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Dopo i dati da record del bilancio 2018 (con un carico di lavoro che sfiora i 34 miliardi), Fincantieri ha celebrato oggi il taglio di lamiera del primo pattugliatore commissionato dal Qatar nell’ambito della maxi commessa per sette navi e circa 4 miliardi. Per l’azienda guidata da Giuseppe Bono l’anno promette bene, sulla scia dei numeri approvati lunedì dal consiglio di amministrazione presieduto da Giampiero Massolo.

I NUMERI DEL 2018…

Nel 2018 i ricavi sono cresciuti del 9% arrivando a 5,5 miliardi, e già questo, ha spiegato Bono, è “un primo passo nel percorso che mira a un aumento dei volumi di circa il 50% entro il 2022 e che richiederà un notevole sforzo organizzativo e una chiara visione delle sfide future”. Le navi da crociera fanno registrare un +6,4% nei ricavi, superate dalle navi militari con oltre il 18% di incremento e un peso sui ricavi complessivi del gruppo del 24% (rispetto al 22% del 2017). Il risultato d’esercizio si attesta su un valore positivo di 69 milioni, in miglioramento rispetto ai 53 milioni del 2017 così come la profittabilità (Ebitda a +21%). Numeri che lo stesso premier Giuseppe Conte ha definito “straordinari” nell’intervista di ieri al Sole 24 Ore, seguito oggi da Fabrizio Palermo, numero uno di Cdp (che attraverso Fintecna detiene il 71,6% del capitale di Fincantieri) con parole (riprese sempre dal Sole24Ore) positive per la gestione targata Bono, a poco più di un mese dall’assemblea del 5 aprile chiamata a deliberare sui vertici del gruppo.

…E LE PERFORMANCE

Numeri che confermano inoltre le linee di sviluppo già identificate nel piano industriale 2018-2022 e che permettono di lanciare la proposta di un dividendo pari a 0,01 euro per azione. Sul lato della performance, le consegne sono state 35, mentre gli ordini acquisiti si sono attestati a 8,6 miliardi (+1%) grazie a commesse per 27 navi. Ciò ha fatto salire del 29% il carico di lavoro, arrivato a quota 116 navi per 33,8 miliardi, “pari a circa il 2% del Pil italiano” come ha ricordato Bono. Proprio il carico di lavoro, ha notato l’ad, sostiene “lo sviluppo di filiere e distretti tecnologici di punta, creando un effetto volàno per l’indotto e stimolando l’innovazione e l’export italiani”. L’attenzione è rivolta alle future strategie del Gruppo, a partire dalle gare in giro per il mondo.

LA PARTITA FRANCESE…

Nel Vecchio Continente, il 2018 è stato l’anno dell’accordo che ha gettato le basi per creare una joint venture con la francese Naval Group, primo passo verso “l’Airbus dei mari”. Sui passaggi successivi il clima politico tra Roma e Parigi avrà probabilmente influenza, così come sulla finalizzazione dell’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique, su cui la Commissione europea ha accettato (tra le rimostranze italiane) la richiesta franco-tedesca di valutare l’operazione.

…E IL FOCUS SU ELETTRONICA E INFRASTRUTTURE

Dentro i confini del gruppo, è stato avviato il consolidamento di un polo di elettronica e informatica, considerato dall’azienda di Trieste “un settore strategico per l’innovazione”, finalizzato a rafforzare le competenze nel campo della cyber-security, dell’automazione, della simulazione e del training. Infine, è stato l’anno del consolidamento nel settore infrastrutturale. Qui, oltre alla commessa romena, a spiccare è stata la commessa italiana per la costruzione del nuovo ponte sul fiume Polcevera, il cui obiettivo, ha detto concludendo Bono, “non è solo il ripristino di un’infrastruttura-cardine, ma anche quello di ricucire il tessuto sociale di Genova”.

IL TAGLIO DI LAMIERA PER IL QATAR

Nel frattempo, si è svolta oggi presso lo stabilimento di Muggiano la cerimonia per il taglio lamiera del primo pattugliatore (Opv) commissionato dal ministero della Difesa del Qatar. I lavori rientrano nel programma di acquisizione navale che il gruppo italiano si è aggiudicato nel 2016 per sette navi (due Opv, quattro corvette e un’unità anfibia, oltre ai servizi di supporto decennale) e circa 4 miliardi di euro. “Tutte le navi – spiega una nota – verranno interamente costruite nei cantieri italiani del gruppo” che nel nostro Paese occupa oltre 8.600 persone. Per quanto riguarda i dati tecnici, il pattugliatore avrà una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e potrà ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.

LA DIFESA ITALIANA IN QATAR

Una commessa, quella qatarina, che testimonia la competitività del comparto italiano quando è in grado di fare sistema. Non è un caso che a marzo dello scorso anno, durante il salone Dimdex di Doha (in cui Fincantieri figurava come diamond sponsor) è arrivato l’importante contratto per il rilancio degli elicotteri di Leonardo, con l’ordine dall’Aeronautica del Qatar per 28 elicotteri militari Nh90, prodotti dall’azienda italiana (che agisce in qualità di prime contractor) insieme al gruppo franco-tedesco Airbus e all’olandese Fokker. Nello stesso contesto, per i dodici Nh90 nella versione per missioni navali (Nato Frigate Helicopter, Nfh), l’Aeronautica di Doha ha scelto i Marte Er realizzati dalla joint venture europea Mbda, con il rilevante coinvolgimento italiano, in particolare tramite lo stabilimento di La Spezia, sede storica delle capacità missilistiche antinave in Italia. E sempre il Qatar è stato, nel 2016, primo cliente per la versione da batteria costiera della stessa munizione (testata con successo lo scorso novembre), acquistata anche nella versione per il lancio da navi proprio nell’ambito della maxi commessa per Fincantieri.

Fincantieri tra conti record e il taglio di lamiera per il Qatar

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