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Costa caro a Mosca lo spauracchio di una guerra commerciale a suon di dazi. Cina e Stati Uniti sono ancora alla ricerca di un accordo sulle tariffe da applicare alle reciproche importazioni, ma l’ipotesi di un innalzamento delle barriere alla frontiera ha già fatto i suoi primi danni. I mercati come noto molto suscettibili alla paura, riuscendo a fiutare il pericolo con buon anticipo. La prova? Sta nei dati diffusi oggi dal Servizio doganale russo, che monitora costantemente i flussi di merci in entrata e in uscita.

Lo scorso mese la Russia ha registrato un calo degli scambi su quattro dei principali sbocchi: Europa, Stati Uniti, Cina e Turchia. Segno che la paura dei dazi, innescata dalle tensioni Stati Uniti-Cina, ha già fatto i suoi danni. L’interscambio commerciale tra Mosca e Unione europea per esempio ha registrato all’inizio dell’anno un calo su base annuale pari al 9,3% nel mese di gennaio, attestandosi a 20 miliardi di dollari. Stando alle informazioni diffuse dal Servizio doganale, le importazioni e le esportazioni della Russia da e verso l’Unione europea hanno riscontrato un calo pari al 13,7 e al 7,8 per cento, portandosi rispettivamente a 4,71 e a 15,35 miliardi di dollari. A fronte delle suddette variazioni, la quota detenuta dall’Unione europea sul commercio estero della Federazione Russa si è assottigliata, portandosi dal 44,6 al 42,8%.

E non è andata meglio più a sud, verso la Turchia. Il calo dell’interscambio con Ankara è stato addirittura del 14,1%, 5 punti percentuali in più rispetto all’Europa. Sull’asse Mosca-Ankara si è registrato un calo degli scambi su base annuale pari al 14,1% nel mese di gennaio, attestandosi a 1,98 miliardi di dollari. La Russia ha visto le sue esportazioni verso la Turchia diminuire del 17,5%, portandosi a 1,66 miliardi di dollari. Diverso è stato l’andamento delle importazioni, in aumento del 9,5% a 317,7 milioni di dollari.

Gli ultimi due mercati sono Cina e Stati Uniti. Con il Dragone l’interscambio commerciale si è attestato a 8,07 miliardi di dollari nel mese di gennaio, registrando un calo del 4,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Più nel dettaglio la Russia ha visto le sue esportazioni verso la Cina diminuire del 13,2%, portandosi a 4,06 miliardi di dollari. Più ridotto della Cina, ma pur sempre marcato, il dato arrivato dagli Stati Uniti. Qui il calo è stato pari al 4,2 e al 3,4%, portandosi rispettivamente a 675,9 e 775 milioni di dollari. Allo stesso tempo, tuttavia, la quota detenuta dagli Stati Uniti sul totale del commercio estero della Federazione Russa ha riscontrato un lieve aumento, portandosi dal 3 al 3,1%.

Brookings

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