settore per comprendere come lavorare per il nostro obiettivo comune: il miglior prodotto al miglior prezzo. Ha riunito i Paesi Bassi e l’Italia, anche con l’accordo secondo cui, una volta assemblati e testati gli F-35 qui, la manutenzione del motore avrà luogo a Woensdrecht. Per molti anni a venire, le nostre industrie e le nostre economie trarranno grandi benefici dal programma F-35. Aumenterà anche la nostra capacità di eseguire operazioni insieme. Questo non vale solo per i Paesi Bassi e l’Italia.

Il programma ha riunito diversi membri dell’alleanza transatlantica, in particolare nell’ambito europeo. Lavorare con questo aereo comporterà una maggiore interoperabilità e contribuirà alla forza della Nato. In tal senso, voglio per dedicare una parola speciale di ringraziamento alla leadership americana che ha contribuito a guidare questo programma altamente complesso. Il program executive officer Eric Fick, Doug Wilhelm di Lockheed Martin e Cheryl Lobo di Pratt & Whitney: voi e i vostri colleghi siete stati cruciali per far funzionare tutto questo. Grazie per la pazienza e la perseveranza.

I Paesi Bassi sono il primo partner internazionale a ricevere un F-35 costruito nella linea di assemblaggio e verifica finale di Cameri. E ne siamo orgogliosi. In questo stabilimento, fate molto più che mettere insieme i pezzi di un F-35. State facendo la storia. State creando un punto di svolta fondamentale per proteggere la nostra gente e i nostri Paesi. Per me, questa struttura rappresenta “la maestria italiana”. State combinando un secolo di esperienza con competenze all’avanguardia. Grazie per il lavoro svolto e auguri per ogni successo con il lavoro che abbiamo davanti a noi. Per adesso, non vediamo l’ora che l’AN-9 (nomenclatura olandese del velivolo, ndr) lasci l’hangar, in modo da poterlo accogliere a braccia aperte alla base aerea di Leeuwarden.

(traduzione di Luigi Romano)

L’F35 come strumento di alleanza. Perché la Difesa olandese ringrazia l’Italia

Di Barbara Visser

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