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Che la startup statunitense Anduril fosse una dei protagonisti nel settore della difesa statunitense non c’era dubbio alcuno. Non deve stupire che provenga da lei l’annuncio del lancio di un nuovo modello industriale che con molta probabilità rappresenterà un salto significativo nel processo di innovazione dell’apparato militare industriale di Washington. L’azienda californiana ha infatti presentato oggi i piani per l’apertura di una nuova fabbrica, denominata “Arsenal-1”, che secondo un alto funzionario dell’azienda aumenterà drasticamente la produzione di armi autonome, concentrandosi su sistemi che possono essere rapidamente prodotti su “iperscala”.

Il Chief Strategy Officer Chris Brose ha dichiarato che l’azienda non si “concentrerà mai sulla costruzione di sistemi d’arma di alta qualità”, quanto piuttosto “sulla costruzione di ciò che riteniamo sia il tipo di capacità supplementari che possiamo ottenere rapidamente e di cui abbiamo bisogno, ovvero sistemi autonomi e armi di tutte le classi”. Andando così a posizionarsi in un settore fondamentale, mentre il Pentagono si spinge verso una produzione su larga scala di sistemi e armi autonome per far fronte alle necessità operative che si profilano all’orizzonte, sulla base delle tensioni geopolitiche e delle lezioni raccolte sui campi di battaglia ucraini.

I finanziamenti raccolti da Anduril per questo nuovo progetto ammontano già a un miliardo e mezzo di dollari miliardi di dollari, anche grazie alle sue caratteristiche competitive. Secondo i piani del management, l’impianto sarà caratterizzato dall’impiego di un software basato sul sistema Lattice sviluppato dalla stessa azienda: Lattice utilizzerà sistemi comuni di pianificazione ed esecuzione delle risorse che consentono di integrare simulazioni di minacce, test, gestione dei dati e altre funzioni. “È molto diverso dal modo in cui viene prodotta la difesa tradizionale, in cui il software è suddiviso in molti diversi sottocomponenti e balcanizzato all’interno della piattaforma. Quello che Lattice ci dà è la possibilità di iniziare con una piattaforma software matura e poi di costruire armi modulari producibili a partire da essa, dove possiamo controllare come tutti i diversi sottosistemi si interfacciano con la piattaforma complessiva”.

Anduril sta ancora valutando i siti in cui collocare la fabbrica, ma Brose ha specificato che sarà senza dubbio negli Stati Uniti. La fabbrica rappresenta un investimento di “centinaia di milioni” di dollari e dovrebbe ospitare “più di cinque milioni di metri quadrati di spazio produttivo che darà lavoro a migliaia di persone”, secondo quanto si legge in un comunicato stampa dell’azienda.

Altrettanto cruciale e peculiare è l’approccio produttivo che consiste nel costruire tutti i prodotti di Anduril “sotto lo stesso tetto”. Brose ha sottolineato infatti come la scelta di consolidare il lavoro in un’unica sede, a differenza dei metodi più tradizionali che possono distribuire la produzione in diversi distretti legislativi per ottenere il favore dei legislatori, garantisca una maggiore efficienza:“Quello che stiamo dicendo è che, nonostante i vantaggi che potremmo ottenere attraverso la distribuzione, i benefici che possiamo ottenere dal punto di vista della produzione attraverso il consolidamento sono molto più profondi e superano qualsiasi tipo di vantaggio politico che potremmo ottenere dalla disaggregazione della distribuzione”.

“Arsenal-1” potrebbe dunque rappresentare veramente il nuovo standard per il complesso militare-industriale americano (e non solo). Mentre il regime di precision warfare si avvia al tramonto, e si staglia all’orizzonte un nuovo modo di condurre le operazioni belliche basato sull’intelligenza artificiale e sul dispiegamento in grandi quantità di sistemi autonomi interconnessi (esemplare a questo riguardo è il progetto Replicator lanciato undici mesi fa dal Dipartimento della Difesa), la capacità di produzione standardizzata su larga scala torna a divenire fondamentale. Così come essa ha deciso le sorti del secondo conflitto mondiale, oggi potrebbe decidere le sorti del prossimo conflitto tra grandi potenze, con decine di migliaia di sistemi unmanned ad uscire dalle catene di montaggio. Il progetto di Anduril è ad oggi pionieritisco, ma ha tutte le caratteristiche per diventare la norma nei decenni a venire.

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